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NEL GRAN CAOS LIBICO, L'UNICO A GODERE È HAFTAR (E QUINDI PUTIN) – GLI UOMINI DEL GENERALE DELLA CIRENAICA AVANZANO VERSO TRIPOLI, CHE E' IN BALIA DEGLI SCONTRI ARMATI E DELLE MANIFESTAZIONI CHE PUNTANO A RIMUOVERE IL GOVERNO DI DBEIBAH – COME NEL 2019, HAFTAR VUOLE APPROFITTARE DELLA GUERRA TRA MILIZIE, SEGUITA ALLA MORTE DI AL KIKLI (E DEL PUGNO DI FERRO DEL GOVERNO), PER RIUNIFICARE IL PAESE SOTTO IL SUO CONTROLLO – LE MIRE DI MOSCA E DI ERDOGAN, IL VIAGGIO DELLA DELEGAZIONE SAUDITA E L’IMPOTENZA ITALIANA DI FRONTE AL DISASTRO DELL’EX COLONIA

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1. È TUTTI CONTRO TUTTI IN LIBIA. POTREBBE APPROFITTARNE HAFTAR

Estratto dell'articolo di Andrea Spinelli Barrile per www.ilmanifesto.it

 

a tripoli manifestazioni contro il premier Dbeibah

Le violenze a Tripoli sono riesplose nella notte tra il 14 e il 15 maggio ma gli scontri armati nella capitale libica […] non sono l’unico dato di cronaca cittadina da tenere d’occhio.

 

«Raccomandiamo ai nostri concittadini di evitare di recarsi nella Libia occidentale finché la situazione non si normalizzerà»: a parlare […] è […] Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che ieri mattina ha informato i suoi connazionali in Libia che la situazione, al momento, è incerta. Per usare un eufemismo.

 

GLI SCONTRI tra le forze governative e le milizie di Tripoli non sono finiti e, anzi, si sono inaspriti nelle ultime ore.

 

haftar putin

E le notizie […] non fanno ben sperare: l’auto di Ali al-Jabari, il comandante delle Forze di supporto ai servizi di sicurezza libici, controllate dal ministero degli Interni di Tripoli, è stata presa di mira ieri mattina da un attacco combinato, finendo sotto il fuoco incrociato degli Ak-47 di una milizia la cui identità non è nota.

 

Al-Jabari è uscito illeso ma questo tentativo di omicidio è un altro, grande, tassello nel complicato scenario libico di queste ore.

 

Abdul Ghani Al-Kikli in piedi con Adel Juma, ministro degli Interni, e una delegazione di alto livello

«Da ieri ci siamo nascosti in cantina» dice al manifesto Samir: la sua voce è agitata, i messaggi vocali sono strozzati, si sente il vociare delle figlie in sottofondo. «Si stanno ammazzando tra loro» dice, riassumendo così la nuova balcanizzazione della città.

 

Tutti contro tutti e nessuno che controlla nulla, nemmeno il governo riconosciuto, che perde i pezzi: mercoledì la ministra della Giustizia Halima Al-Buseifi, una delle sostenitrici più ardite del patto di non belligeranza, e di co-esistenza, tra il governo e le milizie tripolitane, si è dimessa mentre le armi crepitavano in città.

 

a tripoli manifestazioni contro il premier Dbeibah

E ieri il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha invitato il procuratore generale libico a fare il possibile per consegnare Osama Almasri Njeim, il torturatore che l’Italia ha rispedito a casa su un volo di servizio […]

 

LA NOTTE SUCCESSIVA, tra il 14 e il 15 maggio, è stata lunga. Lunghissima. Mentre in alcune aree di Tripoli si sparava e si combatteva «c’è stata una manifestazione di protesta: la gente chiedeva le dimissioni del primo ministro Abdulhamid al-Dbeibah e molti invocavano anche l’arrivo di Haftar».

 

La «gente», la chiama Samir: i manifestanti non erano persone comuni o, almeno, non solo.

 

MIGRANTI IN UN LAGER LIBICO GESTITO DAL ALMASRI

Tra loro c’erano i miliziani che fino a lunedì erano comandati da Abdel Ghani al-Kikli e che oggi si trovano senza un comando, senza un lavoro.

 

Loro e le loro famiglie: hanno preso d’assalto l’ex quartier generale della milizia, ora occupato dalla 444esima Brigata fedele al governo, e hanno anche incendiato diversi veicoli blindati. Per tutta risposta, gli uomini della 444esima gli hanno sparato addosso.

 

Quest’ultimo fatto potrebbe essere la nuova matrice dello scandalo e molti media internazionali, soprattutto russi, raccontano queste vicende come «fuoco sui manifestanti».

 

Nel frattempo altre milizie, da Zawiya e legate ad al-Kikli, si stanno mobilitando verso Tripoli, da ovest, e da sud-est sono in arrivo proprio gli uomini di Haftar, che come nel 2019 sembra intenzionato a voler approfittare della crisi tripolitana per mettere le mani sulla città. E sull’intera Libia.

 

Uccisione di Abdel Ghani Al-Kikli - Gheniwa

Gli uomini di Al-Kikli hanno distribuito invece armi leggere ai gruppi armati nei distretti orientali di Tripoli, sono state erette barricate e bruciati pneumatici a ‘Arada e Souq al-Jumaa e il complesso di al-Rajma, al centro di un vecchio accordo tra il governo e le milizie come snodo logistico per le merci, è stato occupato dalle milizie.

 

IN QUESTO CAOS LA TURCHIA, che è uno dei principali alleati del governo tripolitano, ha espresso «profonda preoccupazione» per l’escalation di violenza e si è offerta di mediare per la pace, anche se non è un mistero il quasi cambio di casacca di Ankara, da Tripoli a Bengasi.

 

[…] E Haftar? Ieri la milizia guidata dal gangster Haitham El-Tajouri ha diffuso foto e video di azioni di guerriglia a Tripoli: i miliziani sono a bordo di veicoli con il logo Rib87, gli stessi, molto riconoscibili, che usano gli uomini di Haftar, che continuano ad avanzare verso Tripoli, sebbene più lentamente, da sud e sud-ovest.

 

abdul ghani al kikli in ospedale per visitare adel juma

MENTRE A TRIPOLI regna l’incertezza, e la paura, nell'”altra” Libia, la Cirenaica, si va avanti business as usual: mercoledì, sulla pagina Facebook dell’aeroporto di Benina, vicino Bengasi, è stata pubblicata la notizia della visita di una delegazione saudita, nell’ambito dei preparativi per la ripresa dei voli tra Arabia Saudita e Libia orientale.

 

LE MILIZIE IN RIVOLTA PUNTANO A CACCIARE IL GOVERNO DI TRIPOLI

Estratto dell'articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/05/16/news/libia_dbeibah_governo_tripoli_evacuazione_italiani_farnesina-424213217/

 

Tripoli è sospesa sul baratro, con tutte lefazioni armate l’una contro l’altra. [...] L’operazione lanciata lunedì dal premier Dbeibah per eliminare le milizie con cui era alleato da anni, uccidendo il capoclan Ghani al-Kikli, detto Gheniwa, e attaccando le posizioni della Forza Rada, si è trasformata in un boomerang: i combattimenti tra le abitazioni di mezza città hanno dissolto il consenso della popolazione e il fallimento del blitz lo ha mostrato debole.

 

GUERRA IN LIBIA

È andata in frantumi la coalizione di interessi economici, tribali e criminali su cui si basava l’autorità del premier, guida del governo di unità nazionale riconosciuto dall’Onu ma non ratificato dalle elezioni.

 

Ora i leader libici stanno cercando di approfittare del vuoto di potere.

 

Ieri mattina aerei spia americani hanno sorvegliato la Libia orientale monitorando i movimenti delle truppe del maresciallo Haftar, il signore della Cirenaica appena rientrato da Mosca: viene ipotizzata la possibilità che i suoi reparti tornino a marciare su Tripoli, ripetendo l’assalto tentato invano nel 2019.

 

LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR

[...] Dbeibah sembra avere perso l’appoggio della cittadinanza: mercoledì dopo il tramonto ci sono state manifestazioni in diversi quartieri, animate dai rivali del premier ma anche da persone infuriate per la battaglia tra le case.

 

Un corteo ha cercato di assalire il palazzo presidenziale, dove i pretoriani hanno sparato pure ad altezza d’uomo. Il primo ministro può contare su tre brigate molto combattive, equipaggiate dalla Turchia e addestrate da contractor occidentali.

 

La regia delle operazioni è stata affidata a Mahmoud Hamza, direttore dell’intelligence e comandante della Brigata 444: un altro ex trafficante senza scrupoli, che nelle scorse settimane è stato ricevuto a Washington e ad Ankara, principale sponsor di Dbeibah.

 

SCONTRI IN LIBIA

I turchi però paiono essere stati spiazzati e preparano il rimpatrio dei loro connazionali. Dal 2020 la capitale era ritenuta una sorta di protettorato di Erdogan: negli ultimi mesi sotto impulso della presidenza Trump, Ankara aveva avviato d’intesa con il Cairo un percorso per riunire il Paese, spingendo Dbeibah e Haftar, sostenuto da egiziani e russi, a definire un’amministrazione congiunta.

 

[...] Ora la situazione sembra essere sfuggita di mano alle potenze straniere.

 

SOLDATI IN LIBIA

Un problema particolarmente serio per l’Italia, che dipende da Tripoli per le risorse energetiche e per il controllo dei flussi migratori. L’Eni ha comunicato che le attività estrattive non si sono interrotte. Ma i combattimenti si sono concentrati proprio sulla conquista dei centri di custodia per migranti, paragonati a lager dagli ispettori Onu.

 

[...] L’Italia ormai ha un’influenza limitata sulla partita libica, di cui sono protagonisti soprattutto turchi ed egiziani. [....]

 

Uccisione di Abdel Ghani Al-Kikli - GheniwaOsama Njeem AlmasriLA DIFESA DI ALMASRI BY CARLO NORDIO - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA protesta dei deputati pd sull assenza di giorgia meloni all informativa sul caso almasri foto lapresse IL CASO ALMASRI - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO