La Francia vuole «togliere la possibilità di utilizzare armi chimiche» al regime siriano, affinché «mai più si debbano vedere le immagini atroci viste in questi giorni, di bambini e donne che stanno morendo»: lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, intervistato in diretta da TF1.
macron napoleone
Quanto ai tempi di un eventuale intervento, il capo dell’Eliseo si è limitato ad affermare: «Ci sono decisioni che prenderemo quando lo riterremo più utile ed efficace. Abbiamo la prova che la settimana scorsa sono state utilizzate armi chimiche in Siria da parte del regime», ha aggiunto Macron. Uno degli obiettivi della Francia in Siria - ha spiegato Macron - è «rimuovere le capacità del regime di compiere attacchi chimici».
La Ue «Armi chimiche, ci sono le prove»
Anche la Ue ha confermato di avere prove dell'uso di armi chimiche: «Nel rapporto che abbiamo pubblicato domenica c'è scritto che in base ai nostri rapporti la maggior parte delle prove indicano che siano state usate armi chimiche in Siria nell'attacco del fine settimana scorso», ha affermato Maja Kocijancic, portavoce della Commissione europea.
E ha parlato di «un alto numero di civili uccisi, comprese le famiglie che sono morte nei rifugi in cui si nascondevano». In una nota, il portavoce scriveva inoltre che «a quasi un anno dal terribile attacco a Khan Sheikhoun, è motivo di grave preoccupazione che le armi chimiche continuino ad essere utilizzate, specialmente sui civili». E che «l'Unione europea condanna con la massima fermezza l'uso di armi chimiche e chiede una risposta immediata da parte della comunità internazionale».
MACRON BIN SALMAN
«Imminente. Anzi no»
Intanto, nonostante le minacce di un attacco imminente alla Siria, in seguito al sospetto di un attacco chimico che avrebbe provocato più di settanta vittime e mille feriti a Douma, nella Ghouta orientale, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato oggi in un messaggio su Twitter di non aver mai detto quando un intervento in Siria avrebbe avuto luogo.
BAMBINI DOPO L ATTACCO CON ARMI CHIMICHE IN SIRIA
«Non ho mai detto quando un attacco in Siria avrà luogo. Potrebbe avvenire molto presto oppure no!», ha scritto Trump. Il presidente degli Usa ha aggiunto: «A ogni modo, con la mia amministrazione, gli Stati Uniti hanno fatto un grande lavoro per eliminare lo Stato islamico dalla regione».
In conclusione, Trump si è chiesto: «Dov’è il vostro “Grazie, America”?». Con il nuovo messaggio, Trump pare compiere una parziale marcia indietro rispetto alle sue intenzioni di compiere un intervento militare in Siria. Inoltre, Trump conferma quanto affermato mercoledì dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders che, in una conferenza stampa, ha dichiarato che gli Stati Uniti non hanno ancora preso alcuna decisione su un’operazione militare.
La Germania non partecipa
TRUMP PUTIN SIRIA
La Germania non prenderà parte a possibili raid militari in Siria. Lo ha dichiarato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, secondo quanto ha riferito la Dpa. Merkel ha poi aggiunto che Berlino ritiene sia necessario «inviare un chiaro segnale che l’uso di armi chimiche» è inaccettabile.
«Non agire del tutto è anche difficile», ha sottolineato la cancelliera, prendendo le distanze da quei Paesi - Usa, Regno Unito e Francia - che stanno valutando una risposta militare contro il governo siriano. La Germania potrebbe contribuire con un sostegno diverso da quello militare. La cancelliera ha anche criticato il fatto che Mosca abbia bloccato una piena indagine sul presunto attacco con armi chimiche a Douma, dicendo che questo «non mette la Russia in buona luce».
Le mosse di Theresa May
BAMBINI DOPO L ATTACCO CON ARMI CHIMICHE IN SIRIA
Intanto la premier britannica Theresa May ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d'azione missilistico per un'eventuale azione contro il regime siriano e ha convocato una riunione di gabinetto di emergenza. La premier non ha ancora preso una decisione definitiva sull'eventuale partecipazione di Londra a un intervento con gli alleati. Partecipazione che esclude il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, pur condannando come «vergognoso» e «immorale» qualunque uso di armi chimiche in Siria.
Corbyn invoca piuttosto un'indagine dell'Onu e una risposta multilaterale per fermare gli orrori del conflitto siriano. «Più bombe e più uccisioni non salveranno vite umane, ma spargeranno la guerra altrove», ha ammonito. Corbyn fu in passato oppositore inflessibile della guerra in Iraq, decisa nel 2003 dall'allora premier laburista Tony Blair contro la schiacciante opposizione popolare e sulla base di accuse rivelatesi poi false sugli arsenali di Saddam.
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