Marta Musso per "www.repubblica.it"
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Un chiodo fisso, o meglio una vera e propria ossessione per il sesso. A tal punto da non riuscire a controllare i propri impulsi. È questa la caratteristica principale delle persone con dipendenza da sesso (sex addiction), un disagio psicologico e comportamentale nel quale si sperimenta, appunto, la necessità compulsiva di avere rapporti sessuali, o comunque di pensare al sesso.
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E ora, una nuova ricerca dell'Università del Minnesota suggerisce che questo disturbo è molto più comune di quanto si pensasse finora: dall'analisi, pubblicata su Jama Network Open, è emerso che quasi il 9% delle persone che vivono negli Stati Uniti abbia delle difficoltà a controllare i propri impulsi e comportamenti sessuali.
• LO STUDIO
Lo studio ha coinvolto più di 2.000 persone, di età compresa tra i 18 e i 50 anni, chiedendo loro di completare un test di screening per disturbi sessuali compulsivi.
Dall’analisi, contrariamente a quanto si aspettavano i ricercatori, l'8,6% dei partecipanti ha riportato sintomi che rientravano nella definizione di sexual addiction. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che il divario tra uomini e donne era molto piccolo: poco più del 10% degli uomini, rispetto al 7% delle donne.
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“Storicamente, si pensava che i comportamenti sessuali compulsivi colpissero soprattutto gli uomini, ma in questo studio anche le donne hanno dimostrato di avere difficoltà nel controllare gli impulsi”, ha spiegato l'autrice dello studio Janna Dickenson, dell'Università del Minnesota.
Questi comportamenti, precisa l'esperta, possono variare ampiamente e diventare un serio problema quando influenzano negativamente la vita delle persone, compromettendone le altre attività quotidiane e sociali.
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• IN ITALIA
Stando a una ricerca coordinata da Franco Avenia, presidente dell'Associazione Italiana per la Ricerca in Sessuologia (AIRS) e vice presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, insieme alla collega Annalisa Pistuddi, è emerso che nel 2007 in Italia la percentuale di uomini dipendenti dal sesso era del 10%, mentre per le donne non superava il 2% .
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“Dati questi confermati da una successiva ricerca Airs, nel 2009, sul desiderio sessuale che vedeva scendere il numero dei maschi dipendenti, dal 10 al 9%, e crescere quello delle donne con la stessa dipendenza dal 2 al 3%”, commenta Avenia.
“Va precisato, tuttavia, che le differenze nelle ricerche svolte negli anni hanno spesso dato risultati molto diversi tra loro.
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Negli Stati Uniti, per esempio, nell’ultimo quinquennio si stima che i sexual addicts si attestino tra i 9 (American Association for Marriage and Family Therapy, USA 2013) ed i 12 milioni (Newsweek, 2014)”. E ancora, precisa l'esperto, una revisione della letteratura svolta nel 2014 (da Karila L. et al.) ha stimato la dipendenza da sesso negli Usa tra il 3 ed il 6%.
“Dati che apparirebbero confortanti, se non si tenesse conto della grande difficoltà d’individuare le caratteristiche specifiche della dipendenza, spesso assai ben nascoste e inconfessate da chi ne è vittima.
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In più va detto che ai campioni, per quanto rappresentativi della popolazione possano essere, manca uniformità e spesso coerenza.
In quello statunitense, i cui dati sono pubblicati in questi giorni, il campione è ristretto dai 18 ai 50 anni, escludendo fasce d’età significative ai fini globali di una valutazione, e che poco si è tenuto conto delle tossicodipendenze e dell’alcolismo, frequentemente accoppiati alla dipendenza da sesso”, spiega Avenia.
• DIFFERENZA DI GENERE
La differenza riscontrata tra uomini e donne americani e italiani potrebbe essere riconducibile a un fatto culturale. “Stati Uniti e Italia hanno due culture molto diverse, e un approccio differente alla sessualità”, continua l'esperto.
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“Nel nostro Paese la sessualità della donna è più condizionata dalla cultura e dalla religione. Basta pensare che, per esempio, in America il consumo di pornografia tra gli uomini è del 54% e tra le donne del 46%. Percentuali che invece in Italia risultano essere del 60% e 30% rispettivamente”.
• SEX ADDICTION
La comunità scientifica ha a lungo dibattuto se la sex addiction fosse una dipendenza reale o meno. Per esempio, l'ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) dell'American Psychiatric Association non la include nella classificazione delle malattie mentali.
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Al contrario, alcuni esperti sostengono sia una vera e propria dipendenza, al pari dell'alcolismo e della tossicodipendenza, in cui l'atto sessuale servirebbe a gestire lo stress e i disturbi della personalità e dell'umore.
“La sexual addiction ha tutte le caratteristiche della dipendenza. Ciò non esclude che alla sua nascita o nel corso della sua evoluzione sia stata accompagnata da disturbi psicopatologici”, continua Avenia.
Ma quali sono i sintomi? “Tra i sintomi, oltre alla centralità dell'oggetto sesso nei pensieri della persona e la sua incapacità di controllare gli impulsi, c'è anche l'astinenza con le sue caratteristiche tipiche, ovvero insoddisfazione, irritabilità, irrequietezza e aggressività”.
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Sebbene non si conoscano le cause e purtroppo per ora non esista una terapia consolidata, la dipendenza da sesso è sempre più diffusa.
“La sexual addiction è sicuramente in espansione e meriterebbe più attenzione a livello scientifico e mediatico, in quanto oltre ai danni che crea nella vita del singolo, dimostra una pericolosità sociale che non è possibile trascurare”, conclude l'esperto.
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