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    LA VERSIONE DI MUGHINI - ALLA NOTIZIA CHE ENZO MARI SE NE È ANDATO, A STENTO RIESCO A TRATTENERE LE LACRIME. DOPO LA MORTE DI ALESSANDRO MENDINI E DI ETTORE SOTTSASS, I SOLI “GIGANTI” CHE RIMANE DEL TEMPO GRANDISSIMO IN CUI IL DESIGN ITALIANO HA DETTATO LEGGE NEL MONDO SONO MARIO BELLINI E GAETANO PESCE. MARI INVITAVA ALLA “AUTOPROGETTAZIONE”, A FARSELI DA SÉ E CON I MATERIALI I PIÙ UMILI GLI OGGETTI DI CUI FARE E VIVERE – IL CALENDARIO PERPETUO E QUELL’“ALBERO” DI ALLUMINIO AL QUALE…


     
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    Giampiero Mughini per Dagospia

     

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    Caro Dago, alla notizia che Enzo Mari se ne è andato, a stento riesco a trattenere le lacrime. Dopo la morte di Alessandro Mendini e di Ettore Sottsass, i soli “giganti” che rimane del tempo grandissimo in cui il design italiano ha dettato legge nel mondo sono Mario Bellini e Gaetano Pesce.
     
    Beninteso, Mari non lo avevo mai accostato di persona. Non era uomo da accostarsi come se niente fosse, e nei libri di quel grande scrittore che è suo figlio Michele questo emerge chiarissimamente. Un uomo difficile, difficilissimo, arduo. Solo che il suo genio è presente quasi dappertutto in casa mia.
     
    Fra pochi minuti andrò a mangiare in cucina sul cui tavolo è un “albero” di alluminio al quale Mari aveva appeso forchette coltelli e cucchiai, un’idea che poi gli hanno copiato in tanti. Lui se l’era inventata una trentina di anni fa. Un aggeggio che costava qualche decina di euro e non più che questo.

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    Un aggeggio per tutti, come li voleva lui, ché anzi Mari invitava alla “autoprogettazione”, a farseli da sé e con i materiali i più umili gli oggetti di cui fare e vivere. Per me è impossibile pensare a mangiare nella mia cucina se non utilizzando quell’ “albero”, quelle forchette e quei coltelli. E a non dire che non c’è giorno che Dio manda in terra che io non lo cominci maneggiando quel suo calendario sublime in plastica fatto per la Danese 50 e passa anni fa. Lo prendo in mano, cambio giorno e data, sta qui di fronte al computer su cui sto scrivendo. Lo avevo comprato in Francia nei primi anni Sessanta, quando ancora non avevo mai sentito pronunciare il termine “design” né dai professori del liceo né da quelli dell’università. Addio, indimenticabile maestro

     

     

     

     

     

     

     

    GIAMPIERO MUGHINI

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