Natalia Aspesi per “la Repubblica”
Natalia Aspesi
Si chiude per ora l'appassionato dibattito femminista su quanto sia giusto includere i trans nel genere femminile, avendone discettato tra loro, accademiche femmine di rango, il tutto ufficializzato dalla conclusione di Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicanalista di massima sapienza: e uomo. Nessun trans è intervenuto per dire la sua, forse i loro problemi stanno risolvendoli da soli, come sarebbe giusto e vincente.
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Naturalmente si teneva conto dei trans che si sentono donna, che sanno di essere donne, pur non sbarazzandosi di quel di più che alla nascita li aveva erroneamente classificati maschi. Le studiose del pensiero del sociale e del politico, hanno dovuto anche soffermarsi su problemi pratici quali i luoghi di separazione dei sessi, i conventi, le carceri, e soprattutto i gabinetti pubblici, quelli segnati separatamente con donnina e omino sulla porta, non essendosi ancora provveduto ad altro simbolo per non binari, transgender, asessuati.
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Consentire o non consentire l'uso di quello con donnina anche alle donne provviste di pene? Diventato accessorio femminile, non potrebbe in certi casi conservare la sua origine virile e non sentir ragione, costituendo così una minaccia, una pericolosità per le frequentatrici normodotate dei cessi? Son tutte cose nuove da studiare e mi spiace di non trovare per mia incapacità, ricerche che si occupino dei trans che nati biologicamente femmine, rifiutano il loro sesso scegliendo una identità maschile. diventando uomini.
Quale saranno i loro Wc di riferimento, tenendo conto che in quelli maschili potrebbero diventare loro le vittime di molestie?
Su Netflix è arrivata la terza stagione di The umbrella Academy , storia confusa e apocalittica, in cui Elliot Page che negli episodi precedenti si chiamava Vanya essendo ragazza, finalmente diventa Viktor, essendo diventato anche nella vita ragazzo. Questioni di gusti: quando si chiamava Ellen e nel 2007 era una adolescente piccina e di grazia delicata, protagonista di Juno , adesso a 35 anni è un giovanotto sempre piccino e di grazia delicata.
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Purtroppo sono gli americani, anzi le americane, una valanga di persone di grande scienza e impegno, a occuparsi voracemente della sessualità, però sempre come identità e poco come pratica, perché studiare e approfondire va bene, ma peccare è una brutta cosa. Quindi non esiste ancora un dizionario italiano, che renda praticabile a tutti l'approccio e la comprensione di questi nuovi problemi. Nel mio piccolo di non studiosa del ramo e di persona impegnata ad evitare fastidi e scocciature, questo dibattito che immagino troppo impegnativo per molti (compresa me), mi suscita qualche dubbio.
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Non è che stiamo ridando al pene, sia pure al gabinetto pubblico, il valore simbolico del fallo, cioè della mitica erezione, come fosse un obelisco, un monolito dell'antichità, da temere ma anche adorare, e meno male che per consolarci molti studiosi del ramo ci ricordano la sua somiglianza con un mestolo da cucina. Temo anche che con questo insistere su esclusioni e separazioni, questi progetti di rifiuto e difesa, questi cipigli e sfiducia, ci troveremo senza saperlo a vivere in clausura, in un harem, velate. Tra noi e speriamo qualche trans.
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