Liana Milella per "la Repubblica"
pm alessia sinatra
«Mi sento violata per la seconda volta. Non si può fare questo alla vittima di una violenza sessuale. Non lo auguro a nessuno. La mia amarezza è sconfinata. Ma domattina vado in udienza lo stesso».
Bisogna cominciare da questo sfogo per raccontare l'ennesimo e incredibile capitolo dell'affaire Palamara. Lei è Alessia Sinatra, pm antimafia a Palermo. Alta. Bionda. Sempre elegante. Toga di Unicost. Il 23 maggio 2019, al telefono con il suo amico Luca Palamara, parla del «porco di Firenze». E giù invettive, «giurami che il porco cade subito». E ancora: «Essere immondo e schifoso». Di più, «porco mille volte».
alessia sinatra
Visto il contesto - il 26 maggio la commissione per gli incarichi direttivi del Csm deve scegliere il procuratore di Roma - si capisce subito che il "porco" è il capo della procura di Firenze Giuseppe Creazzo. Anche lui di Unicost.
Quello a cui Palamara si è rivolto contestando una fuga di notizie da Perugia che lo manda a processo per corruzione. Ma quella chat, stavolta, svela un retroscena privatissimo - un episodio di «violenza sessuale » come lo definisce la vittima che però non lo ha denunciato - che ha un epilogo imprevisto, si trasforma in una «nuova violenza» come Sinatra dice a Repubblica. Perché sulla sua testa adesso pende una "incolpazione" disciplinare.
la pm alessia sinatra
La procura generale della Cassazione ha preso in mano la chat, ha convocato la pm a settembre, le ha chiesto perché parlava di un "porco" e perché invitava l'allora potente Palamara a non promuoverlo procuratore di Roma. Lei racconta tutto.
procuratore giuseppe creazzo
La violenza subita - tuttora e senza incertezze la definisce così - in un corridoio di un albergo di Roma, l'hotel Isa di via Cicerone, quando lei e Creazzo erano lì nel 2015 per un convegno. Racconta di averne parlato subito con persone amiche. Ne indica i nomi.
alessia sinatra pm di palermo
Palamara, anche lui di Unicost, era tra queste. Dice che non ha presentato una denuncia «per tutelare l'istituzione, ma è stata la decisione più difficile e sofferta della mia vita professionale». Attende fiduciosa che la procura generale comprenda e archivi tutto.
Non finisce così. Ieri il suo avvocato Mario Serio, un ex Csm, ha ricevuto le tre pagine che aprono il procedimento disciplinare. Non ci sono dettagli pruriginosi, ma un'accusa precisa: Sinatra sarebbe colpevole «per aver tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti di Creazzo in quanto coinvolgeva Palamara in una missione per condizionare negativamente il Csm». Insomma, quando Sinatra dice a Palamara «giurami che il porco cade subito» gli starebbe chiedendo di alterare il voto per Roma.
luca palamara e il procuratore giuseppe creazzo
Ma c'è un'altra frase che sconvolge la pm. Il passaggio in cui è scritto che lei parlava così a Palamara «per soddisfare la necessità di una giustizia riparativa, per ottenere una rivincita morale sul soggetto che nel 2015 aveva posto in essere una condotta abusante e in violazione della sua sfera di libertà sessuale». Sinatra adesso dice: «Mi sono sentita violata per la seconda volta, un trattamento da non riservare mai a nessuna vittima. Mi si sta negando di esprimere la mia sofferenza».
il procuratore giuseppe creazzo
Un sentimento che diventerà più forte quando dovrà sedersi davanti ai giudici della disciplinare che vorranno conoscere i particolari. Una violenza che «per senso istituzionale» non ha voluto denunciare.
Tant'è che solo dopo la deposizione in Cassazione la storia arriva alla procura di Roma che, in assenza di una querela presentata entro sei mesi dal fatto, non può che archiviare. Adesso lei si augura che anche altre chat con Palamara, «un amico al quale sin da subito ho confidato il mio dolore», siano state recuperate.
creazzo sinatra palamara
Il suo linguaggio era aggressivo «Sono una donna violata, è naturale che parlando di quella persona le mie emozioni vengano sollecitate. Stavo male a incontrarlo, a volte però l'ho anche salutato, ma tutti avevano capito che c'era stato un allontanamento».
giuseppe creazzo
Creazzo nega tutto. Per lui non c'è un'azione disciplinare. C'è solo un fascicolo davanti alla prima commissione, quella che si occupa dei trasferimenti per incompatibilità ambientale. Ma poiché si può trasferire una toga solo se ha commesso un atto che compromette il suo lavoro nell'ufficio dove lavora, è improbabile che la storia possa avere conseguenze.
GIUSEPPE CREAZZO giuseppe creazzo giuseppe creazzo 1 giuseppe creazzo 2 luca palamara GIUSEPPE CREAZZO