La mia intervista di questa sera a "Cinque Minuti", su Rai 1. pic.twitter.com/CoS3CvKmiw
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) February 22, 2024
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
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Nessun tentennamento sull’Ucraina: dalla parte di Zelensky senza «dare segnali di stanchezza». La preoccupazione per «l’escalation» in Israele che potrebbe diventare un «conflitto di civiltà». E l’incredibile silenzio sulla Russia: non una parola sulla morte di Navalny e sulle responsabilità di Vladimir Putin.
Giorgia Meloni torna a parlare di politica estera. E lo fa, intervistata a Porta a Porta da Bruno Vespa, alla vigilia della sua visita in Ucraina. Da dove, seppur la premier ancora non lo conferma, terrà il G7 alla presenza di Vladimir Zelensky. «Vediamo se lo faremo da Kiev» ha detto la presidente del Consiglio, «ma sicuramente per sabato (domani, ndr ) ho convocato il G7 in occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina».
DASHA E YULIA NAVALNAYA CON JOE BIDEN
La Meloni ha voluto confermare il posizionamento dell’Italia al fianco del governo ucraino. Di più: la premier ha espresso il timore su un possibile raffreddamento del coinvolgimento degli altri Paesi.
«L’Occidente – ha detto – non deve dare segnali di stanchezza. Se non fosse stato per il lavoro che abbiamo fatto noi oggi avremmo un’Ucraina invasa, avremo una guerra molto più vicina a casa nostra. Pallottoliere alla mano, non ci conviene perché noi in Europa non siamo esattamente Paesi che hanno molto investito per difendersi».
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Un riferimento, quello alle scorte belliche, che viene ripetuto spesso in certi ambienti nelle ultime settimane: il magazzino è in esaurimento, motivo per cui c’è un pezzo di politica e di industria che chiedono nuovi finanziamenti e investimenti. Cauta, invece, la posizione della presidente del Consiglio su quello che sta succedendo a Gaza.
[…] Ma a fare più rumore non sono state le parole della premier, quanto i suoi silenzi. Nessun accenno infatti né a Putin né, soprattutto, all’omicidio Navalny. A maggior ragione dopo le polemiche sulle parole del suo vice premier, Matteo Salvini, che - unico leader in Europa - ha messo in dubbio la responsabilità del Cremlino nella morte dell’oppositore politico.
giorgia meloni a cinque minuti
«Bisogna fare chiarezza, ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi» ha detto. Poche ore prima che proprio Putin, rispondendo a una studentessa italiana che vive a Mosca, ha detto: «L’Italia ci è sempre stata vicina, ricordo come sono stato accolto da voi, mi sono sempre sentito a casa». «Un pizzino» lo definisce il senatore di Italia viva Enrico Borghi, che chiederà al Copasir (di cui è componente) di discutere di quanto sta accadendo in queste settimane in Italia. […]
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