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    LA VERSIONE DI MUGHINI - MI SONO DISAMORATO NON POCO DEL CALCIO, MA IERI QUANDO HO ACCESO LA TV PER SAPERE COME FOSSE ANDATA UDINESE-JUVE HO VISTO UN VIDEO CHE MI HA FATTO STRABUZZARE GLI OCCHI. CHE AL SECONDO MINUTO DELLA PARTITA GLI ATTACCANTI DELLA JUVE ERANO ANDATI TUTTI INSIEME A PREMERE IN ZONA D'ATTACCO SUI DIFENSORI DELL'UDINESE, A TOGLIER LORO LA PALLA CHE VLAHOVIC BATTEVA RAPIDISSIMO A FAVORE DI CHIESA, IL QUALE CON UN COLPO DA BILIARDO NE SFONDAVA LA RETE DEI FRIULANI. COSE DA ME MAI VISTE DA TEMPO, COSE INAUDITE. MALGRADO TUTTO E TUTTI, IL GIOCATTOLO CALCIO RESTA BELLISSIMO E…


     
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    Giampiero Mughini per Dagospia

     

    giampiero mughini giampiero mughini

    Caro Dago, ti confesso che a me spiace molto il fatto che il giocattolo calcio rischi di andare in pezzi, e questo perché soverchiato da costi ormai insopportabili per la grandissima parte delle società, italiane e no. E tanto più perché sembrerebbe star dominando il mercato un Paese arabo che può permettersi di comprare giocatori a catinelle a prezzi che offendono la ragione, ivi compresa la ragione sportiva. E' inaudito che giocatori trentenni vadano a "svernare" in un campionato che se trasmesso in Tv dalla Sette, di spettatori ne incamera pochi anzi pochissimi.

     

    L'appetibilità del calcio come fatto sportivo era dovuta al fatto che raccontava la storia di una città, la storia dei suoi tifosi, la storia della società calcistica che da quella città era nata e dunque la storia di alcune famiglie italiane che hanno fatto la storia del calcio. La famiglia Agnelli a Torino, i Cecchi Gori a Firenze, la famiglia Sensi a Roma, la famiglia De Laurentiis a Napoli.

     

    udinese juventus udinese juventus

    E a non dire che ciascuna squadra italiana era esaltata da un campionissimo italiano nel quale noi tifosi ci identificavamo, Baggio a Firenze, Del Piero a Torino, "Pupone" Totti a Roma, il diciannovenne Rivera a Milano. In una delle squadre della Juventus più forti di sempre, quella degli anni Settanta che si riversò tutta intera nella nazionale italiana ai campionati del mondo del 1978, undici giocatori su undici erano italiani.

     

    Laddove oggi di italiani in una squadra italiana ce ne sono un paio, qualche volta tre. Quella dei lontani anni Settanta era la Juventus i cui giocatori mettevano la firma su un contratto in cui non era indicata la cifra d'ingaggio, ed erano contenti così. Oggi il primo cretinotto pretende un bel po' di milioni di euro netti come ingaggio annuo, e a parte i soldi che devi scucire e sonanti agli intermediari che li rappresentano. Due anni di stadi vuoti a causa del Covid hanno dato il colpo di grazia a un torneo italiano che è divenuto di serie B rispetto ad altri tornei europei e credo che l'ex ct Roberto Mancini lo sappia meglio di noi tutti, da cui le sue decisioni personali di abbandonare l'Italia.

     

    GIAMPIERO MUGHINI GIAMPIERO MUGHINI

    Per tornare al fatto che nel calcio di un tempo ciascuna squadra raccontava la storia di una città e di una famiglia, ai miei occhi era indigeribile il fatto che non ci fosse più alcun membro della famiglia Agnelli al vertice della squadra bianconera. Più ancora che ne fosse stato congedato Andrea Agnelli, l'uomo che ha raccattato una Juve precipitata in serie B e l'ha ricostruita tanto da farle vincere nove scudetti di fila. Sarà questo o non so che cosa, certo è che la Juve dell'anno scorso appariva come una squadra senz'anima e a parte i punti che ci sono stati levati stante che "punire" la Juve è uno sport che in Italia va alla grande.

     

    Confesso che il tutto mi aveva e mi ha disamorato non poco del giocattolo calcio, altrimenti così prezioso a noi tutti. Sarà che avevo amici a cena, fatto è che ieri sera non ho acceso il televisore all'ora in cui cominciava Udinese-Juventus. A tarda sera l'ho acceso per sapere come fosse andata e ho visto un video che mi ha fatto strabuzzare gli occhi.

     

    udinese juventus udinese juventus

    Che al secondo minuto della partita gli attaccanti della Juve  erano andati tutti insieme a premere in zona d'attacco sui difensori dell'Udinese, a metterli in difficoltà, a toglier loro la palla che Vlahovic batteva rapidissimo a favore di Chiesa, il quale con un colpo da biliardo ne sfondava la rete dell'Udinese. Cose da me mai viste da tempo, cose inaudite. Malgrado tutto e tutti, il giocattolo calcio resta bellissimo e a suo modo misterioso. Misterioso più di qualsiasi altro sport agonistico.

    udinese juventus udinese juventus

     

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