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Marco Giusti per Dagospia
Se ne va Tisa Farrow, attrice, ma soprattutto sorella più giovane di sette anni della ben più celebre Mia. Ne dà notizia proprio Mia Farrow su twitter. “Se esiste un Cielo, sicuramente la mia bella bella sorella Tisa è stata appena accolta. Era la migliore fra noi. Io non ho mai incontrato persona più generosa di lei. Amava la vita e non si è mai lamentata. Mai. E’ stata un’infermiera per 27 anni, una meravigliosa sorella di Steffi, Prudence e mia, una madre devota per Jason, che è morto in Iraq, Bridget e il piccolo nipotino Kylor, luce della sua vita. Se ne è andata rapidamente come si è addormentata ieri mattina. E’ difficile per tutti noi che l’ammiriamo e la amiamo così profondamente”.
Curiosamente Mia non ricorda la carriera da attrice di Tisa. Forse per lei non così importante. Ma i suoi tre film di culto italiani ce li ricordiamo tutti. Nata nel 1951 a Los Angeles, figlia, come Mia e come le sorelle del regista John Farrow e della bellissima attrice Maureen O’Sullivan, ha interpretato una ventina di film tra gli anni ’70 e i primi ’80, quasi sempre da protagonista, tra l’America e l’Italia. Il suo primo film è “Homer” di John Trent con Don Scardino del 1970, dove venne funestata da ogni tipo di sciagura. Cadde nella tana di una marmotta e si ruppe un tendine, si prese la rabbia da un gatto malato.
Ha poi il ruolo di Pepper nel bel noir di René Clement “La corsa della lepre attraverso i campi” con un cast internazionale che includeva Jean-Louis Trintignant, Robert Ryan, Lea Massari, Aldo Ray. Gira poi “Qualcuno lo chiama amore”, secondo film del produttore James B. Harris con Zalman King, Carol White e Richard Pryor, con anteprima al festival di Cannes. La troviamo anche in “Only Gods Knows” di Peter Pearson. E’ con “Una magnum speciale per Tony Saitta”, girato in Canada da Antonio De Martino con Stuart Whitman, John Saxon, Martin Landau, Carole Laure, che si avvicina al cinema italiano. Non è la prima scelta, però. Sostituisce al volo Tiffany Bolling che si è fatta male prima delle riprese del film.
Gira ancora in America “Le due sorelle” di Robert Joy con Shelley Winters e Kay Lenz. Si parla di lei come protagonista di un film, che non si farà, “Vicky”, biopic su Victora Woodhull, la prima candidata a presidente americana. Quando la chiama James Toback come protagonista femminile del bellissimo noir “Rapsodia per un killer” con Harvey Keitel e Jim Brown, più che come attrice, i giornali si domandano che fine avesse fatto Tisa Farrow. A 25 anni, con un matrimonio, un figlio di 7 anni, Jason, e un divorzio alle spalle, per crescere il figlio, leggiamo in un giornale del 1977, Tisa alterna la scarsa attività di attrice con quelle di tassista e cameriera.
tisa farrow e aldo ray in la corsa della lepre attraverso i campi
Siamo un po’ nella serie B con “Il mio scopo è la vendetta” di William Fruet con Perry King e Don Stroud, ha un ruolo minore nel televisivo “Il rapimento di Patty Hearst” di Paul Wendkos con Dennis Weaver e Lisa Eilbacher, mentre in “Manhattan” di Woody Allen ha un ruolo ancora più piccolo. In “Rebus per un assassino”, mystery politico di William Richert incrocia Jeff Bridges, John Huston, Anthony perkins, Eli Wallach, perfino Tomas Milian e Toshiro Mifune. Il film fu un disastro quando uscì, anche perché I suoi produttori, che alternavano al business del cinema quella del traffic di marijuana, vennero uno, Robert Sterling, arrestato 16 giorni prima dell’uscita del film, e, l’altro, Leonard Goldberg, ucciso dai cravattari della mafia.
tisa farrow in l'ultimo cacciatore 1
A questo punto, verso la fine degli anni ’70. Tisa Farrow viene chiamata in Italia per ben tre film da protagonista, assolutamente stracult, “Zombi 2” di Lucio Fulci, “Antropophagus” di Joe D’Amato e “L’ultimo cacciatore” di Antonio Margheriti. Non girerà più altro. Lavorerà per 27 anni come nurse nel Vermont, avrà due figli, uno, Jason, morto in Iraq non in battaglia, ma per overdose. Carina, molto simile a Mia, fragile, poco convinta nel suo ruolo di attrice, non era proprio portata.
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