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    MURIEL FURRER SI POTEVA SALVARE? INFURIANO LE POLEMICHE PER LA MORTE DELLA CICLISTA 18ENNE, CADUTA NELLA DISCESA DI KÜSNACHT, ALLE PORTE DI ZURIGO, DURANTE I MONDIALI JUNIORES: LA RAGAZZA È RIMASTA ESANIME A TERRA E NON HA RICEVUTO AIUTI TEMPESTIVI PERCHÉ NESSUNO SI È ACCORTO CHE NON FACEVA PIÙ PARTE DEL GRUPPO DELLA CORSA – L’UNIONE CICLISTICA INTERNAZIONALE HA AMMESSO DI NON AVERE INFORMAZIONI SULLA DINAMICA DELL’INCIDENTE E ORA NEL MIRINO FINISCONO LE…


     
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    Estratto dell'articolo di Marco Bonarrigo per www.corriere.it

     

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    […] davvero Muriel Furrer, 18 anni compiuti soltanto da due mesi, è rimasta esanime e senza ricevere soccorsi tempestivi in un boschetto della discesa di Küsnacht, alle porte di Zurigo, lungo il tracciato della più importante corsa ciclistica planetaria, il campionato del mondo, senza che nessuno si accorgesse che la ragazzina svizzera, morta ieri all’ora di pranzo dopo 18 ore di agonia, non faceva più parte del gruppo della corsa juniores? È possibile che nessun giudice, motociclista o volontario sul percorso abbia visto la sua rovinosa caduta lungo una discesa ripida e a tratti pericolosa dove nei giorni scorsi c’erano già stati incidenti?

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    […] la sua giovanissima vita si sarebbe potuta salvare? In una dolente quanto inutile conferenza stampa convocata ieri sera, organizzatori e Unione Ciclistica Internazionale hanno ammesso di non avere informazioni sulla dinamica dell’incidente (pare che Muriel fosse in coda ad altre due atlete che però non si sono accorte di nulla) ma hanno invocato un’approfondita istruttoria sui soccorsi (sta indagando la gendarmeria) che di certo non sono stati tempestivi ma per colpa di chi non è dato a sapersi.

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    […] Le polemiche infuriano e infurieranno. Stamattina a David Lappartient, presidente dell’Uci e autorevolissimo candidato alla successione a Thomas Bach alla guida del Cio, qualcuno chiederà conto della politica di totale retroguardia della federazione internazionale sulle protezioni indirette in corsa. L’Uci punta a estendere il divieto a usare le radioline in corsa (primo rudimentale mezzo per accorgersi che qualcosa non va) e blocca le trasmissioni via Rete 4G tra computer al manubrio e localizzatore sull’ammiraglia, mezzo efficacissimo grazie anche ai caschi di ultima generazione che emettono segnali in caso di impatti violenti, per localizzare con precisione un infortunato. L’obiettivo è garantire «parità agonistica», il risultato di fatto ridurre la sicurezza.

     

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    Altro problema, il voler a tutti i costi raggruppare le gare giovanili con quelle professionistiche ai Mondiali: un conto è gestire una discesa ripida se ti chiami Van Der Poel o Pogacar (ma anche fuoriclasse come Vingegaard o Evenepoel hanno rischiato la vita per un errore in discesa) un conto farla affrontare a un diciottenne, specie sotto la pioggia come è accaduto giovedì e con un meccanismo di reti di protezione che verrà rinforzato soltanto da oggi. Per Muriel carriera e vita sono finite nel boschetto di Küsnacht a due passi dalla città dov’è cresciuta e ha studiato: le bandiere a mezz’asta dell’Uci non potranno mai consolare i suoi genitori.

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