pippo simone inzaghi
ATALANTA-TORINO
Andrea Elefante per gazzetta.it
L'Atalanta è ancora una macchina da gol, il Torino non è ancora la macchina che Giampaolo sta assestando, secondo i suoi principi di calcio. La squadra di Gasperini debutta in campionato vincendo serenamente in rimonta - un'abitudine mantenuta - dopo il gol-illusione di Belotti, concedendosi momenti di grande calcio e ancora qualche errore difensivo di troppo.
TORINO ATALANTA
Il Toro non ha ancora la forza per approfittarne: sta in partita per un tempo, aggrappata a un Belotti sempre più leader, ma nella ripresa denuncia ancora un calo atletico e di convinzione, proprio di una squadra ancora in cantiere. I nuovi - Giampaolo ne ha schierati tre - sono ancora da inserire, le idee di gioco nascono imperfette rispetto al credo del tecnico.
LE SCELTE
gasperini
Giampaolo lancia da titolari i nuovi laterali di difesa, Vojvoda e Murru, da cui non avrà il contributo sperato. Conferma Berenguer trequartista (preferendolo a Verdi) con la coppia Zaza-Belotti. Doppio centravanti (colombiano) anche per Gasperini, con Muriel e Zapata: trio offensivo completato da Gomez, il centrocampo è quello della scorsa stagione, mentre in difesa, con Romero e Djimsiti squalificati e Palomino in ritardo di condizione, fiducia al croato Sutalo, assieme a Toloi e Caldara.
PRIMO TEMPO
gasperini
Due gol nei primi 13', preceduti da una traversa piena di Zaza che si beve Sutalo, ma poi sceglie il tiro di potenza invece che incrociato: il segnale della partita divertente e ricca di errori che sarà. Apre la partita Belotti: Rincon salta secco Gomez, che non lo insegue, Toloi per uscire su di lui molla il Gallo, che taglia come un coltello e infila Sportiello. Il Papu capisce che deve rimediare e ci mette meno di 2', anche perché Rincon lo imita, lasciandolo libero di scegliere e mirare un destro disegnato.
È il momento in cui l'Atalanta prende saldamente in mano il governo della partita, tormentando il Torino sulla fascia sinistra - Vojvoda molto in difficoltà sul martello di Gosens - e con i cambi di gioco già sofferti a Firenze dai granata. Che cadono ancora al minuto 21' - cross di Gomez e fantastico destro incrociato di Muriel, scivolato alle spalle del fragile Murru - e rischiano di crollare al 42', quando il secondo assist di Gomez trova, ancora a destra, il rimorchio di Hateboer, senza che Murru (o Nkoulou in aiuto) riescano a intervenire.
Gian Piero Gasperini fiorentina atalanta coppa italia 1
Ma il Toro, che aveva "visto" il possibile 2-2 al 28' (incursione di Berenguer che inspiegabilmente perde il tempo e non tira), ha se non altro carattere. Quello di Belotti, che tiene a galla la sua squadra appena un minuto dopo: Vojvoda dà il primo segnale di vita mettendo una palla in mezzo, Caldara viene scavalcato da un tentativo di intervento di Zaza, in agguato c'è ancora il Gallo che lascia sul posto Toloi e segna il 3-2 di testa.
SECONDO TEMPO
Chi si aspetta un Toro che completi la rimonta nella ripresa, trova quasi solo Atalanta, che gioca con consapevolezza sempre crescente.
gasperini percassi
L'anteprima del 4-2 è un colpo di testa schiacciato fuori da Hateboer dopo solito cambio di fascia con Gosens, ma passa meno di un minuto prima che la squadra di Gasperini metta in frigo la vittoria: Muriel ha tutto lo spazio che vuole per leggere l'incursione centrale di De Roon, che completa con il gol sicurezza una gara da dominatore del centrocampo.
E lì la squadra di Giampaolo si arrende, nonostante in cambi del tecnico, che si gioca le carte Lukic, Verdi e poi Millico, per disegnare un 4-3-3. Gasperini ha la panchina lunga e la usa, regalando il debutto anche a Mojica e Lammers, appena arrivati. Ma quello che conta di più è poter gestire le energie, governando in serenità la partita: mercoledì l'Atalanta va di nuovo in campo, a Roma contro la Lazio. Una promessa di grande calcio.
SAMP-BENEVENTO
Filippo Grimaldi per gazzetta.it
pippo simone inzaghi
Da 0-2 a 3-2: chapeau, Benevento. Concordiamo: non è la stessa squadra di tre anni fa, su questo punto Filippo Inzaghi ha ragione e non lo certifica solo questo rocambolesco successo per tre a due al Ferraris con cui gli ospiti hanno ribaltato il doppio svantaggio iniziale, certificando la prima crisi della Samp. Certo, gli ospiti devono ritrovare un po’ di cinismo in più, mancato nelle fasi iniziali, in un campionato che si annuncia maledettamente divertente per Moncini e compagni, se queste sono le premesse. La Samp, invece, fa e disfa, illude e si spegne.
Perché i blucerchiati (con il deb Candreva che ha impiegato poco ad inserirsi nei meccanismi della squadra servendo l’assist perfetto per il due a zero) sembrano chiudere la pratica dopo diciotto minuti – uno-due di Quagliarella e Colley e vittoria all’apparenza in cassaforte -, a conferma di un atteggiamento in avvio degli ospiti troppo rinunciatario, che costringe poi il Benevento a un lungo inseguimento.
pippo simone inzaghi
Ma non è così: la squadra di Ranieri, viceversa, doveva dimostrare come il modo in cui era maturata la sconfitta di Torino con la Juve, che tanto aveva irritato Ranieri, andava archiviato alla voce incidenti di percorso, ma su questo punto restano aperti molti dubbi. Il Benevento, invece, certifica che questa squadra dopo avere spadroneggiato in B può crescere anche in A, ma a patto di evitare disattenzioni come quella di Montipò costata la rete del primo vantaggio blucerchiato.
Ne è venuta fuori una gara gestita in larga parte sino all’intervallo da Quagliarella e compagni, anche se il Benevento avrebbe potuto riaprire la partita al 25’, quando Audero ha risposto con una respinta-capolavoro ad un colpo di testa di Moncini e poi si è ripetuto sette minuti dopo su Dabo.
pippo simone inzaghi
Alla squadra di Inzaghi va pure riconosciuto il merito di non essersi mai arresa, approfittando anche di un gioco blucerchiato alla distanza meno efficace. Così (33’) Caldirola ha firmato il suo primo gol in A, ridando fiato alle speranze del Benevento. Il primo tempo si è chiuso con la Samp avanti per due a uno e la ripresa ha confermato la difficoltà dei padroni di casa ad attaccare con efficacia la profondità. Blucerchiati meno propositivi del primo tempo, dunque, che hanno rischiato dopo ottanta secondi di subire il pari ospite, per un retropassaggio avventato di Colley intercettato senza fortuna da Insigne. Inzaghi ha provato a sfruttare di più gli esterni e il gioco ha funzionato: al 27’ angolo dell’ex Caprari e stacco vincente del capitano Caldirola. Due a due e gara che si riaccende nel finale: dopo venticinque secondi dal suo ingresso in campo Gabbiadini ha colpito il palo alla destra di Montipò e poi Jankto è andato a segno, ma in posizione irregolare. Mancava il tiro velenoso dalla distanza di Letizia che al 43’ ha portato il Benevento in paradiso. La Samp, però, deve fare un mea culpa grande così.
CAGLIARI-LAZIO
Da sport.sky.it
pippo simone inzaghi
pippo e simone inzaghi
PIPPO E SIMONE INZAGHI