Francesca Paci per “la Stampa”
GRECIA - POVERTA AD ATENE
La ragazza prende l' ordinazione e indica la strada con una smorfia: più molesto di quello delle auto, risuona il rumore dei trolley trascinati su e giù dai villeggianti imperturbabili alla pendenza. Lei sbuffa: «L' affitto dell' appartamento che dividevo da anni con un'amica è passato in pochi mesi da 400 a 750 euro e io, che campo servendo ai tavoli e facendo traduzioni dal tedesco, ho dovuto sloggiare».
Siamo nell'ancora ruspante cintura esterna dello storico e facoltoso quartiere di Koukaki, un paio di fermate di metro dall'Acropoli, la nuova prateria dell'Airbnb dove speculatori locali e stranieri si contendono interi palazzi da adibire alla vacanza mordi e fuggi. Di 2mila che erano nel 2016, le case-vacanza ufficialmente censite ad Atene sono oggi 72 mila: poi, c'è il mondo «sommerso» delle piattaforme minori e ci sono «i buchi» abitativi di un Paese che in 4 anni ha visto emigrare almeno 500 mila persone.
Antonios Gregos alba dorata 1
Nella capitale della Grecia, uscita dal terzo piano di salvataggio della Troika al costo di 289 miliardi di euro e la disintegrazione del tessuto sociale, si respira un'elettricità strana, nervosa. Non è più la rabbia anarchica del 2015 né la depressione seguita alla pesante cura fiscale imposta al Paese da cui, nota il commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatovic, «la salute mentale è uscita molto deteriorata».
La disoccupazione, arrivata a sfiorare il 29%, è scesa di 10 punti; il numero dei suicidi è scemato; gli investimenti, sia pur quelli di Pechino, non si limitano al Pireo. Certo, non si vedono bandiere europee, ma, grazie alla metamorfosi socialdemocratica dell'un tempo barricadero premier Alexis Tsipras, quella vecchia voglia di voltare le spalle a Bruxelles pare archiviata. La chiave di volta, complice la situazione agitata di Egitto e Turchia, si chiama turismo: e dato che, attratta dai bassi prezzi dell'unica località balneare sicura del Mediterraneo orientale, la richiesta punta sull'Airbnb, Atene moltiplica l'offerta.
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«Gli investitori selezionano le proprietà da comprare e poi aspettano per capire il vento» ragiona l'economista dell' università di Atene Nikolina Kosteletou. Il boom immobiliare vede tra i primi protagonisti cinesi e russi anche in virtù del «golden visa», un'agevolazione che a fronte di una spesa di 200 mila euro facilita il visto Schengen. Dopo aver perso il 25% del Pil la Grecia si è risollevata e sebbene difficilmente arriverà al 2,5% di crescita ipotizzato dal governo per il 2019 l' Organization for Economic Cooperation and Development ritiene che non andrà sotto al 2%.
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«La crescita si vede ma i soldi no, lavoro il pellame turco perché lo pago meno e vendo meglio» ammette Pandeulius, titolare dell' omonimo negozio di cappelli in piazza Krandinou, vicino al fin troppo caratteristico quartiere di Monastiraki. I turisti, che solitamente si fermavano ad Atene solo un giorno, in attesa del traghetto per le isole, vengono ora appositamente, e non solo in estate: la città è economica, ben servita dai voli low cost e pullula di caffè vivaci.
Tsipras ci ha messo la faccia, concordano amici e nemici, ammettendo il grande coraggio del premier che, salvando il Paese ma scontentando sia i malmostosi del troppo che quelli del troppo poco, rischia la batosta alle prossime elezioni, con la destra di Nuova Democrazia al 35%, in vantaggio di 10 punti.
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«Tsipras ha fatto tutto il possibile, tassando fino al 40% la classe media ma aiutando le fasce più deboli e sfidando il lavoro nero, la prossima tappa è alzare l'Iva agli Airbnb» osserva l'ex deputata di Syriza Irina Agathopoulou in un piccolo ristorante del quartiere alternativo Excharchia, dove, scherza, fino a poco tempo fa s'ignorava cosa fosse la ricevuta fiscale.
La ricetta che piace a Irina - aumento del salario minimo a 650 euro, abolizione della tassa d'ingresso in ospedale, obbligo di servizio bancomat a tutti gli esercenti anche sulle isole - significa per l'elegante professore universitario seduto in piazza Kolonaki «un salasso fiscale», il suo stipendio di 3mila euro, dice, è dimezzato.
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Poi ci sono l'ultra-sinistra, per cui il premier «si è venduto ai tedeschi», e la destra estrema, quell' Alba Dorata che nonostante i gravi guai giudiziari regna sulle zone più popolari di Attiki e giù, cemento dopo cemento, verso la Road 1, spalle al Partenone e davanti la statale costeggiata da magazzini cinesi fino al campo profughi di Eleonas, i cui 3mila ospiti restano in ombra chiedendo una Sim per telefonare in Europa.
«Alba Dorata è talmente oltre da non superare l' 8%, ma bisogna stare attenti, è imprevedibile, perché nessuno ammette di votarla» nota lo scrittore Petros Markaris, sodale del grande regista Angelopoulos. Ragiona bevendo caffè: «La borghesia è la base della liberal-democrazia e quando se la passa male va male tutto, compresi i valori».
Il paradosso greco, di cui Tzipras sembra l'eroe archetipo, è un circolo vizioso: una borghesia locale tartassata che conta su una borghesia straniera altrettanto tartassata in casa propria fino a scegliere Atene low cost. All' orizzonte, l' Europa .