Giuseppe Guastella per www.corriere.it
francesco giorgi eva kaili
La richiesta è stata trasmessa da Eurojust il 7 dicembre, due giorni prima dell’operazione che a Bruxelles ha sconvolto il Parlamento europeo con l’arresto di sei persone accusate di aver preso soldi dal Marocco e dal Qatar per favorire gli interessi di questi due Paesi nella massima istituzione elettiva europea corrompendo a suon di bustarelle europarlamentari compiacenti.
banconote sequestrate a panzeri e eva kaili 6
Destinataria la Procura di Aosta. Oggetto: un appartamento a Cervinia che si sospetta sia stato acquistato con i soldi del giro di mazzette. Una classica operazione di riciclaggio, la stessa che potrebbe celarsi dietro a un investimento fatto dalla coppia Kaili-Giorgi per costruire una villa da favola nella bellissima isola greca di Paros.
Al di là di una molto generica accusa di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, a dieci giorni dal blitz non è ancora chiaro perché siano state arrestate le persone che, sembra ormai dato per scontato, ruotavano intorno alla Fight impunity, la Ong dell’ex europarlamentare pd Antonio Panzeri che avrebbe dovuto combattere a favore dei diritti umani ma che invece avrebbe brigato a suon di denaro, incassato e poi girato, con «interventi politici presso» europarlamentari con lo scopo di migliorare la precaria immagine di Marocco e Qatar in tema di diritti umani.
eva kaili 6
A partire da uno dei 14 vice presidenti, la greca del Pasok Eva Kaili (destituita), di cui i cittadini europei sanno solo che è finita in carcere perché era in flagranza di un qualche reato dopo che nella casa che divide con il suo compagno Francesco Giorgi, descritto come il complice di Panzeri, sono stati trovati più di 750 mila euro in contanti che dovrebbero provenire da Qatar e Marocco, ma che Giorgi giura essere i suoi.
Al riserbo strettissimo dei magistrati sfuggono solo particolari secondari dell’accusa che ogni giorno contribuiscono a mettere sulla graticola nuovi personaggi, anche se solo hanno avuto rapporti con gli indagati. Come il pd Andrea Cozzolino, che non è indagato, ma che aveva legami «pericolosi» con Panzeri e con l’ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoud, il cui nome è negli atti come colui al quale la famiglia Panzeri voleva affidare dei regali che aveva ricevuto per portarli in Marocco.
niccolo figa talamanca
Si dice che operasse in un centro studi che sarebbe la base a Bruxelles dei servizi segreti di Rabat. Di lui parla la moglie (intercettata) di Panzeri che è stata arrestata con la figlia e comparirà oggi in Appello a Brescia perché il Belgio chiede la sua consegna. «Non darà il suo consenso, non ci sono i presupposti né giuridici né di merito», afferma il suo legale, l’avvocato Angelo De Riso.
Un’ipotesi di riciclaggio dovrebbe aleggiare su una casa acquistata ad aprile scorso a Cervinia da Niccolò Figà-Talamanca, il segretario della No peace without justice, l’altra Ong finita nell’inchiesta, arrestato e poi messo ai domiciliari dai magistrati belgi con il braccialetto elettronico.
Abderrahim Atmoun Andrea Cozzolino Pier Antonio Panzeri
Come ha rivelato La Verità, si tratta di un appartamento di cinque vani su 90 metri quadrati acquistato il 29 aprile scorso per 215 mila euro dalla società belga Nakaz di cui è amministratore Figà-Talamanca. Potrebbe essere sequestrato su richiesta della Procura di Aosta nel sospetto che i fondi siano arrivati dalla Fight impunity di Panzeri oppure con un percorso diretto dal Qatar o dal Marocco.
L’altra Procura italiana interessata da Eurojust è quella di Milano che, su richiesta di Bruxelles, sta lavorando sui flussi di denaro da e per il Belgio su sette conti correnti che fanno capo alla famiglia Panzeri e a Giorgi.
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L’aggiunto Fabio De Pasquale sentirà testimoni e analizzerà documenti per capire se il denaro sia stato, anche in questo caso, riciclato, come i 100 mila euro in contanti che mancherebbero ai 600 mila trovati a casa di Panzeri a Bruxelles. Anche in Grecia sono in corso indagini patrimoniali sulla Kaili e sulla sua famiglia, sempre a caccia di soldi di provenienza illecita che potrebbero essere stati reimpiegati.
La magistratura, secondo la stampa greca, punta a un investimento da 300 mila euro fatto nove mesi fa da Eva Kaili e dal suo compagno Francesco Giorgi per acquistare un terreno di 36 mila metri quadrati a Paros sul quale costruire una favolosa villa con piscina. In attesa degli sviluppi delle indagini in Belgio, tutti i beni della famiglia Kaili in Grecia sono stati congelati.
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