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    VIAGGIO DA INCUBO NEL SOTTOMONDO DEI VIDEOGIOCHI PORNO, DOVE EROINE ARCINOTE PRESE DA “TOMB RIDER” O DA “TRONO DI SPADE” VENGONO STUPRATE DA UOMINI, ORCHI E DEMONI, PER IL PIACERE DEGLI UTENTI GIOVANISSIMI CHE LO TROVANO UNA COSA “SEXY”. PER LORO IL SESSO FORZATO È AMMIREVOLE, UN SEGNO D’AMORE, UN’ANTICIPAZIONE DEI DESIDERI DELLA PARTNER


     
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    Patricia Herdandez per “Kotaku.com”

     

    Prima di comprendere uno dei video porno on line più popolari di “Tomb Raider”, bisogna tornare a una scena-chiave del gioco. Nel 2013 Lara Croft naufragava su una misteriosa isola, dove veniva catturata da un seguace della setta locale. Lui la prendeva da dietro, la sbatteva al muro, la palpava, ma alla fine lei riusciva a sfuggire allo stupro. La cosa creò controversia, anche perché le minacce di violenza sessuale, in questi giochi, non capitano mai agli eroi tipo Nathan Drake.

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    Nel 2014, due ragazzi formarono un gruppo chiamato “Studio FOW”, con l’obiettivo di creare film porno usando i più famosi personaggi dei videogiochi, messi a disposizione dal programma "Source Filmmaker".

     

    La loro prima “opera” è stata "Lara in Trouble", cioè la versione di cosa sarebbe successo se la Croft non fosse riuscita a scappare. Risultato: viene stuprata in gruppo dai suoi aguzzini. Il video è stato visto quasi tre milioni di volte e ha permesso allo “Studio FOW” di espandersi, arruolando animatori, doppiatori e artisti vari del digitale.

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    Così in “Kunoiki” del 2014 la protagonista Kasumi viene ripetutamente violentata dai demoni, soffre al punto di impazzire, al punto di chiedere sempre più orge. E ora si sta lavorando ai due porno “Arena of Depravity” e “World of Warcraft”, dove la schiava Yrel viene stuprata dagli orchi. Lo “StudioFOW” prosegue con la produzione e fa “crowdfunding” sul sito “Patreon”, grazie a fedeli fan che contribuiscono volentieri.

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    Per loro lo stupro, o la fantasia dello stupro, è una cosa sexy. Le produzioni di “Studio FOW” sono brutali, contano molti primi piani che mostrano i volti sofferenti delle donne. Dopo le scene di sesso, le donne vomitano o sputano il seme, all’unisono da tutti gli orifizi. A volte viene evidenziato il danno interno dei loro corpi, in stile radiografia. Protestano, urlano, piangono, ma l’azione continua.

     

    Lewd Gamer, fondatore dello “StudioFOW” dice che il suo gruppo è nato come reazione al deludente “hentai” moderno. Sono stufi e annoiati dai contenuti in circolazione, vogliono l’harcore più glorioso e insano: «A metà degli anni ’90 il Giappone produceva “hentai” di qualità, ma negli ultimi anni molti studi hanno chiuso, lasciando un vuoto nel settore. Noi emuliamo la vecchia scuola, che non temeva di perlustrare le zone più buie dell’erotismo».

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    Non prendono esempio solo dal genere “hentai” e “anime”, ma anche dal porno tradizionale. Mostrano sesso non consensuale, ma ai fan non piace la parola “stupro”, preferiscono pensare ai loro eroi come “passionali”. Per loro il sesso forzato è ammirevole, un segno d’amore, un’anticipazione dei desideri della partner. Lara Croft e le altre ci godono, lo vogliono.

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    I gruppi simili a “StudioFOW” pullulano sul web, dove c’è tanto di concorso annuale per i migliori film divisi per categorie. Esistono anche i porno consensuali fra arcinoti protagonisti dei videogiochi e l’”SFMLab”, un sito che offre modelli e modelli che ogni utente può utilizzare per creare la sua storia, il suo film. Stesso servizio offerto da “Steam Workshop”, ma qui le scene di sesso sono censurate, il che aiuta molto chi è senza limiti come lo “StudioFOW”. Prendono i modelli in 3D e ci aggiungono quello che vogliono, in piena “libertà artistica”. Alcuni esplorano territori non realistici (tipo la donna-vagina), altri preferiscono le proporzioni femminili canoniche. Infine, arriva il momento dell’animazione, del doppiaggio e della sincronizzazione.

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    So di persone stuprate alle quali piacciono i film di stupro. Dicono che è un modo per elaborare l’esperienza traumatica. Ma i creatori dei giochi realizzano le loro fantasie? Usano il gusto fetish personale? Il co-fondatore “Darkcrow” assicura di no: «Lo facciamo solo per i fan che ci sostengono e che ci hanno portato dove siamo. Il nostro approccio alla sessualità è salutare. Esploriamo il fetish ma usando animazione invece che persone reali.

     

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    In genere c’è un’avversione a discutere degli aspetti psicologici del sesso, ad esplorare i peggiori lati della nostra sessualità. Noi offriamo fantasie ad adulti che sanno distinguerle dalla realtà. Nei film porno reali, invece, non si sa mai se l’attrice viene davvero sfruttata o se finge. Il nostro progetto è molto stimato e seguito in Estremo Oriente, fa parte della loro cultura, ma anche la risposta degli occidentali è ottima, e in crescita».

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    Le aziende dei videogame originali, che ne detengono i diritti, non sono felici del fenomeno e ogni tanto fanno azioni legali. E’ successo anche con la versione erotica di “Trono di spade”, subito fatta cancellare dagli avvocati della “HBO”. L’ostacolo si aggira però facilmente, creando modelle che somigliano ed evocano persone reali e celebrità. I film cambiano a seconda delle richieste dei fan. Ad esempio, fino a poco fa i volti degli uomini che stupravano non venivano mostrati, ora invece le utenti donne pare abbiano chiesto di esplicitare l’interazione, mostrando anche le espressioni maschili.

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