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    PIANGI OGGI, FRIGNA DOMANI. POI ALLA FINE VINCI – NAOMI OSAKA RITORNA IN FINALE, AL TORNEO DI MIAMI, DOPO AVER DISPUTATO L'ULTIMA 13 MESI FA - NON VINCEVA SEI PARTITE DI FILA DA UN ANNO ED E' STATA VITTIMA DI DEPRESSIONE E DEGLI INSULTI DEL PUBBLICO - “MI HANNO GIÀ URLATO CONTRO IN PASSATO E NON MI HA INFASTIDITO. HO VISTO IL VIDEO DI VENUS E SERENA DEL 2001 E SE NON L'AVETE FATTO, DOVRESTE GUARDARLO…"


     
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    Vincenzo Martucci per “il Messaggero”

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    Bentornata. Naomi Osaka non vinceva sei partite di fila da un anno. Dagli Australian Open del gennaio 2021 s' è fatta notare più per la depressione, per le fughe e per i pianti che per il tennis. Ma, ora che, scesa al numero 77 del mondo, l'ex regina raggiunge la prima finale di Miami col record stagionale di 18 ace in una partita (a 201 all'ora) - «grazie a mio fratello Nick Kyrgios» -, non potete dirle: «Bentornata». 

     

    Vi risponde, ancora in lacrime («stavolta di felicità»): «Non mi sento come se fossi andata via e non avessi giocato più. Ho perso delle partite, ma non credo ci sia una sola avversaria che sia felice di affrontarmi al primo turno».

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    TANTE NAOMI 

    Figlia della cultura (e dalla nascita) giapponese per parte di madre e di quella liberal americana, figlia della Florida e di Long Island dov' è cresciuta, col sangue haitiano di papà, Naomi ha più Osaka dentro delle 7 mascherine diverse che indossò in ogni partita degli US Open per ricordare le vittima delle violenze sugli afro-americani negli Stati Uniti. C'è una Osaka dl gioco estremamente potente; ce n'è una delicata e introversa che non sopporta le curiosità dei giornalisti e, per dribblarle, rinuncia a Roland Garros e Wimbledon; e c'è una Osaka paladina di tutte le ingiustizie che costringe per la prima volta tutto il circuito WTA a fermarsi per solidarietà. 

     

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    Ci sono decine di Osaka che spuntano dalle copertine di riviste di grido, una diversa dall'altra, con capigliature ed espressioni totalmente differenti. E poi ci sono tanti soldi, montagne di dollari, 20 milioni complessivi di premi ufficiali più 50 di sponsor, l'anno scorso, che fanno della giapponese l'atleta più ricca del tennis e dello sport.

     

    Anche se la moltitudine che più preoccupa la 24enne, oggi allenata dal super tecnologico Wim Fissette, sono i pensieri: «A volte mi sento sopraffatta. Contro Belinda (Bencic, battuta 4-6 6-3 6-4 in semifinale), sapevo che non ero in finale da un po' e in un grande torneo da un po', così ho pensato troppo avanti e ho perso il primo game di servizio in cui provavo a chiudere. È solo questione di abituarsi e tornare al ritmo delle cose».

     

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    PSICOLOGO

    Invece di correre a casa a stendersi ogni volta sul lettino dello psicanalista, Naomi, superstar globale, campionessa di multietnicità, potenza mediatica e leadership, che ha soppiantato Serena Williams e Maria Sharapova, lo psicologo se lo porta dietro nei tornei per allenare l'equilibrio e superare subito le difficoltà. Come tre settimane fa a Indian Wells, quando una spettatrice le ha gridato «Fai schifo», congelando le sue emozioni per un intero set, perso 6-0, con l'aggiunta di un 6-4. 

     

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    Naomi ha pianto in campo ma, al microfono, ha dato una lezione al pubblico: «Mi hanno già urlato contro in passato e non mi ha infastidito. Ma è successo qui Ho visto il video di Venus e Serena del 2001 e se non l'avete fatto, dovreste guardarlo. Mi è entrato in testa e continuava a riproporsi». Ricordando il famoso linciaggio verbale delle sorelle Williams e rilanciando i tanti contrasti che la caratterizzano, a cominciare dalla scelta, a 18 anni, di abbracciare la bandiera del Giappone, di cui non parla perfettamente la lingua e dove, per via della pelle, la chiamavano hafu, aumentandone la diffidenza e abbassandone il tono di voce. 

     

    Lei, il primo sportivo del Sol Levante, il simbolo dell'ultima Olimpiade e della donna di successo, è una pedina fondamentale del tennis: ha inchiodato Serena Williams a 23 Slam e ne conta già 4 suoi, ora si oppone alla neo numero 1, Iga Switek, a Miami come nel prossimo futuro. Bentornata. Vincenzo Martucci

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