• Dagospia

    IL GENERONE CON LA TALPA IN CASA - NELLA TASK FORCE DI JARED KUSHNER ANTI-CORONAVIRUS C'ERA ANCHE MAX KENNEDY, 26ENNE NIPOTE DI BOB, CHE ORA ACCUSA IL CLAN TRUMP DI ESSERE ''PERICOLOSAMENTE INCOMPETENTE'' NELLA GESTIONE DELLA PANDEMIA, IN BARBA ALL'ACCORDO DI RISERVATEZZA CHE HA FIRMATO. ''NON RIUSCIVO PIÙ A DORMIRE. LE MASCHERINE VENIVANO INVIATE A…''


     
    Guarda la fotogallery

     

    Viviana Mazza per il ''Corriere della Sera''

    MAX KENNEDY JUNIOR MAX KENNEDY JUNIOR

     

    Nei primi mesi della pandemia, mentre Bob Woodward scopriva che Donald Trump minimizzava sul Covid pur sapendo quanto fosse grave (ma lo rivelò nel suo libro solo 6 mesi dopo), un giovane del clan Kennedy aveva tentato di denunciare la gestione della crisi da parte della Casa Bianca, essendosi trovato a operare - incredibilmente - al suo interno. La «talpa» è Max Kennedy jr, 26 anni, nipote di Robert F. Kennedy, che ora lo rivela in un'intervista al New Yorker. Com' è finito un Kennedy alla Casa Bianca di Trump?

     

    Si è arruolato come volontario non pagato della task force anti-Covid di Jared Kushner, il genero del presidente. La pandemia gli impediva di fare il test d'ingresso alla facoltà di Legge. Pur essendo fedele al partito democratico, considerava la lotta al virus un'impresa «apolitica». Il suo riconoscibile nome non ha fatto evidentemente suonare campanelli d'allarme. Ha firmato un accordo di non divulgazione, ma la «pericolosa incompetenza» cui ha assistito lo ha turbato fino a spingerlo ad aprile, dopo un paio di settimane, ad inviare al Congresso una denuncia anonima e poi a dimettersi.

     

    donald trump e il genero jared kushner donald trump e il genero jared kushner

    «Non riuscivo più a dormire. Se vedi qualcosa che è potenzialmente illegale e può causare la perdita di migliaia di vite, devi parlare». Il team di Kushner aveva il compito di fornire materiale per la protezione dal virus, come mascherine e guanti, agli operatori nei focolai dell'emergenza sanitaria. I volontari erano troppo pochi - racconta Kennedy - e tutti ventenni provenienti dal mondo della finanza, privi di esperienza alcuna su questioni sanitarie e di burocrazia federale. Lavoravano con i propri computer e i propri indirizzi di posta elettronica. Kennedy crede che affidarsi a dilettanti fosse anche una tattica della Casa Bianca per diffondere «fatti alternativi».

     

    Brad Smith, uno dei responsabili della task force, avrebbe chiesto proprio a lui di creare un modello «meno severo» di quello diffuso dagli esperti, che prevedesse al massimo 100 mila morti da Covid negli Stati Uniti (ad oggi sono 200mila). I volontari dovevano dare priorità alle richieste degli amici di Trump, come Jeanine Pirro, presentatrice di Fox , che dirigeva le mascherine verso ospedali di sua scelta, mentre gli Stati venivano abbandonati a se stessi.

    John Kennedy Jr., Max Kennedy E Doug Kennedy John Kennedy Jr., Max Kennedy E Doug Kennedy

     

    Gli fu detto che era «un'idea dello stesso Trump, genio del marketing, per far sì che fossero incolpati gli Stati alla fine». La task force fallì nell'inviare il materiale protettivo dov' era necessario - è l'accusa di Kennedy -, così medici e infermieri furono costretti a indossare sacchi della spazzatura e a riciclare mascherine già usate.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport