Giampiero Mughini per Dagospia
io sono matteo salvini il libro pubblicato dalla casa editrice vicina a casa pound
Caro Dago, leggo sulla “Stampa” di oggi che oltre 120 librai della catena Feltrinelli hanno scritto una lettera alla direzione centrale della loro catena commerciale chiedendo che il libro-intervista con Matteo Salvini edito dalla casa editrice Altaforte venga bandito dagli scaffali delle loro librerie. Leggo, e trasecolo.
E per fortuna che Alessandro Monti, il direttore delle vendite Feltrinelli, ha risposto che i libri hanno tutti il diritto di essere messi in vendita e chiunque ha il diritto di sceglierli e leggerli. L’ottimo Monti rievoca un episodio di quando era un giovane libraio. Che un suo cliente gli chiese per telefono una copia del “Mein Kampf” e che lui si rifiutò di procurarglielo. Due ore dopo il cliente di presentò in carne e ossa a Monti. Era ebreo, faceva il notaio, aveva patito le leggi razziali, voleva che suo nipote leggesse quel libraccio sì da conoscere le canagliate che vi erano contenute.
giampiero mughini
Ovviamente il giovane Monti gli fece avere il libro. Sì, i libri negli scaffali ci devono stare tutti. Tutti.
E a questo proposito, trasecolo nuovamente nel leggere un riquadro del quotidiano torinese dove Mario Baudino ha l’aria di cercare libri immeritevoli di stare sugli scaffali, o meglio che qualcuno (non lui) potrebbe giudicare immeritevoli.
VOLT ARCHI VOLTAICI
Da qualche parte ha trovato “I Protocolli dei Savi di Sion”, l’atroce accozzaglia di invenzioni della polizia zarista che l’antisemita Giovanni Preziosi aveva pubblicato una prima volta nel 1919 e poi ripubblicato al tempo delle fetentissime leggi razziali. Ebbene, ci mancherebbe altro che quel libro non stesse sugli scaffali. Trenta o quarant’anni fa mi ero precipitato a comprarlo e leggerlo e trasecolare di tali bestialità.
Poi Baudino scivola sulla banana dell’antifascismo e dà del “fascistaccio” al futurista noto con il nome di battaglia di Volt. Ebbene Volt è l’autore nel 1916 di uno dei libri più strepitosi delle Edizioni futuriste di poesia, “Archi voltaici”. Nel catalogo della mia collezione di libri futuristi che avevo dato da vendere alla Libreria Palmaverde figurava al numero 695 al prezzo di 3200 euro. Naturalmente lo vendettero all’istante e io ancora mi mordo le mani al pensiero di non avere più quel gioiello.
E poi a un certo punto, tra i libri sospetti o sospettabili Baudino indica i libri di Pierre Drieu La Rochelle. Ecco, questo no, questo davvero no. Uno che non avesse percorso i libri di Drieu La Rochelle (morto suicida, quasi avesse scelto di pagare il fatto di essere fascista), ai miei occhi sarebbe soltanto un analfabeta.
PIERRE DRIEU LA ROCHELLE
Trent’anni fa andai alla casa parigina di suo fratello Jean, e che l’ho innanzi agli occhi i libri della biblioteca personale di Pierre. Fu suo fratello Jean a editare postumo il suo “Récit secret”, il diario dei giorni in cui Drieu La Rochelle si apprestava a chiudere la sua vita, uno dei libri più struggenti dell’intera letteratura del Novecento. Non scherziamo su queste cose.
GIAMPIERO MUGHINI