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    FORSE AVEVA RAGIONE LA ASL – ALL’OSPEDALE COTUGNO DI NAPOLI SONO FINITI I POSTI LETTO PER I PAZIENTI COVID – CI SONO 130 PERSONE ATTUALMENTE RICOVERATE – IL DIRETTORE MAURIZIO DI MAURO: “SONO MOLTO PIÙ PREOCCUPATO ORA CHE A MARZO. STIAMO RICONVERTENDO L’INTERA STRUTTURA. ABBIAMO POCHI PAZIENTI IN TERAPIA INTENSIVA, MA L’AGGRESSIVITÀ DEL VIRUS È SEMPRE LA STESSA…"


     
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    Lara Tomasetta per www.tpi.it

     

    ospedale cotugno ospedale cotugno

    Il Cotugno di Napoli, l’ospedale campano di riferimento per quanto riguarda le malattie infettive e tra i più grandi del sud Italia, sta provvedendo ad aumentare il numero dei posti letto per pazienti Covid, avendo ormai raggiunto l’occupazione massima. Un segnale che la pandemia – come evidenziato anche dai bollettini quotidiani degli ultimi giorni – sta riprendendo vigore in Italia.

     

    In totale sono 130 i pazienti attualmente ricoverati, di cui 16 in subintensiva e 9 in terapia intensiva (4 dei quali intubati). Nella giornata di ieri, fa sapere a TPI Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’Azienda dei Colli – che comprende anche il centro regionale di riferimento per le malattie infettive – è stato convertito un reparto dell’ospedale: “Si stanno liberando circa 20 posti, disponibili entro domani”.

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    “Stiamo riconvertendo l’intera struttura, trasferendo i pazienti che hanno patologie alternative al Covid presso altre strutture di malattie infettive e stiamo trasformando il Cotugno in Covid hospital. Nella prima fase molti pazienti si sono trascurati anche per patologie principali e quindi stiamo cercando di mantenere inalterata l’attività del Monaldi e trasferire tutti i pazienti Covid al Cotugno. A questo punto possiamo implementare i posti letto e rispondere alla domanda che è abbastanza incalzante”, spiega Di Mauro.

     

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    Una domanda incalzante dovuta a un aumento dei casi importante: “Abbiamo avuto si e no un paio di mesi di tregua, siamo da febbraio in trincea. Ma abbiamo sempre sostenuto, dico da infettivologo, che il virus non si è mai modificato. Siamo usciti fuori da un lockdown che ha portato a un abbassamento dei contagi, ma con la riapertura delle frontiere questo virus è stato reimportato e così nelle nostre regioni si stanno verificando focolai autoctoni perché si stanno infettando nuclei familiari interi”, prosegue Di Mauro.

     

    maurizio di mauro maurizio di mauro

    Come spiega Di Mauro, la situazione è ancora sotto controllo: “Rispetto alla prima fase oggi tutti, anche al minimo sintomo, vengono al pronto soccorso. Se questo causa da un lato un intasamento, venendo nelle fasi iniziali della patologia i pazienti tuttavia sono meglio aggredibili dal punto di vista terapeutico, infatti abbiamo pochissimi pazienti in terapia intensiva. Sono state inoltre settate una serie di terapie con risultati positivi: come il cortisone e gli anti-aggreganti. Nelle fasi iniziali avevamo avuto difficoltà a gestire l’azione del virus, ora siamo molto più pronti. L’aggressività del virus però è sempre la stessa”.

    ospedale cotugno 1 ospedale cotugno 1

     

    Il danno maggiore, spiega Di Mauro, è aver pensato che le cose andassero meglio e aver abbassato la guardia: “Le ordinanze vanno rispettate e occorre anche chi controlla che la legge venga rispettata. Con i controlli quasi a zero, gli ospedali vanno incontro a congestione. Si è fatto un lavoro eccezionale a livello regionale che ci ha consentito di aumentare i posti letto”.

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    Ma ora la situazione sta man mano peggiorando e il direttore Di Mauro non nasconde la sua preoccupazione: “Sono molto più preoccupato ora che a marzo, ora lottiamo contro una situazione anomala, con tantissimi asintomatici. L’azione che abbiamo fatto  nei mesi scorsi di tamponare tutti i soggetti che venivano da fuori ha messo la regione nelle condizioni di non far circolare i tanti asintomatici che avrebbero fatto una strage. Dobbiamo non abbassare la guardia, per affrontare nuove criticità”.

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