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    MORTO CI SARAI TU! - UN 66ENNE DI FOGGIA PER L'INPS RISULTAVA DECEDUTO E, PER QUESTO MOTIVO, L'ISTITUTO DI PREVIDENZA HA CHIESTO ALLA BANCA PRESSO CUI L'UOMO AVEVA IL CONTO LA RESTITUZIONE DELLE DUE MENSILITÀ DELLA PENSIONE, RISCOSSE DOPO LA PRESUNTA DATA DEL DECESSO - PECCATO CHE IL 66ENNE FOSSE VIVO E VEGETO E HA DOVUTO ATTIVARE UNA PROCEDURA NON SOLO PER NON RESTITUIRE LA PENSIONE CHE GLI SPETTAVA, MA PER FAR DISPORRE LO SBLOCCO DEI PAGAMENTI PER MARZO…


     
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    Da www.ansa.it

     

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    Per l'Inps risulta deceduto e per questo motivo l'istituto di previdenza sociale ha chiesto alla banca presso cui aveva il conto corrente la restituzione delle due mensilità della pensione riscosse dopo la presunta data del decesso.

     

    Ma il destinatario della procedura è vivo: si tratta di un uomo di 66 anni di Foggia.

    "All'Inps - racconta Nando, il protagonista della vicenda - risulta che io sia deceduto l'1 dicembre del 2023, ragione per la quale le mensilità ricevute nei mesi di gennaio e febbraio 2024 andavano restituite. Sono stato avvisato dal mio istituto di credito presso cui avevo il conto che nel frattempo ho spostato in un'altra banca".

     

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    L'uomo si è così rivolto all'Inps e alla sua richiesta di chiarimenti "i funzionari dell'ente - spiega il 66enne - hanno dichiarato di aver risolto l'equivoco per cui non sono tenuto a restituire le due mensilità. Nel database dei pagamenti risulta disposto anche lo sblocco degli emolumenti di marzo, che dovevano essere pagati il primo giorno del mese. Ho comunicato all'istituto di credito presso cui ho spostato il mio conto che avevo risolto e che di lì a poco avrebbero accreditato la pensione. Cosa che ad oggi non è invece avvenuta".

     

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