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“PERCHÉ SI DEVE DARE PER SCONTATO CHE LO STATO DIA MILIONI DI EURO PER FILM CHE VANNO A VEDERE IN 13 E COMMENTANO NEI CIRCOLINI DICENDOSI BRAVI DA SOLI? - IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CULTURA ALLA CAMERA, FEDERICO MOLLICONE, AGLI STATI GENERALI DI FDI SULLA CULTURA ATTACCA GEPPI CUCCIARI PER LE BATTUTE SU GIULI E ELIO GERMANO PER IL PARAGONE TRA IL GOVERNO E I CLAN - IN PRIMA FILA, OLTRE A ARIANNA MELONI, C’ERANO ANCHE IGNAZIO LA RUSSA E MOGOL… - VIDEO
Azzurra Giorgi per repubblica.it - Estratti
“Vorrei capire per quale principio possa solo la sinistra parlare di cultura a Firenze. Se poi se qualcuno a sinistra si offende ce ne faremo una ragione” dice il capo organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, appena prende la parola.
D’altronde, la rivendicazione del poter parlare di cultura anche a destra, è di fatto il leitmotiv di tutta l’iniziativa “Spazio cultura”, organizzata per oggi e domani al teatro Niccolini nel capoluogo toscano. Ci sono Arianna Meloni, in prima fila – accanto a Mogol – il presidente del Senato Ignazio la Russa.
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Che poi passa al cinema: “Ma perché si deve dare per scontato che lo Stato dia milioni di euro per film che vanno a vedere in 13 e commentano nei circolini dicendosi bravi da soli?”. Il presidente della commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone, prende la palla al balzo e attacca Geppi Cucciari ed Elio Germano: “Ero al Quirinale alla presentazione dei David. Mi chiedo in quale altro Paese d’Europa possa esser possibile che una cabarettista introduca un ministro, irridendolo e insultandolo come ha fatto Geppi Cucciari. E mi chiedo come sia possibile che un attore bravissimo come Elio Germano possa dichiarare che questo governo ha la stessa prassi dei clan. Immaginate se lo avesse fatto un attore o presentatore di destra” dice, definendosi “sconcertato”.
stati generali della cultura fratelli d'italia fdi
Tocca anche alla tv: “Telemeloni? Io non l’ho vista – dice Donzelli -. Forse è un canale che vedono solo loro. Io vedo una Rai finalmente cambiata, inizio a vedere del pluralismo. Se poi identificano Meloni con pluralismo e libertà...” spiega, prima di tirare in ballo Sanremo. E soprattutto il paragone tra il festival di Conti e quello “degli anni prima: era l’occasione per polemiche, monologhi. Ogni anno c’era una moda e si doveva parlare di quello e gli ascolti erano così e così. Quest’anno ha rappresentato, come dice il jingle, tutta l’Italia e ha fatto il boom di ascolti”.
elio germano
Elio Germano con la kefiah
elio germano 1
alessandro giuli gianmarco mazzi geppi cucciari - cerimonia david di donatello
federico mollicone
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