Giampiero Mughini per Dagospia
giampiero mughini (1)
Caro Dago, premesso che la senatrice grillina Alessandra Maiorino ha tutto il diritto di pensare peste e corna di te e scriverlo e videotrasmetterlo eccetera, da cittadino della Repubblica io ho il diritto di chiedermi che razza di gente segga oggi nella Camera Alta del nostro Paese.
E’ del tutto ovvio che la Maiorino non sa bene di che cosa stia parlando, tanto è vero che punta il dito accusatore sulla tua “barbetta” e sui tuoi “anelli” o magari su un episodio televisivo di cento anni fa (quando tra te e Vittorio Sgarbi accadde quel che purtroppo la Tv chiede e spera, una baruffa purchessia), robetta irrilevante a costruire qualsivoglia ragionamento.
Non sta a me elogiare il tuo sito, la sua valenza a rompere i coglioni a chiunque e sempre, il tuo andirivieni tra l’alto e il basso, le tante puttane cui dai rilievo collocate dopo o prima i testi di alcuni scriventi non conformisti che se non ci fosse il tuo sito potrebbero vendere cipolle sott’olio a Porta Portese (quorum ego).
ALESSANDRA MAIORINO
Non sta a me elogiare il fatto che certe notizie di quelle che inducono a un sonno profondo (tipo quella di Di Maio che incontra Draghi e ne ricava “un’ottima impressione”) tu le offri in modo da farle diventare vivide. Non sta a me elogiare la tua biblioteca personale _ di cui ho un’esatta nozione _ e invitare la Maiorino a prenderne coscienza in modo da elevare alquanto il suo quoziente intellettuale. Il punto non è questo.
ALESSANDRA MAIORINO
Il punto è la marea infinita di stupidaggini da cui siamo sommersi, a ogni momento della nostra giornata di cittadini della Repubblica. Tra giornali di carta che purtroppo leggono in pochi, siti, blog, tweets, video tramessi sull’uno o sull’altro canale, a ciascun essere umano arrivano tonnellate di parole, chiacchiere, vaniloqui, rumori fatti con la bocca, esibizioni vanitose e raccapriccianti, eccetera eccetera.
La mia idea è che per un cittadino della Repubblica dovrebbe bastare un’ora al giorno per occuparsi della politica del nostro Paese. La politica, quella di cui Borges confidava a Vargas Llosa che era “una forma del tedio”, un vacuo arrovellarsi sul nulla. Di certo non era così quando a Montecitorio sedeva Palmiro Togliatti, quello che assieme allo jugoslavo Tito era l’unico sopravvissuto fra i commensali di Stalin degli anni Trenta, ossia di quello che ha avuto la gloria di essere il più grande criminale della storia dell’umanità (Milovan Gilas dixit).
ALESSANDRA MAIORINO
A quel tempo la posta in gioco era alta e drammatica, con le rovine fumanti della Seconda guerra mondiale ancora calde. Oggi è diverso, e seppure la pandemia sia una minaccia micidiale per noi viventi. Solo che sulla politica e sulle tragedie di oggi non c’è moltissimo da dire, tre o quattro cose e non di più. Tre o quattro confini tra la verità e la bestialità, tre o quattro cautele, tre o quattro raccomandazioni a che nessuno si inventi la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un’ora al giorno, e non di più. Per il resto c’è l’arte, la bellezza, i romanzi, la storia dell’arte, il cinema, la danza, la pornografia, le storie a fumetti eccetera eccetera. Cara senatrice Maiorino, lei è pronta ad affrontare questi argomenti, questi e cruciali spazi della nostra anima?
mughini e dago foto di bacco