Ernesto Assante per “la Repubblica”
NEIL YOUNG
A 71 anni Neil Young non sembra aver voglia di ritirarsi dalle scene. Anzi: se molti dei suoi colleghi coetanei si limitano a celebrare anniversari, portando in giro il meglio della loro leggendaria carriera, Young al contrario non intende diventare un oggetto da museo.
Ha ancora non solo la carica e la vitalità di un giovane musicista, come dimostrano i suoi concerti, ma ha ancora la curiosità che lo ha sempre animato, continua a scrivere, registrare, cantare, realizza sempre album nuovi ricchi di idee nuove, si muove liberamente in ambiti musicali sempre diversi.
E così è anche per il tour che sta per portare in Italia, il 13 luglio all’Anfiteatro Camerini di Piazzola Sul Brenta (Padova), il 15 luglio al Teatro delle Terme di Caracalla a Roma, il 16 luglio in Piazza Napoleone al Lucca Summer Festival, e il 18 luglio al Market Sound di Milano.
paul mccartney
E ancora di più con l’album in uscita il 17 giugno, che si intitola Earth, terra, parola stampata a chiare lettere sulle t-shirt che erano in vendita durante l’ultimo tour di Young, testimonianza di una fede ambientalista di vecchia data, oggi rinnovata in maniera singolare. Tredici brani dal vivo che coprono tutto l’arco della sua carriera.
Ascoltando il lavoro si percepisce una grande aria di libertà, ci sono brani recentissimi, alcuni inediti, altri del suo repertorio storico...
«Sì, è come viaggiare nel tempo. Mi piace l’idea di poter viaggiare con la mente, di poter andare da un posto all’altro con la fantasia, chiudere gli occhi e farsi trasportare dalla musica, poter andare in giro per il mondo, ovunque, perché l’immaginazione è infinita.
Nella musica non amo le situazioni certe, prestabilite, molti progetti musicali oggi sono fatti così, c’è una storia, un editing, un montaggio, delle regole, dei tempi. Tutto questo ha poco a che fare con la musica, che è nella tua mente, è nel tuo corpo. Questo album ti porta vita per un’ora e mezza e non si ferma, ti porta in un viaggio nel tempo e nello spazio.
NEIL YOUNG
Non c’è mai stato un album così prima, per poterlo mettere su disco sarebbero serviti due cd e nessuno avrebbe potuto ascoltarlo senza interruzioni. Invece con un file digitale ci sono novantotto minuti di musica senza disturbi, è come un film che puoi ascoltare immaginando il tuo scenario ».
Era un progetto al quale stava lavorando da tempo?
«No, è nato per caso, una coincidenza. Avevo pensato di realizzare un album dal vivo e ho iniziato ad ascoltare le performance, tutte, circa 26 show suonati con i Promise of the Real. Ho scelto quelle migliori e, casualmente, tutte le canzoni avevano un legame con la terra.
Ho cominciato a vederlo quindi come un unico flusso, come un lavoro unitario, ed è diventato naturale aggiungere i suoni della natura e alcune parti vocali, una sorta di contrappunto qua e là. Ma sono le uniche aggiunte successive, il resto è tutto fedele alle performance dal vivo».
NEIL YOUNG 1
Abbiamo ascoltato l’album con il suo lettore digitale, il Pono. E il disco, per ora, ha avuto solo un’anteprima su Tidal e non sarà su iTunes.
«Perché iTunes ha delle regole che limitano la creatività e che trovo inaccettabili. Earth è un’unica traccia di 98 minuti, senza interruzioni, iTunes non consente di fare questo.
Ecco tutto. Trovo assurdo che un’artista debba limitare la sua creatività perché il sistema tecnologico non consente brani più lunghi di una certa durata. E non solo: trovo che la scarsa risoluzione audio di iTunes non consenta di ascoltare la musica come dovrebbe essere ascoltata. Puoi riconoscere una canzone ma non ne riceverai il feeling, le necessarie vibrazioni per il tuo corpo. Con i file mp3 noi ascoltiamo circa il 5 per cento della musica che ascoltavamo sul vinile, con il cd era circa l’80 per cento».
Quindi la musica del passato ci piace ancora perché ci offre vibrazioni diverse?
NEIL YOUNG 4
«La maggior parte della grande musica rock è nata nell’era del vinile, quella che ascoltiamo è così scarsa che non c’è paragone, è un trucco, una simulazione: il corpo non ascolta più. I giovani che ascoltano musica oggi non hanno mai sentito quello che abbiamo sentito noi, non è colpa loro, è la tecnologia a essere così.
Le aziende di computer prendono il controllo della musica, fanno regole nuove, e non hanno alcun interesse nell’arte. Io faccio la musica che voglio sentire e cerco di farla nella qualità migliore, non faccio prodotti al di sotto di una certa soglia di qualità audio. Non mi fa dormire pensare alla qualità audio di iTunes».
Per questo il pubblico oggi affolla i concerti ed è meno interessato alla musica registrata?
«Sì, dal vivo ascolti tutto quello che un’artista sa proporre, emozioni, suoni, parole, vibrazioni. È un’esperienza unica anche per chi è sul palco. Per me è sempre stata importante, ora lo è diventata molto di più».
2. IL PERSONAGGIO NEIL YOUNG: IL ROCK NON CAMBIA IL MONDO
Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”
Cover Rs Neil Young
«La musica non può cambiare nulla». Se lo dice Neil Young... In 50 anni di carriera, con i Buffalo Springfield, assieme a Crosby, Stills e Nash o da solista, il rocker canadese ci ha messo sempre impegno. Politico o sociale che fosse.
E nonostante non abbia mollato - «The Monsanto Years», l' ultimo album di inediti pubblicato l' anno scorso è una raccolta di accuse contro le multinazionali dell' agricoltura - la sua fiducia nel rock come rivoluzione sembra spenta. «Ci sono ancora grandi canzoni e grandi cantanti, ma quando ascolti le registrazioni non provi più nulla. Anche se si tratta di brani vecchi che hai amato».
neil young musicares
Non dipende dalle troppe informazioni che ci arrivano. Nemmeno dalle distrazioni che hanno tolto spazio alla musica. «Tutta colpa di come si ascolta la musica oggi. I file di iTunes e simili sono di scarsa qualità: contengono solo il 5 per cento dei dati. Se non senti bene, non provi nulla. Il nostro corpo è sensibile, deve essere solleticato e trovare anche un contatto emotivo. Si parla tanto di alta risoluzione, ma negli anni 60-70 con il vinile tutto era ad alta risoluzione», spiega.
Ecco perché ha sviluppato Pono, un lettore e un servizio di download per file non compressi. Ne ha spedito un esemplare alla sede italiana della Warner, la sua casa discografica, per far ascoltare «Earth», nuovo album pubblicato venerdì e non disponibile sui servizi come iTunes o sulle piattaforme in streaming (tranne Tidal).
Il leggendario Neil Young con moglie sul red carpet
Si tratta di registrazioni live da un tour dell' anno scorso con i Promise of the Real, la band con cui sarà anche in Italia quest' estate (13 luglio a Piazzola sul Brenta, 15 Roma, 16 Lucca e 18 Milano). Il rocker ha scelto brani a sfondo ambientalista. Poi ci ha messo mano.
BOB DYLAN
Non sono i soliti ritocchini per correggere errori o stonature. Young ha aggiunto alle performance versi di animali, suoni urbani, rumori di guerra. «Serve a portare chi ascolta in un nuovo spazio: chiudi gli occhi e parti per un viaggio». Il suo verso preferito è quello del corvo. «È come il narratore, il maestro di cerimonie. Sembra che abbia sempre qualcosa da dire a commento dei testi».
Il finale, dopo una versione tiratissima di 28 minuti di «Love & Only Love», è affidato ai gabbiani e alle onde del mare. Vince la natura? «Anche quando non ci saranno più guerre o suoni urbani, il mare e i gabbiani ci saranno ancora. Non sappiamo cosa accadrà alla Terra, ma di certo facciamo di tutto per accorciarne la vita». Il suo impegno ambientalista non è solo nelle canzoni.
Neil Young
Dal 1985 organizza ogni anno un concertone a favore dei piccoli contadini e ha trasformato la sua Lincoln Continental del 1959 in vettura ibrida. «La LincVolt ha appena raggiunto i 90 mila chilometri. La guido quasi tutti i giorni. Riduce le emissioni dell' 86%. E ora sto lavorando a una serie tv con il materiale girato in questi 8-9 anni».
rolling stones
A ottobre alle porte del deserto californiano ci sarà una tre giorni da storia del rock.
Protagonisti oltre a lui saranno Bob Dylan, Paul McCartney, Rolling Stones, Who e Roger Waters. A vederla così sembra meglio di quella Woodstock di cui fu protagonista. «Non sarà una cosa più grande di Woodstock - frena gli entusiasmi -.
Quello fu qualcosa che coinvolse una generazione intera, c' era un movimento che credeva in musica, vita, pace e amore. Questa sarà una celebrazione di un' era della musica che ormai è passata. Duetti? È ancora troppo presto per pensare a eventuali collaborazioni incrociate sul palco».
PAUL WELLER WHO roger waters 5
NEIL YOUNG