yves boisset

IL NECROLOGIO DEI GIUSTIIL MONDO DEI DURI, DEI POLAR FRANCESI, DEI POLIZIOTTI CORROTTI E VIOLENTI NON SARÀ PIÙ LO STESSO SENZA YVES BOISSET, CHE SE NE È ANDATO A 86 ANNI. OTTIMO REGISTA CHE HA DOMINATO GLI ANNI ’70 E ’80, GIRANDO SOLO POLIZIESCHI, GIALLI E NOIR - HA DIRETTO QUASI TUTTI I GRANDI ATTORI FRANCESI, E ANCHE MOLTI ITALIANI: GIAN MARIA VOLONTÉ, AGOSTINA BELLI, PERFINO RAFFAELLA CARRÀ - HA GIRATO UN FILM ALL’ANNO FINO A TUTTI GLI ANNI ’80 POI SI È DEDICATO ESCLUSIVAMENTE AI FILM PER LA TV E ALLE SERIE… – VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

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Il mondo dei duri, dei polar francesi, dei poliziotti corrotti e violenti non sarà più lo stesso senza Yves Boisset, che se ne è andato a 86 anni. Ottimo regista che ha dominato gli anni ’70 e ’80, girando solo polar, gialli e noir, proseguendo la scuola di Jean-.Pierre Melville e di Claude Sautet, ma specializzandosi presto in noir politici con opere come “Da parte degli amici, firmato mafia!” con Jean Yanne, Senta Berger, Sterling Hayden, “L’attentato” con Jean-Louis Trintignant, Michel Piccoli, “Il giudice d’assalto” con Patrick Dewaere, “Alzati, spia” con Lino Ventura e Michel Piccoli, “Canicola” con Lee Marvin, Miou Miou.

gian maria volonte l'attentato

 

Ha diretto quasi tutti i grandi attori francesi, da Lino Ventura a Michel Bouquet, da Michel Piccoli a Bruno Cremer, da Jean-Pierre Marielle a Claude Brasseur, ma grazie alla logica delle coproduzioni ha diretto molti attori italiani, Gian Maria Volonté, Agostina Belli, perfino Raffaella Carrà nel suo unico noir quasi a luci rosse, “Il caso venere privata”, tratto da un romanzo di Giorgio Scerbanenco, che i fan della Carrà sicuramente ricordano bene.

 

il caso venere privata

Nato a Parigi nel 1939, dopo gli studi all’IDHEC, la scuola di cinema, Yves Boisset si divide tra la critica militante e il ruolo di assistente nelle coproduzioni di fine anni ’50 e primi anni ’60. Scrive su fanzine scatenate come “Midi minuit fantastique”, lavora sul grande cinema americano degli studios assieme a Bertrand Tavernier e Jean-Pierre Coursodon, e si fa un’esperienza di set come assistente di Yves Ciampi, “Il vento si alza” e “La spia del secolo”, Sergio Leone, “Il colosso di Rodi”, l’amato Jean-Pierre Melville, “Lo sciacallo”, il Claude Sautet di “Corpo a corpo” e per ben tre film di Riccardo Freda, “Trappola per l’assassino”, “Moresque” e “La morte non conta i dollari”.

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Sono forse Melville e Freda i registi da cui apprende di più. Esordisce nel 1968 con un giallo di coproduzione alla Freda, “L'assassino ha le ore contate” con Claudio Brook, Margaret Lee e Klaus Kinski, per proseguire nel 1970 poi col giallo “Il caso venere privata” con Bruno Cremer, Renaud Verley, Marianne Comtell e Raffaella Carrà nel suo grande ruolo erotico al cinema.

L’uomo venuto da Chicago

 

E’ un’opera maggiore “L’uomo venuto da Chicago” con Michel Bouquet come poliziotto violento, Françoise Fabian, Gianni Garko, Adolfo Celi e Michel Constantin, un film che ha avuto una serie di guai con il Ministro degli Interni francese del tempo, Raymond Marcellin, che riesce a farlo bloccare in censura per sei mesi e ottiene che le scene con Adolfo Celi venissero riscritte e rigirate. E’ una battaglia. Marcellin lo ritiene un film troppo duro contro la polizia francese. Alla fine, malgrado i tagli, il film ottiene un interesse che Boisset non si sarebbe aspettato.

 

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E diventa così il cineasta politico, di sinistra, che gira film ispirati tutti a fatti reali. Ecco “Da parte degli amici: firmato mafia!” con Jean Yanne, Senta Berger, Sterling Hayden, sulle elezioni a Marsiglia controllate dalle famiglie mafiose. Ecco l’affaire Ben Barka  in “L’attentato”, scritto da Jorge Semprun e Ben Barzman con Jean-Louis Trintignant, Michel Piccoli, Jean Seberg, il nostro Gian Maria Volonté e Roy Scheider. Un film importante per il tempo.

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Come fu importante “Ras Nulla da segnalare”, il film sulla guerra d’Algeria con Jacques Spiesser e Jacque Villeret. O il razzismo messo in scena in “Vacanze di sangue” con Jean Carnet, Isabelle Huppert, Pino Caruso. Più tradizionale “Una donna da uccidere” con Marlène Jobert e Tomas Milian. Ma tratta della politica che si intromette nella polizia giudiziaria con “Un giudice d’assalto” (“Le Juge Fayard dit « le Shériff ») con Patrick Dewaere e Aurore Clément. E’ un’opera maggiore “Un taxi color malva”, girato in Irlanda con un cast internazionale, Fred Astaire, Charlotte Rampling, Philippe Noiret, Agostina Belli.

 

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Gira un film all’anno fino a tutti gli anni ’80. “La chiave nella porta” con Annjie Girardot e Patrick Dewaere, “La femme flic” con Miou Miou, “Alzati, spia” con Lino Ventura, “Il prezzo del epricolo” con Michel Piccoli e Gerard Lanvin. Riesce a scritturare Lee Marvin per “Canicola”, dove ha problemi con la produzione. Il suo ultimo film al cinema è “Radio Corbeau” con Claude Brasseur e Christine Boisson. Poi si dedicherà esclusivamente ai film per la tv e alle serie. Lavorando tanto. Come sempre. Sugli stessi temi.

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