Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”
MATTEO RENZI AL THAI ITALIAN BUSINESS SUMMIT DI BANGKOK
Ricostruire i suoi spostamenti, delimitando il perimetro della ricerca giusto alle ultime settimane, fa venire il mal di testa. Da una parte all'altra del globo, da una parte all'altra dell'Europa. Chiunque nell'ultimo mese e mezzo avesse cercato di intercettare il senatore Matteo Renzi sull'alta velocità che collega Firenze a Roma potrebbe non aver avuto fortuna. Invece, magari nella lounge di un grande aeroporto internazionale, sarebbe stato più facile trovarselo davanti e fare bingo.
Riunioni di consigli di amministrazione, come quello del Future Investment Initiative Institute gestito dal principale fondo d'investimento dell'Arabia Saudita, che lo porta spesso a sedersi accanto a Mohammad bin Salman; speech di politica internazionale rigorosamente a porte chiuse per grandissime aziende e fondi d'investimento; oppure lezioni aperte agli studenti delle università con cui collabora, come la Stanford University: tutto questo ha trascinato la sagoma del leader di Italia viva in diversi angoli del mondo.
Renzi con bin Salman nell’opera di Harry Greb apparsa a Roma
Solo nelle ultime settimane, il personalissimo tour d'affari dell'ex presidente del Consiglio ha toccato - e non per forza in quest' ordine - Tokyo, Atene, Miami, Riad, le Bahamas, Zurigo, Londra, Bangkok, Cipro. Tre continenti su cinque, con viaggi e fatture che nell'ultimo mese e mezzo hanno accresciuto quel fatturato annuo individuale che aveva conosciuto una flessione - dichiarazione dei redditi alla mano - solo a causa del Covid.
Difficile stabilire con certezza la cifra media incassata per ogni trasferta ma probabilmente non si allontana di molto dalla verità chi fissa l'asticella a qualcosa sotto i cinquantamila euro. Nell'ultima dichiarazione dei redditi disponibile (2021, relativa ai guadagni dell'anno prima) il leader di Italia viva aveva denunciato un'imponibile di 488.695 euro, dietro ovviamente a Silvio Berlusconi ma anche a Enrico Letta (621.818).
SILVIO BERLUSCONI MATTEO RENZI
La prossima dichiarazione dei redditi segnerà verosimilmente il controsorpasso rispetto al leader del Pd e una potenziale risalita ai livelli degli anni intercorsi tra la fine dell'esperienza da presidente del Consiglio e l'inizio della pandemia, un periodo in cui Renzi ha di fatto decuplicato i suoi guadagni. Livelli che nel 2019 (redditi 2018) erano poco sotto il milione (811mila euro) e nel 2020 (redditi 2019) poco sopra (1.092.000 euro). Questo perché ai guadagni che arrivano dalla filiera internazionale vanno sommati lo stipendio da senatore e anche i diritti degli ultimi libri ( Il Mostro e la sua edizione aggiornata) che sono diventati best seller.
GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI
«I parlamentari non devono più ricevere un euro né prestare consulenze per Stati stranieri», ha detto Giuseppe Conte intervistato da Tpi . Un riferimento a Renzi? «Carlo Calenda, fino a oggi alleato di Renzi, diceva che è inaccettabile che un senatore pagato dagli italiani faccia il testimonial di regimi autocratici dietro il pagamento di lauti compensi. Se non ha cambiato idea lo invito a essere conseguente», ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio riferendosi al leader di Italia viva, che è stato tra i suoi predecessori a Palazzo Chigi.
MATTEO RENZI - ENRICO LETTA
Renzi sul punto non rilascia quasi mai dichiarazioni. Le volte che parla in pubblico o in privato del suo lavoro di conferenziere di extra-lusso ripete che è tutto «regolare e trasparente», tutto visibile dalle dichiarazioni dei redditi, ricorda perfidamente che nell'ultimo mese ha messo in cassaforte «centomila euro esentasse» di cause per diffamazione vinte, annota che Boris Johnson e Theresa May hanno un cachet per conferenza molto più alto del suo e come lui sono ancora parlamentari e, a sentire i fedelissimi, si dice pronto a raccogliere il guanto di sfida lanciato da Conte: «A lui dico: vuoi una legge sulle incompatibilità dei parlamentari? Ci sto. Ma prima facciamo anche la commissione d'inchiesta sugli appalti all'epoca del Covid». Nel frattempo, l'uomo che gli avversari avevano ribattezzato perfidamente «Matthew d'Arabia», all'epoca dell'indimenticabile video sul «rinascimento arabo», estende i confini della propria partita Iva oltre l'immaginabile. Le placide Bahamas, la bollente Miami, la fredda Londra, la gigantesca Tokyo e la minuscola Cipro. E l'anno fiscale non è ancora finito.
MATTEO RENZI - IL MOSTRO EDIZIONE AGGIORNATA LAWRENZI D'ARABIA MATTEO RENZI – INTERVISTA CON BIN SALMAN