Da “la Repubblica”
NATALIA ASPESI
«Io non ho opinioni che non siano copiate dalle opinioni degli altri. Non so nulla dell'Ucraina. Quello che so me lo ha raccontato la mia badante, ma è limitato. E poi ho letto in tempi passati qualche libro di quando l'Ucraina faceva parte dell'Unione Sovietica».
Natalia Aspesi, storica firma di Repubblica , non rinuncia al suo spirito tagliente anche in questa occasione. Ma in realtà ha opinioni chiarissime e sogna un'iniziativa di pace. «Secondo me - dice dal palco - non è più il momento delle opinioni. Chi può farlo, adesso deve prendere delle decisioni drastiche. Se continuiamo a dire che è stata la Nato, o che è stato Putin, non otteniamo niente mentre continua a morire della gente che non ha alcuna responsabilità per quello che succede».
missili russi su yavoriv
Cosa vorrebbe allora Aspesi? «Mi piacerebbe che ogni Paese d'Europa mandasse centomila cittadini disarmati, che si formasse un plotone di un milione di persone, che andassero davanti ai carri armati, anche se io certo non mi metterei in prima fila!», aggiunge con una battuta.
bomba russa inesplosa
«Anche la diplomazia - prosegue - non ne sta uscendo bene, con questi orrendi tavoli con il caffè davanti a quelli che discutono, ucraini, russi». In tutto questo, è l'ultima zampata ironica, «non c'è una donna. Le donne mi sono antipatiche ma quando si tratta di cose orrende ci sono solo gli uomini».
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