Michele Di Branco per "il Messaggero"
estate covid
Un bagno da 2,5 miliardi di euro. Niente affatto gradevole, però. L'aumento dei contagi e le voci che si rincorrono su possibili, nuove, restrizioni, rischiano di affondare quel poco di ripresa che l'industria del turismo sognava per questa stagione dopo il crollo dello scorso anno. I dati parlano di una decelerazione del 50% delle prenotazioni nell'ultima settimana, mentre si registra un aumento, non ancora quantificabile, delle disdette.
etate covid 2
L'INCUBO
Così gli esperti cominciano a fare i conti scoprendo che si rischia di tornare a rivivere l'incubo del 2020. «Non possiamo continuare allo sbando, il turismo è a pezzi» si sfoga il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Vittorio Messina, riassumendo lo stato d'animo delle imprese del settore, dopo la recrudescenza dei contagi dovuti alla variante Delta che avrà, a suo giudizio, «un impatto devastante».
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Messina non nasconde le preoccupazioni per le probabili restrizioni che saranno necessarie per contenere i contagi: «Queste voci arrecano sicuramente un danno, non soltanto invogliando a cancellare le prenotazioni ma rappresentano anche una battuta d'arresto per quello che ormai è il trend di quest' anno, il turismo di prossimità». Secondo le valutazioni di Assoturismo, la decrescita delle prenotazioni e le disdette provocheranno, appunto, mancati incassi per 2,5 miliardi tra la fine di luglio e il mese di agosto facendo fallire l'obiettivo indicato per questa estate: 12 miliardi. Se le cose andassero davvero in questo modo, alla fine della stagione, ci sarà un meno 20% di fatturato rispetto alle previsioni, tanto da riportare le lancette indietro di 12 mesi.
Turismo Covid
Un vero disastro, insomma. Per il presidente di Assoturismo, «la salute viene al primo posto, e noi non puntiamo ad essere aperti oggi per poi chiudere domani. Ma vogliamo un quadro di certezza e maggiore programmazione: purtroppo, dovremmo convivere con questo virus». Per Messina, con l'impennata dei nuovi casi, il turismo sicuramente calerà e «noi daremo un messaggio negativo all'estero di un Paese che ancora non riesce a gestire questo dramma». E per un settore come quello del turismo che rappresentava finora il 13,5% del Pil, «il danno economico sarà notevole».
DONNE IN SPIAGGIA CON LA MASCHERINA
Alcune settimane fa Assoturismo aveva calcolato che quest' estate il sistema ricettivo potesse ambire a 33 milioni di arrivi, per un totale di 140 milioni di pernottamenti complessivi (il 20,8% in più rispetto al 2020), di cui 34,8 milioni legati a presenze straniere. Ma il tutto a condizione che la zona bianca resistesse almeno fino a settembre. Una ipotesi che adesso appare come un miraggio.
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LE PRENOTAZIONI
Anche Confindustria è preoccupata. «Stiamo assistendo ad uno stallo del ritmo delle prenotazioni perché la gente e' in attesa di capire come evolve la situazione dei contagi e non fa programmi» ragiona Marina Lalli, presidente di Federturismo, spiegando che «si tratta di un problema molto serio perché avevamo messo in conto quest' estate un calo di presenze del 50% sul 2019 ma se la variante Delta ci farà tagliare queste stime, allora noi non reggiamo più. Ad un altro colpo così non possiamo resistere».
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Al momento, gli alberghi delle località balneari sono pieni all'80%, ma scontano l'assenza dei turisti americani, che sono tra i maggiori contributori alla spesa turistica straniera. Diversa la situazione nelle città d'arte, dove attualmente gli hotel registrano in media una camera occupata ogni quattro, troppo poco per riuscire a resistere ancora a lungo. Qualche notizia positiva c'è: ad esempio alle isole Eolie si registra il tutto esaurito ed i mezzi di collegamento marittimo sono segnalati quasi sempre pieni.
coronavirus vacanze 1
Ma il quadro generale resta di grande preoccupazione. «Per il momento l'Italia è ancora percepita come una meta relativamente sicura, però le nuove prenotazioni sono ferme» osserva ancora la presidente di Federturismo, Lalli. La quale avverte che il turismo di prossimità non basta: «i viaggi degli italiani in Italia non saranno sufficienti a farci dire che il peggio è alle spalle».