Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”
BALZANI PISAPIA
Quando Letizia Moratti, anni fa, cominciò a parlare di un ticket da far pagare a chiunque volesse entrare o uscire da Milano con la macchina, sostenendo che così avrebbe ridotto traffico e inquinamento, si beccò da questo giornale un titolo assai polemico: «Moratti, ma sei scema?».
RENZI PISAPIA
A Vittorio Feltri non andò giù l'idea di una tassa aggiuntiva, da pagare oltre al bollo auto, per poter guidare una scatoletta a quattro ruote. Scema o no, l'allora sindaca del capoluogo lombardo proseguì nella direzione imboccata, introducendo una tariffa quotidiana per circolare in centro sia per chi fosse residente che per chi fosse forestiero. Non la fermarono le proteste, la fermarono le elezioni, che qualche tempo dopo l' introduzione della gabella, la rispedirono a casa.
GIUSEPPE SALA LETIZIA MORATTI
Bisogna dare atto alla prima cittadina dell'epoca di essere stata coraggiosa, perché non solo varò un provvedimento impopolare che le costò la poltrona, ma nel corso del suo mandato finanziò la sostituzione delle caldaie vecchie e inquinanti: 3,5 milioni solo nel 2008, con un finanziamento del 50 per cento.
Soldi veri, mica sgravi. Soldi in buona parte presi dalla fiscalità generale. Soldi che probabilmente, non fosse stata sconfitta alle elezioni per il secondo mandato, avrebbero potuto essere aumentati, utilizzando i fondi dell' area C, ossia del famoso ticket.
BLOCCO DEL TRAFFICO A MILANO BLOCCO DEL TRAFFICO A MILANO
Purtroppo per i milanesi, il posto della Moratti venne preso da Giuliano Pisapia, persona squisita ma con la testa piena di idee sballate, su ambientalismo, solidarismo, terzomondismo e qualsiasi altra cosa faccia rima con comunismo. L' attuale sindaco, nonostante si sia presentato cinque anni fa in campagna elettorale come un arancione, in realtà resta rosso dentro.
E non è solo una questione ideologica, è anche una questione di come si amministra la cosa pubblica. Risultato, molti degli interventi che si sarebbero potuti fare per migliorare la qualità dell' aria di Milano non si sono fatti. Pisapia ha prodotto molto fumo, in tutti i sensi, ma risultati zero.
BLOCCO DEL TRAFFICO A MILANO
Dal 2012 ad oggi, tanto per dare un' idea, l' area C ha portato nelle casse del Comune almeno 150 milioni. Gli incassi da pedaggio ogni anno assommano a circa 20 milioni e dunque in quattro anni Palazzo Marino si è visto versare dagli automobilisti 80 milioni. A questa già rilevante cifra si sommano le multe delle telecamere, che dal gennaio 2012 a settembre di quest' anno (ultimo dato aggiornato) sfiorano i 2,5 milioni.
Considerando che non tutti gli automobilisti pagano subito e altri pagano con una sanzione ridotta del 30 per cento versando entro 5 giorni, siamo a un introito che oscilla fra i 20 e i 25 milioni.
BLOCCO DEL TRAFFICO A MILANO
Diciamo che se è andata male il Comune di Milano ha avuto un gettito di 160 milioni in quattro anni, se è andata bene anche di 180. Un mare di soldi, che nelle premesse avrebbe dovuto essere reinvestito per ridurre l' inquinamento.
Il ticket per l' area C non doveva essere una tassa e basta, ma un modo per incamerare le risorse necessarie ad abbattere le polveri sottili che inquinano il capoluogo lombardo. Dove sono andati questi soldi? Il primo anno un po' di quattrini sono stati impiegati per potenziare le corse dei mezzi pubblici nella cerchia dei Bastioni, poi si sono persi in mille rivoli: il contratto di servizio con Atm, ossia l' azienda tranviaria milanese, i potenziamenti legati a Expo, la gestione delle nuove metropolitane (tra queste l' M4, per la quale sono state abbattute centinaia di piante in corso Plebisciti, quelle per cui è insorto Beppe Grillo).
BLOCCO DEL TRAFFICO A MILANO BLOCCO DEL TRAFFICO A MILANO
Di finanziare la sostituzione delle caldaie inquinanti - le vere responsabili dell' avvelenamento metropolitano - neanche a parlare. Eppure nel 2014, dai controlli a campione eseguiti dallo stesso Comune, risultava che le caldaie fuorilegge fossero ancora il 40 per cento e tra queste ben tremila a gasolio. Tra gli edifici con impianti inquinanti ovviamente figurano quelli pubblici, ma la pubblica amministrazione guidata da Pisapia non pare essersene interessata.
Forse più preoccupato di accogliere gli extracomunitari, il sindaco ambientalista e comunista si è semplicemente dimenticato di occuparsi dei milanesi, dei loro bisogni e dell' aria che respirano. Risultato, dopo mesi in cui lo smog ristagna sulla città, all' improvviso si è svegliato, ricordandosi non solo di essere il primo cittadino, ma pure che alle porte ci sono le elezioni, le quali non lo vedranno candidato, ma comunque vedono schierata per la nomina una sua pupilla, ovvero il vicesindaco Francesca Balzani.
Blocchi del traffico a Milano con lettura della costituzione
E così, tra una fetta di panettone e un brindisi, Pisapia ha varato un ridicolo fermo macchina di tre giorni. Stop alle auto dalle 10 alle 16, cioè dopo che tutti hanno potuto recarsi comodamente al lavoro su quattro ruote e dopo che tutti hanno concluso l' orario in ufficio, così non cambiano le abitudini e non si dà fastidio a nessuno, neanche allo smog.
Del resto, da uno specialista nel produrre fumo, non ci si poteva aspettare altro. Se il sindaco non fosse un avvocato, e per di più dalla querela facile, verrebbe voglia di rifare il titolo pubblicato da questo giornale anni fa. Tranquilli, cari lettori, nei giorni di Natale siamo più buoni, e non dedicheremo a Pisapia l' interrogativo rivolto alla Moratti. Però, se volete fare voi direttamente una domanda al sindaco, inoltriamo volentieri la missiva.
Blocchi del traffico a Milano con lettura della costituzione
PS. Gran parte di ciò che abbiamo scritto per il sindaco di Milano vale anche per i capi giunta delle altre città alle prese con l' inquinamento. In questi anni si sono finanziati con montagne di multe, ma di tutti questi milioni, pochissimi sono serviti per migliorare i trasporti e per sostituire gli impianti di riscaldamento più inquinanti. L' Italia è il Paese europeo dove in assoluto gli automobilisti sono più tartassati.
Le multe sfiorano gli 80 milioni l' anno, quasi una e mezzo a testa per italiano, neonati e invalidi inclusi, e ogni anno portano nelle casse delle amministrazioni 3 miliardi, l' equivalente di una piccola manovra, ma i sindaci preferiscono buttarli in opere inutili, sprecandoli in feste di paese o feste per celebrare il loro mandato. Sarà anche il clima ad aver avvelenato l'aria, ma di certo una mano gliela hanno data molti amministratori. Loro non emettono polveri sottili, ma la polvere tendono a nasconderla sotto il tappeto.