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    IL GOVERNO TRABALLA SUI LUPI, NCD ALL’ATTACCO PER VENDICARE L’EX MINISTRO: NO ALLA LEGGE SULLA PRESCRIZIONE - GLI ALFANIANI ACCUSANO I RENZIANI DI AVER ROTTO I PATTI ANCHE SULL’ANTI-CORRUZIONE - LA MAGGIORANZA RISCHIA OGGI ALLA CAMERA


     
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    LUPI E ALFANO LUPI E ALFANO

    Liana Milella per “la Repubblica”

     

    Prescrizione, intercettazioni, anti-corruzione. Ncd parte all’attacco per “vendicare” Lupi, a costo di mettere in difficoltà il governo e votare contro la prescrizione lunga. Accadrà oggi, alla Camera, quando Pd e Area popolare (Ncd più Udc) premeranno bottoni diversi su una riforma che il premier Renzi sponsorizza e che vedrà in aula il Guardasigilli Orlando per metterci la faccia. Giusto mentre fa in fumo per prescrizione il processo a Moggi.

     

    Certo, gli alfaniani non arrivano alla provocazione che, al Senato, sul ddl anti-corruzione di Grasso, farà il socialista Barani: «la pena di morte, la fucilazione in piazza, i tribunali speciali sempre aperti, esposizione al pubblico ludibrio per corrotti e corruttori».

    RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE

     

    Però Ncd, su cui incombe il nome storpiato via tweet di M5S (Nuovo Centro Detenuti), non ci sta a passare per l’alleato mogio e arrendevole del governo solo perché è successo a Lupi quello che è successo. Il fondatore del gruppo Alfano fa la voce grossa sulle intercettazioni («contro la bolla mediatica bisogna accelerare la riforma» dice alla Stampa ) e il vice ministro della Giustizia Costa rispolvera il suo ddl capestro sugli ascolti, rimodellato su quello famoso di Alfano quand’era ministro di Berlusconi.

     

    Il testo delle microspie per non più di 15 giorni, con il bavaglio ai giornalisti. Alfano punta i piedi, «riforma subito». I suoi eseguono, intercettazioni dentro la diffamazione. Come dice il superattivo Alessandro Pagano «se il Pd fa gli stralci dai ddl del governo perché non li possiamo fare pure noi?».

     

    MAURIZIO LUPI MAURIZIO LUPI

    Non basta, arriva la sorpresa sulla prescrizione sempre con gli emendamenti di Pagano e del tuttora capogruppo De Girolamo, scatenata nel pretendere dai pm tempi stringati nelle indagini, al punto da ipotizzare l’avocazione dell’inchiesta da parte del procuratore generale se non vengono rispettati. Emendamenti destinati ad arroventare l’aula di Montecitorio e mettere in difficoltà il governo. Perché sulle proposte di Ap confluirà di sicuro Forza Italia.

     

    Vediamo che succede. Alla Camera oggi si vota sulla prescrizione. Gli alfaniani sono furibondi perché, come dice Pagano, «il Pd ha rotti i patti». Sulla corruzione l’accordo era che fosse pari al massimo della pena più un quarto, «loro l’hanno raddoppiata». «Due vulnus» lamenta Pagano, notoriamente uomo di Costa, «aver tradito un accordo di governo e la fiducia di cittadini innocenti». E allora? «Se bocciano il nostro emendamento che elimina la stortura, noi votiamo contro tutta la legge».

    ALFANO E SCHIFANI ALFANO E SCHIFANI

     

    Detto fatto, la maggioranza si spacca. Per la verità M5S è pronto a mettere a disposizione i suoi voti, «a patto che ci siano tre modifiche » (prescrizione bloccata e raddoppiata, marcia indietro sulla ex Cirielli). Non va meglio al Senato dove domani parte il ddl Grasso. Lui, il presidente, contro chi dice che le leggi già ci sono insiste perché «ogni legge che ci fa fare un passo avanti nel contrasto alla corruzione è necessario, ma nessuno da solo è sufficiente». Ma gli emendamenti sono ben 220, e si potrebbe non chiudere in settimana. Anche qui gli alfaniani remano piano, come quando il relatore D’Ascola propone che chi patteggia non debba restituire la mazzetta. E già, meglio lasciarg

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