Giampiero Mughini per Dagospia
giampiero mughini
Caro Dago, c’è che l’alto sport agonistico è una cosa molto più seria che non la politica politicante. Ecco perché non sono minimamente stupito dall’avere appena visto online delle immagini particolarmente stucchevoli di ciò che è avvenuto tra oggi e ieri alla nostra Camera deputati e subito dopo delle immagini particolarmente toccanti del giocatore di basket Giannis Antetokounmpo, nato ad Atene da immigrati nigeriani, il quale stava rispondendo coi fiocchi e controfiocchi a un giornalista che cercava di metterlo in difficoltà.
Quanta a verità e responsabilità delle parole usate, c’era davvero un abisso tra quello che schiamazzavano alcuni nostri deputati, e quello che diceva il giocatore di basket, non a caso divenuto il protagonista del “Buongiorno” di Mattia Feltri sulla Stampa di stamane. Nello sport c’è una gara e una contesa vera, alla fine della quale gli avversari si stringono la mano, e tanto più che nello sport il vincitore nel 99 per cento dei casi se lo meritava di vincere.
massimiliano allegri
Ecco perché mi sono dolorosamente stupito nel leggere sui giornali di oggi che il Mister e sovrano della mia amatissima Juve, Massimiliano Allegri, se n’è uscito negli spogliatoi del dopo Inter-Juve 1-0 di Coppa Italia, mercoledì scorso, in una frase ingiuriosa nei confronti dei nerazzurri: “L’Inter è una squadra di merda”. La verità è che l’Inter di mercoledì sera se l’era meritato eccome di battere una Juve piccina così, punto e basta. Dopo di che stringi la mano al loro allenatore, punto e basta. Speriamo vada meglio la prossima volta, punto e basta. Questo è lo sport, questa è la sua nobiltà. E non c’è da aggiungere altro.
O meglio una cosa da aggiungere c’è. Da alzare il cappello innanzi al campionato stratosferico del Napoli, la squadra che si accinge a stravincere il suo terzo scudetto in un torneo che ha dominato più di quanto avesse fatto ai tempi in cui il suo numero dieci potava il nome di Diego Armando Maradona.
SPALLETTI DE LAURENTIIS 6
Bravissimo il loro presidente che ha comprato per due soldi quel surclassante georgiano dal nome impronunciabile, irresistibile quella loro orchestra di centrocampo mediante la quale è come se osservassero la partita dall’altro, bravissimo e non c’è da dirlo mister Luciano Spalletti, quello che ebbe il coraggio di far capire all’ottavo re di Roma che la sua saga sul campo era finita. Bravissimi azzurri. E questo vale anche per quei loro tifosi che in un modo o nell’altro non perdono occasione per insultarmi, e talvolta anche di rompermi le balle.
giampiero mughini
GIAMPIERO MUGHINI
BUONGIORNO
Mattia Feltri per “La Stampa”
Giannis Antetokounmpo è un grande giocatore di basket. Nato ad Atene da immigrati nigeriani, da ragazzino era apolide e per campare vendeva per strada borse, occhiali, ninnoli vari. Ma ora non è importante la sua biografia. È importante che dopo l'eliminazione dei suoi Milwaukee Bucks per mano dei Miami Heat, un giornalista gli abbia chiesto se la stagione sia stata fallimentare. Giannis ha chiuso gli occhi, ha sbuffato, si è stretto la testa fra le mani e poi: "O mio Dio.
GIANNIS ANTETOKOUNMPO
Mi hai fatto la stessa domanda un anno fa, Eric. Tu ricevi una promozione ogni anno nel tuo lavoro? No, giusto? Quindi ogni anno è fallimentare? Sì o no? No. Ogni anno lavori per raggiungere qualcosa, un obiettivo: ottenere una promozione, essere in grado di prenderti cura della tua famiglia, chessò, comprare una casa, aiutare i tuoi genitori. Lavori per questo, e non è un fallimento. Sono tappe per il successo. Aspetta, non ce l'ho con te…
Ci sono sempre dei passi da fare. Michael Jordan ha giocato quindici anni e ha vinto sei titoli, quindi negli altri nove ha fallito? È quello che mi stai dicendo? È una domanda: dimmi, è così o no? No? E allora perché me lo chiedi? È sbagliata la domanda. Non c'è fallimento nello sport, ci sono giorni buoni e giorni brutti, in alcuni vinci e in altri no, qualche volta è il tuo momento altre no. Questo è lo sport. Non devi sempre vincere. Vincono anche gli altri. E quest'anno vincerà qualcun altro". Cari ragazzi, voi che avete paura del merito e di non essere vincenti, leggete e rileggete le parole di questo vostro magnifico coetaneo, e ricordate una verità banale e antica: fallire non è perdere, è non giocare.
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