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    SI SALDI CHI PUO’ - “TUTTO A METÀ PREZZO”, NEI NEGOZI DEL CENTRO DI ROMA SCONTI E AFFARI SOTTOBANCO PRIMA DEI VERI SALDI (CHE PER LEGGE COMINCIANO IL 5 GENNAIO) - LA CONFESERCENTI: “È IL CAOS E NESSUNO FA LE MULTE”


     
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    Alessandra Paolini per “la Repubblica - Roma”

     

    «Non lo dica a nessuno... ma su questo cappotto c’è già lo sconto del 40 %». La commessa della Rinascente di piazza Fiume lo dice a mezza bocca, muovendosi con fare guardingo, neanche fosse un pusher di Ponte Milvio. In effetti, qualcosa di proibito c’è: i saldi per legge cominciano il 5 gennaio.

     

    Ma la commessa può star serena. Non è un segreto di stato, piuttosto di Pulcinella, perché i ribassi in tutta Roma sono cominciati già dai primi di dicembre. E tutti lo sanno. In barba alle multe, e ai diktat delle associazioni di categoria.

     

    Basta fare un giro tra i negozi, farsi vedere interessati all’acquisto e la parolina magica: ”sconto” si materializza. E non è uno sconticino da pochi euro. Le percentuali da saldo in molte boutique sono già tra il 30 e il 50 per cento. In via del Gambero, da Jacò c’è persino un foglio ammiccante affisso all’entrata: “Chiedi in cassa”. Su via del Corso, da David Sadler invece il cartello è esplicito “-30%”.

     

    In via Vittoria, nella bottega del cachemire, i prezzi iniziali sono in evidenza sul cartellino, ma la proprietaria ad ogni golf, giacca e abito in caldissima lana applica una riduzione. Tira fuori un quadernetto ed ecco la lista degli articoli con i prezzi ribassati.

     

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    «Per questo pullover posso scendere da 889 a 750», propone soddisfatta. Ma l’acquirente non sembra convinta dell’occasione. Sgrana gli occhi: «Grazie. .. ci penserò ». È la sagra dell’affarone invece da Tally Weijl store per giovanissime stracolmo di ragazzine che si aggirano tra maglie, gonne e felpe in “Offerta speciale”: ovvero tutto a 9,90, 12,90, 19,90 euro.

     

    Insomma, lo scatto per accaparrarsi le cose migliori il 5 gennaio, giorno prima della Befana, chissà se ci sarà. Perché in realtà le cose migliori se le sono portate via i clienti affezionati. Quelli che dai primi di dicembre sono stati allertati dai negozianti con messaggini e biglietti d’auguri che invitano alle svendite “premature”. O più semplicemente allertati con una telefonata. «Vieni domani che sto già con tutto al 50%».

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    La spesa media a famiglia secondo il Codacons sarà di 184 euro. Cifra invariata rispetto allo scorso anno. Ma ha ancora un senso stabilire una data per cominciare i saldi? Non è anacronistico far dipendere gli sconti da un calendario in un mondo ormai globalizzato dove con un clic si compra tutto su internet, di notte, di giorno. Cose nuove, usate o scontate?

     

    Secondo la Confesercenti la risposta è sì. Anzi, secondo Valter Giammaria, presidente dell’associazione «bisognerebbe portare l’avvio ancora più in là nel tempo, cercando di far tornare i saldi un evento, come era un tempo». E non importa se a Londra o Parigi l’inizio è subito dopo Natale. «Lì ci sono altri climi e la collezione invernale si comincia a vendere già a settembre».

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    Certo, i cappotti quest’anno a Roma sono rimasti tutti appesi nei negozi. «Fa troppo caldo e di capispalla ne abbiamo venduti pochissimi», racconta una commessa in un negozio di via Cola Di Rienzo. Ma i commercianti sperano comunque di risalire la china con le svendite che per le imprese rappresentano il 30 per cento di tutto l’incasso dell’anno.

     

    «Questi saldi 2015 — spiega Valter Giammaria — cadono ancora in un momento di estrema difficoltà del settore abbigliamento e calzature e possono comunque rappresentare una occasione di recupero».

     

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    Ma si lamenta: «Anche questa volta abbiamo, purtroppo, assistito al caos più completo con tantissime attività che in spregio del rispetto delle regole che lo vietano hanno effettuato sconti nel periodo inibito e ovviamente con una pressoché assente azione di controllo. Ma soprattutto senza alcuna sanzione».

     

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