MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE
Claudio Antonelli per “la Verità”
Il Recovery plan targato Draghi è in dirittura di arrivo. Dal testo in lingua inglese che La Verità ha consultato si evince - va detto - un cambio di passo notevole rispetto alla versione partorita dal gruppo di lavoro di Giuseppe Conte. In comune hanno le somme complessive da spendere (circa 211 miliardi) e più o meno il numero di pagine del documento (poco meno di 500). Per il resto il nuovo testo del Pnrr entra molto più in profondità nei singoli filoni di spesa e anche nei progetti.
GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI
Vale per il settore delle infrastrutture e della transizione ecologica (sebbene resti ancora il capitolo con sfumature più ideologiche), ma soprattutto per la prima parte, quella dedicata allo sviluppo digitale, il cloud, la rete unica e il 5G e il nuovo perimetro di cybersecurity. Un pacchetto che da solo vale circa 25 miliardi di euro. Qui si vede davvero il cambio di passo. E la nuova prospettiva internazionale.
5g mobile
A cominciare dal cloud, il sistema di computing che permette l'erogazione di servizi da remoto tramite Internet. Nella precedente versione, i 5 stelle avevano immaginato di creare una architettura nazionale più che autarchica autistica con l'obiettivo di escludere dal progetto i più grandi player del settore che per inciso sono tutti americani. Avremmo corso il rischio di spendere un sacco di soldi senza garantirci una vera efficacia del progetto finendo tra le braccia di aziende cinesi oppure di quelle franco tedesche.
VITTORIO COLAO
Che in questo settore hanno pestato a oggi numerosi granchi. Il cloud è la fondamentale architettura per il rilancio del sistema digitale della pubblica amministrazione. È il modello necessario per ricostruire la colonna portante digitale della Difesa, della Giustizia e dell'Interno. Senza contare tutte gli altri enti pubblici. Sbagliare l'infrastruttura significa rendere inutili tutti gli altri investimenti per l'innovazione della Pa. Il testo del Recovery plan draghiano mostra tutt' altra strategia.
Si parla sempre di infrastruttura nazionale. Ma stavolta i partner americani saranno elemento essenziale per il passaggio tecnologico. Avrà un ruolo essenziale un player finanziario di Stato (che potrebbe essere Cdp) e altri interlocutori. In prima fila Leonardo. Ma non si escludono Tim con Google o Fincantieri.
CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI
La presenza di grandi aziende italiane permetterà l'investimento diretto nel Paese e la creazione di nuovi rapporti atlantici. Gli americani su questo tema dispongono di tecnologia particolarmente evoluta e non sviluppabile in casa. Almeno in tempi ragionevoli. Il Pnrr, con chiare indicazioni di Vittorio Colao, prevederà una sorta di crown hosting center, la joint venture pubblica privata, a cui dovranno non solo aderire i colossi citati sopra, ma anche numerosi piccoli sviluppatori.
smart city 1
La novità sarà un market place che permetterà alle start up di proporre singole applicazioni destinate a migliorare i servizi della pubblica amministrazione. Se dovesse nascerne un vero incubatore sarebbe per l'Italia una grande cosa. Dal dire al fare, certo, c'è di mezzo il mare.
Però è una strada buona, soprattutto perché riporta l'Italia dentro una carreggiata atlantista senza rompere con gli altri partner Ue. Infatti, l'idea è quella di sviluppare applicazioni che comunichino con la pubblica amministrazione degli altri Paesi, soprattutto, tramite Gaia X, Francia e Germania. Questa parte del progetto trascina con sé gli investimenti sulla rete unica che deve supportare il 5G.
5g 1
L'Internet delle cose e l'uso concreto di applicazioni evolute sono l'estensione necessaria alla banda di quinta generazione. Altrimenti è come avere a disposizione una pista da Formula uno senza auto da farci correre in lungo e largo. L'arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden sta segnando un cambio di passo a cui chiaramente il governo Draghi risponde. L'enorme massa di miliardi messa in campo da Biden sarà un grande volano per gli Usa. Ma anche una calamita per l'Ue.
joe biden.
Per l'Italia sarà la possibilità di riavvicinarsi forse non tanto per avere investimenti diretti, ma per cercare passaggio tecnologico. La prossima sfida dei cinesi sarà l'intelligenza artificiale (dove staccano tutti) e l'Internet delle cose. Almeno qui il Paese sembra riposizionarsi. Forse sarà un modo per contare di più in Europa? Non lo sappiamo ancora. Certo sarà fondamentale. Basta vedere come la Francia si muove in totale autonomia nel campo della Difesa. Altro che caccia Ue. Quando c'è vendere Emmanuel Macron piazza in Egitto i suoi Rafale. Mentre noi facciamo autolesionismo sventolando la sacrosanta bandiera dei diritti umani ma con fini politici tutti interni.