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    LA VERSIONE DI MUGHINI – NADAL BATTE DJOKOVIC DOPO 4 ORE DI BATTAGLIA. "NON ERA UNA PARTITA DI TENNIS E BENSÌ UNA CERIMONIA, DATO CHE SI AVVICINA IL CONGEDO DI RAFA OSSIA DEL PIÙ GRANDE GIOCATORE DI TENNIS MAI ESISTITO SULLA TERRA ROSSA. L’HO ODIATO NADAL QUANDO TALVOLTA UMILIAVA IL MIO  FEDERER. MA DI QUELL’ODIO CHIEDO SCUSA. SI VEDEVA IERI NOTTE CHE STAVA TIRANDO DEI COLPI BELLISSIMI, FORSE GLI ULTIMI DELLA SUA CARRIERA. UMANISSIMO. TOCCANTE. IMMENSO CAMPIONE. MI TOLGO IL CAPPELLO, PIÙ E PIÙ VOLTE…" - VIDEO


     
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    Giampiero Mughini per Dagospia

     

    NADAL NADAL

    Caro Dago, e siccome io sono un poveraccio a petto di quei due mostri - Djokovic e Nadal - ieri notte non ce l’ho fatta a seguirli sino alla fine, e dire che lo sapevo che si trattava di un appuntamento epocale di uno degli sport che io amo di più al mondo.

     

    A poco meno della mezzanotte ho spento, e mentre quei due ben che trentacinquenni si stavano tirando l’un l’altro delle cannonate da ogni spicchio del campo. Il primo set lo aveva vinto, con relativa facilità, Nadal. Al quarto game del secondo set Djokovic era come resuscitato e s’era ritrasformato nella sua versione più corrente, uno che gli spari addosso qualsiasi tipo di  palla e lui te la rimanda.

     

    Il secondo set era stato suo, e a questo punto una persona normale si chiede se un trentacinquenne acciaccato qual è oggi Nadal avrebbe potuto frenare le controffensive di un Dyokovic arzillo come non mai. Non so esattamente com’è andata, nel senso che ho soltanto letto il risultato sui giornali. Nadal rivince facile il terzo set e prevale poi nel quarto. Non so se sia stato sommo Nadal e meno sommo d’abitudine Djokovic.

     

    giampiero mughini giampiero mughini

    Certo non era una partita di tennis e bensì una cerimonia, dato che si avvicina il congedo di Nadal, ossia del più grande giocatore di tennis mai esistito sulla terra rossa. E senza dire che quel che ho visto della partita di ieri era tutt’altra cosa del tennis giocato da quei supermen che tirano stangate dall’alto dei loro quasi due metri di altezza, ossia i grandi della next generation, quelli di cui Nicola Pietrangeli dice che lo fanno morire di noia. Tirano stangate tirano stangate tirano stangate. Fanno piovere dall’altro di un primo piano quelle bombe a uomo che sono i loro servizi. Dio che noia,

     

     

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    Laddove il tennis di ieri notte era un tennis giocato da esseri normali, da gente alta meno di un metro e novanta, da trentacinquenni che corrono, fintano, liftano, si mordono le labbra quando sbagliano un colpo. E a questo proposito io devo pagare un debito morale, e questo nei confronti di Nadal. Sì, perché io Nadal l’ho “odiato”, e dire che io non sono uno che odia. Non ho mai odiato nessuno nel campo che è il mio, quello dello scambio anche tumultuoso di parole idee giudizi. Disprezzato intellettualmente quello sì, ne ho disprezzati tanti, tantissimi, odiato mai nessuno. E invece il Nadal che a partire dalla metà del primo decennio del terzo millennio batteva - e sulla terra rossa talvolta umiliava - il mio Roger Federer, sì l’ho odiato.

     

    Quel suo colpo mancino “a uncino” come lo chiamava il grande Gianni Clerici (e il tennis non è più lo stesso da quando l’adesso novantunenne Clerici non ne scrive più) che rimbalzava alto all’altezza del petto sul lato del rovescio di Roger, io l’ho stramaledetto non so quante centinaia di volte.

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    Sì, perché in questi ultimi quindici anni non è che io guardassi le partite di Roger, la mia anima le giocava accanto a lui. Uscivo stremato da certi suoi scontri furibondi che duravano cinque set. Quella finale di Wimbledon di tre o quattro anni fa che durò cinque set, e che Djokovic vinse al tie-break, l’avevo vista rinchiuso in una specie di cantinone e mentre fuori era estate piena. L’ho vista da solo, in perfetto silenzio, come sempre guardo lo spettacolo più grande al mondo, lo sport agonistico. Da quella partita a tutt’oggi non mi sono ancora rimesso.

     

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    Bene, di quell’ “odio” di cui ho detto chiedo scusa a Nadal. E’ stato il mio amico Aldo Cazzullo a dirmi che Nadal è il più grande di tutti i personaggi dello sport e non solo dello sport da lui mai incontrati. Lo si vedeva ieri notte che stava tirando dei colpi bellissimi, forse gli ultimi della sua carriera. Ed era come se si mordesse le labbra quando falliva. E quei cinque o sei movimenti col polso e col braccio come ad aggiustarsi la capigliatura prima di ogni suo servizio. Umanissimo. Toccante. Immenso campione. Mi tolgo il cappello, più e più volte.

     

     

    Giampiero Mughini

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