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Giampiero Mughini per Dagospia
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Caro Dago, nei circa 40 minuti che avrebbero separato il 3-0 realizzato da Ronaldo col suo secondo rigore (e che dava il primo posto del girone alla Juve anche il Barcellona avesse fatto l’1-3) al 94° in cui l’arbitro ha fischiato la fine della partita che avverava il 3-0 a favore dei bianconeri, mi frullavano nella mente le immagini di tre partite fatidiche della Juve in Champions.
La partita di alcuni anni fa in cui stavamo vincendo a casa del Bayern Monaco 2-0 e che pattava la loro vittoria nell’andata. Il Monaco fece poi un primo gol, Lewandoski montò in cielo a segnare di testa il secondo gol, ai supplementari i tedeschi ci fecero il terzo e addirittura il quarto.
barcellona juventus
Oppure la finale con il Barcellona stratosferico di alcuni anni fa. All’inizio del secondo tempo stavamo 1-1 ma era del tutto evidente che prima o poi loro l’avrebbero messa dentro, e così fecero: una seconda e una terza volta. E poi la partita in cui Gigi Buffon rimproverò l’arbitro di avere un metallo al posto del cuore. Nella partita di andata in casa nostra il Real Madrid ci aveva sotterrato per 3-0, ivi compreso il memorabile gol di Ronaldo in rovesciata.
A pochi istanti dalla fine della partita di ritorno noi li avevamo atterrati con un 3-0. Solo che a qualche secondo della fine l’arbitrò fischiò un rigore ai nostri danni che probabilmente c’era ma forse non c’era o comunque non così evidente, e fummo sbattuti fuori dalla Champions
juventus
Stasera a Barcellona la ruota della fortuna ha girato diversamente. Il primo e il secondo gol erano magnifici, il primo un rigore che Ronaldo s’era procurato perforando il difensore avversario e costringendolo al fallo, il secondo una magistrale conclusione di McKennie a chiudere un’azione d’attacco dipinta su un vetro di Murano. Il terzo gol è stato invece fortunoso nel senso che è venuto da un rigore cretinetto che ci aveva regalato un difensore del Barcellona colpendo con la mano una palla che non avrebbe fatto del male a una mosca. Bravissimo Ronaldo a calciare a meraviglia il suo secondo rigore della serata, cosa che non è facilissima mentalmente.
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Poi ci sono stati 40 minuti di assalto degli spagnoli, 40 minuti di angoscia tenendo presente che quest’anno tutti ma proprio tutti, dal Crotone al Benevento, un golletto nella nostra porta lo hanno fatto, e in quei 40 minuti ho visto Messi che al limitare dell’area faceva un tunnel mostruoso a Bonucci, entrava in area a fare danni, solo che si ritrovava nientemeno Ronaldo che gli toglieva elegantemente la palla al modo di un terzino prelibato nell’impedire l’attacco avversario.
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Ecco, in questo episodio è sintetizzata la Juve di stasera, molto vicina alla perfezione in fatto di intelligenza tattica, di coesione dei reparti, di duttilità di ciascun giocatore nelle due fasi della difesa e dell’attacco, di capacità infinita di anticipo e di contrasto. Una Juve che spressava allo spasimo ciascun movimento dei rivali. Una Juve che quest’anno non avevamo visto neppure in lontananza. Una Juve da piangere di gioia, di appagamento intellettuale. 3-0 in casa del Barcellona. Da brividi.
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GIAMPIERO MUGHINI
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