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    TALENTO DI UN CERTO TENORE – SI CHIAMA SHEEN PARK ED È DIVENTATO QUELLO CHE SI PUÒ DEFINIRE IL PIÙ GIOVANE CANTANTE LIRICO DEI NOSTRI GIORNI SOSTENENDO IL RUOLO DI OBERTO CON UN’ARIA IN TUTTI E TRE GLI ATTI DELL’ “ALCINA” DI HAENDEL IN SCENA AL FESTIVAL DI SALISBURGO – A LANCIARE IL PICCOLO, CHE FA PARTE DEL CORO DEI BAMBINI DI VIENNA, È STATA CECILIA BARTOLI CHE..


     
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    Pierluigi Panza per "www.corriere.it"

     

    sheen park sheen park

    Il più antico coro di bambini viennese risale a quello della Cappella Imperiale nel 1296. Oggi il Coro dei bambini di Vienna è una charity di fanciulli tra i 9 e i 14 anni che fa concerti con i Wiener Philarmoniker. Uno di loro, il coreano Sheen Park, è diventato quello che si può definire il più giovane cantante lirico dei nostri giorni sostenendo il ruolo di Oberto con un’aria in tutti e tre gli atti dell’ Alcina di Haendel in scena al Festival di Salisburgo.

     

    cecilia bartoli cecilia bartoli

    Con quei dentoni e gli occhialini da presbite fa tenerezza. L’aria del primo atto è anche abbastanza impegnativa e Sheen Park ha pure un collega nel secondo cast, Moritz Gemel, che proviene dallo stesso Coro. A lanciarlo, possiamo dire, siano stati gli italiani. Protagonista dell’opera (e anche direttrice del Festival di Pentecoste a Salisburgo) è la applauditissima Cecilia Bartoli, che qui canta ma alla Scala ha disdetto tre opere per la non riconferma del sovrintendente Alexader Pereira.

    wiener sangerknabe wiener sangerknabe

     

    E il giovanissimo Sheen dice: « Oberto in Alcina deve cantare tre arie diverse, con colorature, e devi avere un certo tipo di voce per essere in grado di farle. A diversi di noi del Coro dei ragazzi di Vienna è stato chiesto di provare, ma non pensavo di ottenere questo ruolo. Mi è piaciuto molto fare le prove il posto e Bartoli mi ha insegnato un po’ di trucchi dello stage».

    alcina di haendel 2 alcina di haendel 2

     

    E aggiunge che da grande gli piacerebbe essere anche un pittore. Dirige l’opera Gianluca Capuano, che recentemente a Pavia ha pure proposto della inedita musica barocca. Regista è Damiano Michieletto, autore di una idea drammaturgica tanto efficace (un grande schermo che divide i protagonisti salvifici dai condannati nel regno di Alcina) quanto martoriata nei primi due atti dalla scelta dello scenografo Paolo Fantin di ambientare la reggia di Alcina in una specie di albergo tre stelle degli anni Settanta. 

     

    gianluca capuano gianluca capuano

    Spettacolare il finale quando Ruggiero (Philippe Jaroussky, applaudito ma non ha convinto l’intera critica italiana e, come, lui, pure Sandrine Piau in Morgana), frantumando lo specchio, pone fine al regno di Alcina e le schegge finisco in aria cadendo lentamente a terra tra i protagonisti.

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