Felice Cavallaro per il Corriere della Sera
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Molla o non molla, il presidente Musumeci? Dopo avere annunciato «un passo di lato» a giugno, si dimette adesso via Facebook con tre mesi d'anticipo, chiamando i siciliani a votare il 25 settembre anche per l'Assemblea regionale. Ma contemporaneamente si ricandida alla successione di sé stesso contro pezzi della «sua» coalizione di centro destra.
Siamo ai capogiri della politica in Sicilia?
«La politica è la grande assente in questa vicenda. L'obiettivo è fare l'election day, non tre mesi prima ma 40 giorni prima della scadenza naturale. Le dimissioni sono dettate dal buon senso, per evitare che i siciliani nello spazio di un mese vadano due volte a votare, per risparmiare 20 milioni di euro di denaro pubblico e anche per evitare la crescita dei contagi e non chiudere le scuole due volte».
Tanti non ci credono. E pensano che, dopo le critiche targate anche Lega e Forza Italia, lei sotto sotto forse ripieghi su un collegio sicuro, con FdI di Giorgia Meloni.
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«Sto governando la Regione anche con FI e Lega, dal primo giorno. Se non fosse stato per l'election day, avrei continuato fino alla scadenza del 6 novembre in piena autonomia con un governo che ha gli stessi assessori e gli stessi partiti di 5 anni fa».
Guardi che gli attacchi più duri arrivano dal presidente dell'Ars, Gianfranco Micciché, che è pure commissario regionale di FI.
«Gli attacchi sono frutto di ossessione, visto che quel partito ha lasciato i suoi a ben governare con me fino ad oggi. Come la Lega. In cinque anni abbiamo sostituito appena 4 assessori e non 56 come era accaduto con il governo a guida Pd».
I suoi non la vogliono, presidente. Questo dichiarano. «I miei chi? Da giugno dico che sono disponibile a guidare il centrodestra di nuovo alla vittoria. Ma pronto, se risultassi divisivo, a fare un passo di lato».
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Che non fa.
«E dovrei farlo a favore di chi? Indichino un candidato, se unitario lavoreremo per lui. Lo cercano da mesi».
È un attacco alla candidatura del catanese Raffaele Stancanelli, sua stessa area?
«I candidati di FdI li sceglie Giorgia Meloni. È di Miccichè il veto "al catanese", espresso con una battuta infelice, senza dimostrare sobrietà e responsabilità. E poi, non lo vogliono "antipatico"? Ne presentino uno simpatico. Forse non deve essere alto 1.85 come me? Se preferiscono uno più basso, procedano. E se ne vogliono uno che abbia fatto il "saltabanchi" o che abbia avuto problemi giudiziari facciano il nome...».
Provoca?
«Ci vuole anche un po' di ironia in questo clima cimiteriale».
GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI
E adesso Salvini spera per un suo uomo. Come Micciché per Stefania Prestigiacomo. «Ne ha proposti tanti FI. Anche Schifani, Patrizia Monterosso, altri. Il nome più interessante è certo quello dello stesso Micciché, del quale non si è più parlato. Naufragato. E non si capisce perché, nonostante l'avallo dell'ala filogovernativa di FI, di quanti sono in giunta con me».
nello musumeci foto di bacco (1) GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI