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    MONDIALE, ATTO FINALE - L’ORCHESTRA TEDESCA O IL SOLISTA MESSI-ANICO? NEANCHE LA PULCE TOGLIE IL SONNO AI CRUCCHI: “LO MARCHEREMO DI SQUADRA. COME CRISTIANO RONALDO” - KLOSE: “SE VINCIAMO SCATENO L’ANIMALE CHE È IN ME”


     
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    Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera

     

    MESSI MESSI

    I calciatori fatti in casa e gli emigranti per necessità. Gli stadi nuovi a misura di famiglia e quelli fatiscenti in mano alle Barras Bravas. I biglietti a prezzi accessibili e il calcio dato in chiaro in tv nella logica del panem et circenses. Il gruppo sopra le stelle e la stella più brillante per cui il gruppo è disposto a tutto. Germania e Argentina marciano verso la finale di domenica, alle 16 ora di Rio, le 21 in Italia, portandosi dietro tutte le loro differenze.

     

    Sedici dei 23 convocati di Jogi Löw giocano in Bundesliga. Sono 8 titolari su 11 (Neuer, Lahm, Boateng, Hummels, Höwedes, Kroos, Schweinsteiger e Müller), solo 3 sono «stranieri» (Özil all’Arsenal, Khedira al Real Madrid, Klose alla Lazio). A inizio Mondiale, con Götze titolare al posto di Klose, l’influenza della Bundesliga era ancora maggiore. Non è sempre stato così. La nazionale campione nel 1990, battendo 1-0 l’Argentina di Maradona, aveva 5 «tedeschi» e 6 «italiani»: Berthold, Brehme, Hässler, Matthäus, Völler e Klinsmann.

    KLOSE KLOSE

     

    Bayern Monaco (7) e Borussia Dortmund (4) sono le squadre di club più rappresentate in finale. Il gruppo su cui si fonda la nazionale è quello che ha vinto l’Europeo under 21 nel 2009: Neuer, Boateng, Höwedes, Khedira e Özil, a cui si è aggiunto poi Müller, che all’epoca giocava nella seconda squadra del Bayern.

     

    La Germania ha «svoltato» due volte: 1) dopo il disastroso Europeo 2000 (un solo punto, un solo gol, segnato) ha dato il via al progetto delle Academy, obbligatorie per i club, che formano adesso più della metà dei giocatori di Bundesliga; 2) con il Mondiale organizzato nel 2006, occasione per rinnovare gli stadi con una politica elastica che prevedeva sia aiuti governativi che proprietà privata (l’Allianz Arena di Monaco incassa, vendita di biglietti esclusa, 50 milioni di euro l’anno). In Bundesliga resta invenduto solo il 7% dei posti disponibili, in serie A siamo al 44%.

     

    HIGUAIN OLANDA ARGENTINA HIGUAIN OLANDA ARGENTINA

    Nessuno degli 11 titolari dell’Argentina gioca nel campionato nazionale. Tra i 23 sono soltanto 3: Gago, partito titolare e poi finito in panchina (Boca Juniors); Maxi Rodriguez (Newell’s) utilizzato per 65’; il terzo portiere Orion (Boca Juniors). Sette argentini giocano in Italia (Campagnaro, Biglia, Federico Fernandez, Palacio, Alvarez, Higuain e Andujar), 4 in Spagna (Messi, Di Maria, Mascherano e Augusto Fernandez), 3 in Inghilterra (Zabaleta, Agüero e Demichelis), 2 in Francia (Lavezzi e Romero), 2 in Portogallo (Rojo e Perez), 1 in Russia (Garay) e 1 in Messico (Basanta). Vivaio inesauribile di giocatori, l’Argentina esporta materia prima, non giocatori sgrezzati. L’ultimo è il centrocampista Alan Arario, classe ’95, strappato dalla Roma a parametro zero al River Plate.

     

    LOEW CT GERMANIA LOEW CT GERMANIA

    Il modello tedesco funziona perché gli introiti sono equilibrati: diritti tv, biglietteria e marketing. In Argentina, dal 2009, per iniziativa della presidentessa Cristina Kirchner, il campionato viene trasmesso in chiaro nel programma «Futbol para todos». Il governo ha inizialmente versato 600 milioni di pesos ai club, che non avevano più i proventi della pay tv TyC Sports, del gruppo Tsc gestito, tra gli altri, dal Clarìn . Gli stadi si sono svuotati: il Borussia Dortmund fa in media 80.558 spettatori, il River Plate 28.174 e il Boca Juniors 26.946.

     

    La differenza è anche in campo. La Germania è un collettivo che ricorda l’Olanda del ’74. C’è talento, ma anche disciplina. Höwedes ha spiegato perché Messi non gli toglierà il sonno: «Avevamo lo stesso problema con Cristiano Ronaldo. Lo abbiamo marcato di squadra». Klose è l’esempio della professionalità: «Se sono arrivato a 36 anni e al quarto Mondiale è perché faccio una vita sana: non bevo e non fumo. Ma se vinco domenica, forse, verrà fuori l’animale che è in me».

    ALEJANDRO SABELLA CT ARGENTINA ALEJANDRO SABELLA CT ARGENTINA

     

    L’Argentina non è mai stata una nazionale collettiva. Ha vissuto per Maradona e ora vive per Messi, a cui non chiede nessun tipo di rientro difensivo (ha corso 51,9 km. in 573’ mentre Müller ne ha percorsi 68,8 in 562’). Chi avrà ragione, domenica?

     

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