Gianluca Mercuri per “corriere.it”
APPELLO DEGLI IMAM FRANCESI
«Sarebbe una cosa grande. Se anche solo uno su dieci dei cinque milioni di islamici che vivono in Francia rispondesse all’appello del Consiglio francese per il culto musulmano e domenica si recasse in una chiesa, nell’ora della Messa, in segno di solidarietà dopo Rouen, sarebbe davvero una cosa grande. Tanto grande che, abituati come siamo al cinismo e al pessimismo, quasi fatichiamo a crederci».
Così Avvenire accoglie, in un editoriale firmato da Martina Corradi, l’iniziativa lanciata venerdì dall’organismo ufficiale dell’Islam francese, che chiede ai fedeli di esprimere «solidarietà e compassione» ai cattolici e a padre Jacques Hamel, il sacerdote massacrato martedì 26 luglio da due terroristi islamici nella sua chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray.
«Il rispetto delle altre fedi»
PADRE JACQUES HAMEL SGOZZATO A ROUEN
L’appello invita «i responsabili delle moschee, gli imam e i fedeli a rendere visita alle chiese a loro più vicine in occasione della messa di domenica mattina». Significativa anche la richiesta alle 2.500 moschee di Francia di «cogliere l’occasione della preghiera del venerdì per ribadire il ruolo preponderante che occupa nella religione musulmana il rispetto delle altre fedi, così come degli uomini che le rappresentano». Già martedì il Consiglio aveva definito l’attentato «un atto orribile e terrificante».
La posizione di Papa Francesco
L’iniziativa della massima istanza dell’islam francese è un gesto senza precedenti, che rappresenta una prima risposta importante alle richieste che da tempo le comunità musulmane europee si vedono rivolgere da istituzioni e media affinché condannino senza ombre e senza distinzioni il terrorismo che agisce in nome della loro fede.
L’editoriale di Avvenire, da questo punto di vista, è un’ottima sintesi della posizione — culturale e spirituale — espressa dall’attuale pontificato sulla «guerra mondiale» in corso, che non è, afferma il Papa, una guerra di religione o tra religioni, ma una guerra dichiarata da organizzazioni di assassini in nome di un’interpretazione assassina dell’Islam.
Il no ad «accostamenti sommari»
Marco Tarquinio
La mossa degli imam francesi scalda dunque il cuore della Chiesa, perché — scrive il quotidiano dei vescovi — «si può dire che già questo appello, dall’organismo che rappresenta in maniera ufficiale le 2.500 moschee del Paese, è ciò che si sperava, uno dei segni che si attendevano.
Non solo la presa di posizione di un imam o di un altro, ma l’invito a un gesto corale». Il Papa — accusato anche oggi dalla stampa di destra di immobilismo e di «non chiamare le cose con il loro nome» — si conferma leader concreto che guarda ai fatti e nemmeno nel frangente più drammatico rinuncia al dialogo, convinto che identificare un’intera comunità con il terrorismo sia il più grande assist possibile agli assassini.
L’editoriale ne esprime il pensiero con chiarezza: «Bisognerà vedere se i musulmani di Francia raccoglieranno l’appello: se condividono la nostra volontà di pace o se già, sentendosi sommariamente accostati agli estremisti, non hanno maturato una posizione ostile o timorosa.
Bisognerà vedere e bisogna pregare per questa domenica francese. Quale respiro buono verrebbe a tutti noi, se davvero accadesse, da una domenica francese di solidarietà e di pace». La Chiesa aspetta i musulmani ma non accuserà chi non verrà: sarà colpa dell’«accostamento sommario» tra gli assassini e un miliardo e mezzo di persone.
PAPA FRANCESCO