Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”
MORRICONE LEONE
Ennio Morricone ha dovuto rinviare i concerti romani a Santa Cecilia in cui il 21 maggio avrebbe diretto per la prima volta The Hateful Eight, la musica Oscar del film di Tarantino: «Mi spiace molto, ma devo curarmi, ho un serio problema alla colonna vertebrale». Intanto esce per Mondadori “Inseguendo quel suono. La mia musica, la mia vita”, una lunga, bellissima intervista raccolta dal giovane compositore Alessandro De Rosa.
Morricone, cosa ricorda degli inizi?
MORRICONE CON LA MOGLIE
«Il mio primo film fu, nel 1961, Il federale di Luciano Salce. Ascoltò qualcosa che avevo scritto per Sergio Leone e mi disse: nella tua musica c'è del sacro e del mistico, io sono un comico, non puoi più lavorare per me. Come film d'autore esordii due anni dopo con I basilischi di Lina Wertmuller. Fu una collaborazione piuttosto conflittuale. Aveva un vizio che credo si portasse dietro da quando collaborava con Gorni Kramer, nelle commedie di Garinei e Giovannini. Chiedeva di cambiare una nota, e lui l'accontentava. Io no».
C' è qualcosa su Sergio Leone che non ha ancora detto?
MORRICONE
«Un giorno mi chiese se avessi qualche scarto di altri registi. Mi misi al piano e suonai C'era una volta in America. L'avevo scritto per Amore senza fine di Zeffirelli, ma ritirai la colonna sonora quando cercò di mettere anche una canzone scritta da Lionel Richie. Così rifiutai il film. Credo di aver scritto cose migliori di quelle per Sergio. Ma lui lasciava più spazio alla musica. Mi parlava da anni di La battaglia di Stalingrado , aveva bisogno di molti investimenti, il governo sovietico gli aveva dato l' okay per i carri armati, aveva comprato il biglietto aereo per il sopralluogo. Ma il suo cuore si fermò».
FLAVIO MOGHERINI
Nel cinema la colonna sonora è una delle ultime cose a cui si pensa.
«Forse è un retaggio del cinema muto, quando un pianista suonava in sala. Ci sono ragioni che si sono trasformate in abitudini. Era Satie a parlare di musica come arredamento. Nel cinema ancora oggi si pensa alla musica come sottofondo. Un pregiudizio, molti compositori hanno sottovalutato il loro lavoro. Io credo che la vera musica contemporanea, malgrado la sua natura di arte applicata, sia la musica del cinema, perché celebra l' unione delle arti».
Terrence Malick
Qual è il suo brano a cui è più legato?
«Quelli che mi hanno fatto soffrire o quelli di film belli andati malissimo, come Un tranquillo posto di campagna o Un uomo a metà . E poi La corrispondenza di Tornatore, è cresciuto talmente nella sensibilità musicale che riesce a darmi dei consigli. Io non avevo una vocazione alla composizione, è stato un processo graduale. Prima volevo diventare medico, poi scacchista: patteggiai col grande Boris Spasskij, e vinsi facile con Terrence Malick. Ora gioco con Mephisto, una scacchiera elettronica. In genere vince Mephisto. Gli scacchi sono parenti della matematica e la matematica lo è della musica».
L' ispirazione…
MORRICONE 5
«La intendo come intuizione. Arriva quando meno te l' aspetti. Qualche volta dai sogni affiorano dei suoni, se arrivano al dormiveglia li trascrivo. Parto sempre dai timbri.
Durante una manifestazione di fronte a casa mia, c' era una protesta accompagnata da suoni e parole ritmate. Le rielaborai e divenne il leit motiv di Sostiene Pereira . Mi hanno influenzato Petrassi, Nono, Stravinskij, Palestrina, Monteverdi, Frescobaldi e Bach. In parte si attinge dalla storia, poi bisogna costruirsi un mondo proprio, con cui non siano possibili confronti. Sennò è musica già scritta da altri».
La sua resistenza a scendere a compromessi…
MORRICONE 6
«Ho rifiutato tanti film quanti ne ho fatti, circa 500. Una volta il regista Flavio Mogherini (padre di Federica, superministro Esteri della Ue,ndr ) mi chiese: perché non mi fai un bel pezzo alla Ciajkovskij? Gli attaccai il telefono. Non lo rividi più».
A parte la musica?
«Ogni mattina sveglia alle 4, a volte mi lamento. Comincio a scrivere musica alle 8 e 30.
Prima leggo i giornali e faccio ginnastica. Tentai di coinvolgere mia moglie Maria; ci provò, poi mi disse: Ennio, fai come vuoi, io torno a letto».
Perché gli Oscar li tiene chiusi a chiave, se in casa ci siete solo lei e sua moglie?
ennio morricone quentin tarantino
«È una fissazione, lo so, risale a tanti anni fa, quando uno dei miei figli prestava i dischi agli amici e sparivano. Li prendeva dallo studio. Si assottigliavano sempre di più.
Saranno passati quarant' anni?
Eh lo so, sono fatto così».