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    NAPOLI, E’ TUTTO DA RICOSTRUIRE - GIANNI MURA: “TUTTI HANNO DATO IL PEGGIO, A PARTIRE DAL PRESIDENTE PADRONALE, DAI MODI SPICCI E RARAMENTE DIPLOMATICI CON CERTE BATTUTE SU GIOCATORI CHE PENSANO ALLA VITA IN CINA - POI L’AMMUTINAMENTO LA CUI RESPONSABILITÀ, PIÙ CHE SUI GIOCATORI FINISCE PER RICADERE SU ANCELOTTI CHE NON L'HA IMPEDITO. PARTITO HAMSIK, ALLA SQUADRA È VENUTO A MANCARE UN VERO CAPITANO…” - IL RETROSCENA: PRIMA DELLA PARTITA ANCELOTTI GIA' SAPEVA DI ESSERE ALLA FINE 


     
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    Gianni Mura per “la Repubblica”

     

    AURELIO DE LAURENTIIS AURELIO DE LAURENTIIS

    Tra il rispettoso, almeno quello, addio ad Ancelotti e il caloroso benvenuto a Gattuso c' è molto più d' un passaggio di consegne tra due tecnici che si stimano. C' è un Napoli da ricostruire. Non si tratta di un ritocco qua e là, ma di una vera ricostruzione. Gattuso trova un terreno fertile per il 4-3-3 che tanto gli piace. Tutto il resto è da inventare. E sembra strano dirlo, a un giorno dalla tranquilla qualificazione al prossimo turno di Champions in cui il Napoli, imbattuto, ha preso 4 punti al sommo Liverpool. Ma strano non è, perché fuori dall' Europa quella che doveva essere la principale antagonista della Juve per lo scudetto ha collezionato bocconi amari e un distacco pesantissimo. Tutti hanno fatto del loro peggio.

     

    A cominciare dal presidente. Un presidente molto padronale, dai modi spicci e raramente diplomatici. Certe battute su giocatori che pensano alla vita in Cina, con relativi ingaggi che a quei livelli il Napoli non può permettersi. Lo spogliatoio era già in ebollizione per le voci (non infondate) su ingaggi ritoccati in alto a Tizio, non ritoccati a Caio. Il presidente non poteva non saperlo, ma ha buttato benzina sul fuoco. Così arriviamo all'ammutinamento anti-ritiro.

    ancelotti insigne ancelotti insigne

     

    La cui responsabilità, più che sui giocatori che l'hanno messo in atto, finisce per ricadere sul tecnico che non l'ha impedito. Da dipendente che non condivide ma si adegua, Ancelotti in ritiro ci è andato, con tutto il suo staff. I giocatori, tutti a casa. Da quella sera, multe salatissime, s'è aperto il panorama sotto gli occhi di tutti: da una parte c' è la dirigenza, da un' altra la squadra e da un' altra ancora il tecnico. Altro che remare tutti nella stessa direzione. È qui che dovrà intervenire subito Gattuso. Ha l'esperienza e il carisma per farlo, ma i rancori sono stratificati, non facili da scrostare. La squadra ha bisogno di migliorare qualità e incisività del gioco, ma soprattutto di ritrovare la spavalderia e la gioia del gioco, l'orgoglio di appartenenza, la compattezza.

     

    CARLO ANCELOTTI CARLO ANCELOTTI

    Altrimenti non ci si rimette in carreggiata. Partito Hamsik, al Napoli è venuto a mancare un vero capitano. Chi pensa che tutto consista nel portare una fascia al braccio non ha capito nulla. Come chi pensa che adesso sotto esame ci sia Gattuso. Anche lui, certo, ma anche tutti gli altri. La pazienza di un pubblico che in questo imprevedibile smottamento non ha nulla da rimproverarsi non è infinita. Se un po' conosco Gattuso, credo che il suo primo alleato sarà Milik, e il secondo quello che più gli somiglia: Allan.

     

     

     

    PRIMA DELLA PARTITA ANCELOTTI GIÀ SAPEVA DI ESSERE ALLA FINE

    M.S. per il Corriere della Sera

    de laurentiis ancelotti de laurentiis ancelotti

     

    La misura soltanto nelle parole, le ultime pronunciate martedì sera nella sala stampa del San Paolo. Quando Carlo Ancelotti sapeva di essere ai titoli di coda, ma si sforzava di apparire sereno.

     

    Di lì a poco sono iniziate le ore più delicate dell' allenatore che a Napoli era arrivato con un bagaglio di titoli e di entusiasmo. Con la convinzione di essere nella città giusta. Non andrà via subito, si godrà almeno fino a Natale la sua casa con vista sul Golfo. L' incontro con De Laurentiis nell' albergo Vesuvio, martedì sera, è durato un' ora. E sulla scena madre di un dialogo fatto di attestati di stima e tante dimostrazioni formali di cortesia, si sono detti addio. Esonero con la promessa che nel caso in cui trovasse un' altra squadra (l' Arsenal resta in pole) sarà liberato.

     

    ancelotti ancelotti

    L' ultima notte azzurra è trascorsa tranquilla, con il pensiero agli ottavi di Champions e anche alla squadra. Quella divisa da malumori e multe, e che un po' lo aveva tradito. «Facciamoci un applauso, lo abbiamo meritato», così Ancelotti ha salutato i giocatori dopo la larga vittoria contro il Genk. Poi la cena con il presidente e finalmente il ritorno a casa. I social ieri mattina davano voce a Davide Ancelotti, il vice discusso di re Carlo, che ha ringraziato Napoli per l' affetto, con l' orgoglio di chi ha due figli nati in questa città. Poi, il post accorato di Katia Ancelotti: «Ci avete scaldato il cuore, accogliendoci con un abbraccio. Ho conosciuto persone meravigliose, andrò via piangendo».

     

    Restava da svuotare gli armadi, raccogliere le cose nella «casa» di Castel Volturno e leggere (sempre sui social) i ringraziamenti dei suoi ex giocatori. Lo ha fatto molto presto, Carlo, prima che cominciasse il nuovo corso con Rino Gattuso. Lo aveva appena sentito al telefono, per la prima volta dopo mesi. E, nonostante l' amarezza di una situazione che gli era stata nascosta fino alla fine, gli ha dato consigli. Ha salutato i dipendenti del club, si è commosso ancora una volta.

    ancelotti ancelotti

    Mister 20 titoli ci ha messo anche il cuore.

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