Barbara Costa per Dagospia
bdsm porn (4)
Nel porno, le pornostar provano dolore? Come resistono? Come mai se lo fanno fare? Perché strillano in quel modo? E piangono! Si fanno insultare! Non ci rimangono male? Ma che rispetto è? Però a me piace vederle… sono malato? Perverso, depravato? Eh, lo so, sono queste domande sul porno che ai miei Dago-lettori più scafati possono apparire puerili, e che però in tanti si fanno e mi fanno. Sarò diretta e chiara: non c’è alcuna malata perversione a cercarsi e nell’eccitarsi con i porno che prevedono donne umiliate e sottomesse e ingiuriate e proprio perché sono dei porno.
savannah bond (13)
Sicché non sono la realtà, il porno - nessun porno - è mai la realtà ma la rappresentazione cinematografica di fantasie, vizi, alterazioni di una sana sessualità e che tale si esprime onanisticamente con la scelta consapevole di mettersi davanti a questi video. Che sono video - anche gli amatorial - recitati e realizzati con le regole del porno che in gergo si chiamano codici e che prevedono assoluta attenzione al benessere fisico e mentale di chi li fa.
savannah bond e dredd
Tutti/e le performer nei porno i più violenti e sadomaso non provano dolore se non il dolore previamente concordato e calibrato e che il loro corpo allenato è capace di tollerare. Le attrici in video urlano non di dolore reale ma di dolore recitato come copione comanda. Da esse accettato e messo in scena secondo la professionalità la più severa.
alexia anders (2)
Così e solo così funziona il porno professionale, tutto il resto sono chiacchiere a vanvera. In ogni scena, sadomaso e no, ogni più piccolo gesto e mossa e urlo e parola sono concordati tra attori e regista e non c’è gesto e mossa e urlo e parola che non sia recitata e pattuita, compresa la password - vocale o gestuale nel caso che la bocca in scena sia chiusa da mano, bavaglio, sex-toy bdsm - che stoppa ogni porno copula appena il dominato sente un disagio, un dolore, e stavolta vero. E il dolore quello vero in una scena porno è sempre e solo provocato da un motivo: un errore di scena.
savannah bond (2)
È uno dei due o più in scena che, se il partner sente dolore e blocca l’azione, ha commesso un errore. Il girato è interrotto, e chi ha sbagliato si scusa, e la scena riprende soltanto se chi l’ha fermata si è ripreso, sta bene, e se la sente di continuare (ma può andare anche in modo diverso: è di pochi mesi fa il licenziamento di capo di produzione e la messa alla porta di una regista alla sua prima regia da parte di "Kink.com", brand del porno bdsm. E questo perché in una scena in cui l’attrice Alexis Tae era appesa e legata a una fune, avendo Alexis pronunciato la password per bloccare l’azione, la regista ha ritardato lo stop di 45 secondi).
savannah bond (3)
Ma allora, mi obiettano i titubanti d’inizio pezzo, le attrici porno non provano niente? Non ho scritto che non provano niente, ho scritto che non provano il volume di dolore che recitano. L’unico piacere che conta, nel porno, è quello di chi il porno se lo compra. Non quello di chi lo mette in scena. Ovvio che un/una performer, in un anale o vaginale con un pene che è sempre maxi, lo "sente" dentro, eccome.
bdsm porn
Ma non equivale a squagliarsi di orgasmi come si vede. Può succedere, ma è raro e non nell’ordine delle scene montate e rimontate nel risultato finale. Nel porno il concreto piacere delle donne è un bonus. Rimarco di nuovo che non è vero che in un anale attori e attrici porno hanno l’ano anestetizzato: no, no, no e no! È proprio con un ano anestetizzato che un o una performer si può fare male nel porno, perché l’anestetico, gel o puntura, sedando la zona, non permette al proprietario dell’ano di avere il corretto controllo della posizione da tenere, rischiando lesioni, e peggio.
maria kazi (2)
Né si deve credere che attrici magroline siano più in difficoltà a girare una scena porno strong rispetto a attrici dalle forme burrose. Prendo 4 pornocorpi a esempio, quelli sottili di Maria Kazi e di Alexia Anders "contro" le curve accentuate di Savannah Bond e Azul Hermosa. Bene: queste attrici nel girare non attuano accorgimenti se non quello di approntare i loro fisici a ciò che devono porno-rappresentare. Tra i loro strumenti v’è la palestra, perché non v’è attrice/attore che nel porno professionale può affrontare scene pur le meno complicate senza equa tempra e resistenza.
bdsm porn
E infatti, fateci caso: non v’è corpo pornografico che, dopo i primi tempi, mantenga stessa struttura. I maschi mettono su massa. E questo perché affrontare i set non tutti i giorni ma secondo tabelle di marcia rigide non sarebbe possibile senza un sostegno ginnico. Ma non allenano il pene, e no! Tutti gli esercizi ginnici che sul web pubblicizzano per aumentare dimensioni del pene, sono frescacce, e mooolto pericolosi! Ancora: le attrici porno nel porno sono mortificate, e alcune piangono.
azul hermosa tette
Non è vero niente: i porno dove le attrici sono insultate sono porno che quest’attrici hanno accettato di fare, pertanto hanno accettato gli insulti nel copione, e sono girati perché c’è vasto pubblico feticista che tale tipo di porno ama e compra. Libera scelta professionale e libera scelta tra offerta e compratore, e non ci sono offese per nessuno. Medesimo discorso per i porno dove le attrici piangono: per finta, piangono, per il plot che hanno approvato e firmato di girare e per cui vengono pagate.
alexia anders (3)
I porno con più litri di lacrime sono sud coreani e giapponesi. Lì lacrime e porno vanno a braccetto, sono aspetti tipici delle loro culture. La pornografia è un ramo della cultura insita in ogni società, poiché ogni società figlia cultura ed è a sua volta figlia della sua cultura, e della sua pornografia.
savannah bond (12)
Si è - e si rimane!!! - sanissimi nel vedere questi porno pure se si fa parte di una cultura diversa. Solo un male può colpire chi guarda porno ed è il male che prende chi le sue voglie onanistiche se le reprime, che possono prorompere a nevrosi, e come pure prende chi guarda porno in modo compulsivo, annullando ogni altro lato del suo vivere personale e sociale. In questo caso siamo di fronte a un tossico porno, che va curato come ogni altro tossicomane.
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