Antonio Giordano per www.corrieredellosport.it
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Così, per restare nel solco: da Zalayeta (nella stagione del debutto in serie A) per arrivare a Quagliarella; e poi da Quagliarella a Cavani; e a seguire da Cavani a Higuain; e per «dimenticare» lo «sgarbo», da Higuain a Milik; e a fianco e intorno, per arricchirsi di gol, da Lavezzi a Pandev, da Mertens a Callejon, da un super-bomber a un altro, rimanendo sempre a guardare le stelle da vicino, corteggiandole educatamente o anche ossessivamente.
Ditelo con i gol: e il Napoli c’è riuscito - per investimento, per vocazione tattica e per autorevolezza degli interpreti - si è tuffato in quel mercato gigantesco che racchiude in sé gli uomini dei sogni e un giorno, neanche tanto tempo fa, l’estate del 2013, si allungò sino a Maurito Icardi, lo sfiorò sul serio, come qualche stagione prima, e poi dovette indietreggiare. Icardi Mauro, già: è il centravanti che non tramonta mai, men che meno nei pensieri, che vanno tenuti lì, custoditi nella memoria, e inseguito silenziosamente - e sempre strategicamente - con una discrezione da blindare rigorosamente. Mauro Icardi ad Aurelio De Laurentiis piace da quando era «bambino», l’avrebbe preso dalla Sampdoria anche, ma...
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RUMBA DI SCUGNIZZI - Il Napoli fa sul serio, l’ha dimostrato in questi tre lustri dell’era De Laurentiis, è partito dal nulla ed è arrivato in Europa per dieci anni consecutivi, è alla sua sesta partecipazione in Champions League, si è regalato top player (come s’usa dire) o ha avuto la lungimiranza di lasciarli germogliare nel giardino del San Paolo. Mauro Icardi è una tentazione che può combinarsi in uno scenario ampio, articolato e non esageratamente complesso: il Napoli osserva, ascolta, sonda, rimane lì guardingo, consapevole che anche il proprio mercato potrebbe, improvvisamente e non clamorosamente, vibrare intorno a Lorenzo Insigne, il principe degli scugnizzi che al San Paolo ha dovuto sopportare varie insofferenze e che ha un manager capace di alimentare intorno ai propri assistiti le più apparentemente improbabili soluzioni.
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Il Napoli non ha l'esigenza di vendere
Non lo è la possibilità che Insigne possa rientrare in questo valzer sulle punte, destinazione la Milano nerazzurra: è già esistito, e anche di recente, una sorta di consultazione dell’Inter, che ha provato a capire quanto venga valutato «il monello del gol». Il Napoli non ha l’esigenza di vendere il proprio capitano ma non ha neanche mai negato la possibilità che ciò possa succedere; e Raiola è cosciente delle difficoltà ambientali, un’infida preoccupazione da fronteggiare.
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