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Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, è ovvio che ciascuno di noi occupa le ore della sua giornata al modo che vuole e che anche quando c’è da ragionare sui mali e le tante angosce che affliggono il nostro Paese lo fa al modo che vuole. In tema di migranti - una questione che sembra stia in cima al sentire nazionale - c’è chi twitta parole di fuoco contro Claudio Baglioni, il quale aveva osato dire che 40 poveri disgraziati in balia delle onde per settimane è un episodio che macchia la dignità del nostro Paese, e c’è chi come me reputa sacrosanto l’intervento di Baglioni. Solo che io, in questo caso purtroppo per Baglioni, non twitto e niente.
mingardi
E invece passo due o tre giorni interi della mia vita a leggere (con immenso piacere) quest’ultimo tomone del mio amico Alberto Mingardi appena edito da Marsilio, La verità, vi prego, sul neoliberismo, un’avvincente difesa del libero agire e del libero contendere in tutti gli spazi possibili della società. Un libro tanto più meritorio e indispensabile in un paese come l’Italia dove la spesa pubblica sfiora la metà del Pli, dove sono in vigore 250mila leggi, dove se vuoi affittare un appartamento a uno studio professionale anziché a una famiglia hai bisogno di un’autorizzazione, dove se metti i pannelli fotovoltaici in cima alla tua terrazza (è stato il mio caso) arriva un funzionario del Comune a chiederti se sì o no hai avuto il parere favorevole dei tuoi vicini di casa.
Il libro di Mingardi è una miniera di dati, informazioni, libri e autori citati quanto mai a proposito, polemiche di alto lignaggio a favore del libero agire e contro la mitomania che lo Stato fa le cose meglio di quanto non facciano i privati, insomma che i funzionari pubblici siano degli esseri superiori.
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Andiamo al concreto, torniamo alla questione dei migranti. Di cui Mingardi si occupa a lungo nel comparto finale del suo tomone. Leggiamo e impariamo. Sì o no l’arrivo in un Paese di gente che viene da altri Paesi è un fatto in sé negativo? Non sembrerebbe, stando al fatto che in uno spicchio del mondo il più ricco e creativo - a Cupertino, in California - metà della popolazione è nata in un altro Paese. E allora la questione è altrove, se il Paese che accoglie è economicamente vitale o se invece è un Paese la cui economia è stagnante e ciascuno vuole difendere con i denti il pochino che ha in serbo. Ovviamente, è il caso dell’Italia. Dove il 59 per cento degli italiani reputa “l’immigrazione” un fatto in sé negativo. Solo che a guardare più da vicino, ti accorgi che quel giudizio verte piuttosto sulle capacità dello Stato di gestire l’immigrazione. Uno Stato le cui lacune preesistono all’immigrazione, ad esempio in fatto di sicurezza, di decoro urbano, di case popolari attribuite secondo criteri politici.
migranti
Prendiamo alcuni aspetti specifici. La propensione a delinquere. Ebbene, stando ai dati di cui disponiamo emerge che la propensione a delinquere degli stranieri “regolari” è del tutto simile a quella degli italiani. Sono gli stranieri “irregolari” che si comportano male, quelli che non hanno documenti, quelli che per lo Stato non esistono. Quando molti di loro furono messi in regola, nel 2007, l’incidenza della loro propensione a delinquere si dimezzò. Anche in assenza di un accesso al lavoro.
migranti diciotti
Così come non è vero che più migranti ci sono più aumentano i crimini. Da uno studio di quel che succedeva nel 2014 nel Paese che ha più migranti al mondo, gli Stati Uniti, risultava che il tasso di carcerazione era dell’1,53 per cento per i cittadini americani, lo 0,85 per cento per gli immigrati illegali e lo 0,47 per cento per gli immigrati legali. Sono dati che fanno riflettere molto più di un tweet così o cosà, non vi pare?
E ancora, e poi chiudo. Secondo Eurispes 2018 solo il 28,9 per cento degli italiani sa che la percentuale di stranieri sulla nostra popolazione è attorno all’8 per cento. Più della metà è convinta che quella proporzione sia infinitamente più grande. Il 35 per cento degli italiani credono che fra noi vivono il 16 per cento di stranieri arrivati da ogni parte; il 25,4 per cento degli intervistati credono addirittura che gli stranieri arrivino al 24,5 per cento, uno straniero ogni quattro abitanti del nostro Paese.
Sono dati impressionanti. A leggere il libro di Mingardi ne troverete molti altri, a caterve. Da cui non potrete non dedurre la cialtroneria dei politici nostrani che agitano la questione degli “immigrati” come la questione di vita o di morte del nostro Paese. Buona lettura.
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GIAMPIERO MUGHINI
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