LAURA CIOLI RCS
Mentre i vertici di Rcs restano in attesa del verdetto delle banche creditrici sul nuovo piano industriale firmato dal nuovo ad Laura Cioli, l'azionariato continua a cambiare. Lo scorso 21 dicembre (data della presentazione del piano al mercato) i fondi americani Invesco sono scesi dal 4,83 all' 1,32 per cento.
Il giorno dopo è stata però registrata una new entry: il 22 dicembre, secondo quanto riportano gli aggiornamenti Consob, Schroders ha infatti acquistato il 5,087% del gruppo che edita il Corriere della Sera. Le quote sono detenute in gestione non discrezionale del risparmio attraverso due distinte società controllate dal gruppo britannico.
sede rcs via san marco milano
A Piazza Affari continua, intanto, il recupero del titolo Rcs che ieri ha guadagnato un altro 7% a 0,56 euro con scambi superiori alla media dell' ultimo mese. Un rimbalzo dopo aver toccato un minimo storico a quota 0,446 euro lo scorso 15 dicembre. Comunque da inizio anno l' azione risulta ancora in calo di oltre il 38 per cento.
Il recupero è cominciato dopo il sì dei soci a una nuova delega per aumentare il capitale, che ha dato più tempo al gruppo per trattare le condizioni del debito con le banche, e dopo la presentazione del piano industriale che punta all' equilibrio finanziario senza un aumento di capitale. L' alternativa è la cessione di Veo Tv da cui il gruppo stima un incasso tra 50 e 100 milioni di euro.
Per quanto riguarda Sfera, l'altro asset indicato come non core, sarà valutata una cessione dopo la ristrutturazione e comunque solo se a un prezzo ragionevole. Mentre sul fronte dei ricavi Laura Cioli è pronta a introdurre una grande novità per Il Corriere della Sera che sarà il primo quotidiano italiano a far pagare i contenuti online attraverso un «metered paywall» a partire da fine gennaio.
RCS
Resta l' incognita dell' accordo di stand still con le banche finanziatrici cui è stata chiesta una tregua sul debito che a settembre era di 500 milioni ma che, con le mosse strategiche annunciate dal management, dovrebbe scendere a 400 milioni nel 2016 e a 290 milioni nel 2018. Secondo quanto risulta a il Giornale, alcuni istituti avrebbero valutato positivamente il progetto di ristrutturazione targato Cioli e tra questi ci sarebbe Mediobanca. Gli istituti creditori, comunque, non prenderanno una posizione ufficiale prima di gennaio.