Estratto dell’articolo di Marcello Astorri per “Il Giornale”
CAMBIO DELLE ROTTE ATTRAVERSO IL CANALE Di suez per le azioni degli houthi nel mar rosso
Gli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso stanno già facendo più danni della pandemia, almeno per quanto riguarda i commerci. È quanto emerge da un report di Sea-Intelligence, una delle principali società di consulenza sulle catene di approvvigionamento oceanico, che ha analizzato gli attuali ritardi delle navi rispetto a quelli degli ultimi anni. La necessità di allungare di molto il viaggio per passare attorno al Capo di Buona Speranza, anziché transitare dal Canale di Suez, sta rendendo difficile trovare una nave disponibile per ritirare i container nei porti.
Ciò provoca un crollo della capacità di trasportare merci. Alan Murphy, ceo di Sea-Intelligence intervistato dal canale tv Cnbc, ha infatti precisato che «questa crisi del Mar Rosso» sta pesando di più «dell’impatto iniziale della pandemia». Non è difficile immaginare, perché lo si è vissuto in tempo di Covid, cosa può significare: ritardi nelle consegne, impennata dei costi per i trasporti, problemi nell’approvvigionamento del petrolio e del gas naturale liquefatto da cui dipendiamo dopo l’addio al metano russo. In una parola: inflazione.
La foto del battello CHE TRASPORTAVA ARMI IRANIANE AGLI HOUTHI
E prezzi più alti sposterebbero più in là l’orizzonte di un taglio dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali, con effetti pesanti sulle economie per il credito, gli investimenti e la crescita economica. «Sulla situazione nel Mar Rosso sono molto preoccupato e non uso il termine preoccupazione con frequenza», ha detto il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli. «Il rischio che ci sia un allargamento del conflitto e il Canale di Suez venga bloccato non si sa per quanto tempo è già in atto». Di questo passo perfino il Pnrr è minacciato, perché se le merci non arrivano e i costi salgono, la fattibilità dei progetti è a repentaglio. […]
I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI
Non è un caso, quindi, che l’Europa stia pensando di scendere in campo per tutelare i propri interessi, con una missione spinta da Italia e Francia per scortare i mercantili che dovrebbe ricevere l’ok entro lunedì prossimo dai ministri degli Esteri europei. A livello numerico, la dimensione del problema la dà il bollettino economico di Bankitalia diffuso ieri: «Nella seconda metà di dicembre, i volumi in transito nello stretto di Bab el-Mandeb all’imbocco del Mar Rosso, risultavano inferiori di quasi il 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». […]
Dunque, tranquillità solo per Russia e Cina, «le cui spedizioni - avvertono i terroristi -non sono minacciate». Va detto che su questa rotta transita una larga parte degli acquisti di beni dalla Cina (secondo mercato di approvvigionamento del nostro Paese). Un terzo delle importazioni italiane nella filiera della moda arriva attraverso il Mar Rosso; l’incidenza è elevata anche per le importazioni di greggio e per quelle di prodotti metalmeccanici, che costituiscono quasi il 30% degli acquisti dall’estero.
I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI
Per quanto riguarda le esportazioni, qui vi transita «circa il 7% delle merci in uscita dall’Italia», aggiunge Bankitalia. Secondo le stime Sace sul 2023, l’export italiano è stato di 660 miliardi: il 7% significa oltre 46 miliardi di merci. L’ulteriore bomba sui commerci, poi, arriverà dall’inizio del Capodanno cinese, che quest’anno durerà tra il 10 e il 25 febbraio.
[…] Il Canale di Suez è uno snodo cruciale per i commerci mondiali. Il suo blocco è un rischio per l’aumento dei prezzi.L’avvento del Capodanno cinese, con festività tra il 10 e il 25 febbraio, farà chiudere diverse fabbriche e questo provocherà ulteriori rallentamenti nelle catene di fornitura globale dell’Asia e aggravando problemi di approvvigionamento che già si toccano. […]
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