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    CATENO IN CATENE - NEMMENO I DOMICILIARI FERMANO IL DEPUTATO REGIONALE ELETTO E ARRESTATO (A TEMPI DI RECORD) A MESSINA, CATENO DE LUCA: CITAZIONI DI MARTIN LUTHER KING E FOTO DEI SIT-IN SOTTO CASA – E OGGI LA SENTENZA PER UN ALTRO REATO…


     
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    Felice Cavallaro per il ‘Corriere della Sera’

     

    CATENO DE LUCA CATENO DE LUCA

    Ribalta l'accusa Cateno De Luca, il deputato regionale di Messina eletto a arrestato a tempo di record. Ma lo fa nel primo processo sul quale pende la richiesta di condanna a 5 anni. Non nell' ultima inchiesta per evasione fiscale. Ribalta il sospetto di avere pilotato appalti nel suo paesino, Fiumedinisi. Sostenendo di essere vittima di una estorsione.

     

    Questa la verità del vulcanico leader del partitino fatto in casa, «Sicilia Vera». Tesi declamata ai giudici che emetteranno il verdetto oggi e ai quali si è presentato da detenuto perché ai «domiciliari» per l'altro procedimento, il quattordicesimo, legato ai pasticci della Fenami, una federazione di imprenditori costruita a sua misura, seppur benedetta lo scorso aprile dal «cappellano di Sua Santità e direttore Ufficio per la Pastorale universitaria», monsignor Lorenzo Leuzzi, chiamato a parlare di «etica del lavoro».

     

    CATENO DE LUCA CATENO DE LUCA

    È loquace su Facebook, certo di non commettere reato, nonostante la detenzione e i consigli dei legali. E lascia trapelare cosa accadrà domani, quando il gip che lo ha fatto arrestare lo interrogherà, come ha fatto sapere ai fedelissimi: «Sapevo della cattura e rivelerò il nome di chi me l'ha detto, il parente di un magistrato».

     

    L' attesa del possibile annuncio già inquieta Messina dove De Luca indossa i panni della vittima di un presunto complotto descritto come una faida interna al centrodestra. Un riferimento emerso fra le pieghe del processo di ieri quando i carabinieri l' hanno scortato da casa al tribunale.

    CARLO TAORMINA CARLO TAORMINA

     

    Il «sacco» di Fiumedinisi apparirebbe così legato al clamoroso spogliarello inscenato a Palazzo dei Normanni contro l' allora governatore Raffaele Lombardo e contro Gianfranco Miccichè quando lui era alla guida di un consorzio per la metanizzazione dei paesini della costa ionica. «Volevano un altro». Per scalzarlo i suoi avversari avrebbero fatto scattare «una manovra politica e giudiziaria».

     

    Cauto il suo avvocato, Carlo Taormina, su una tesi che oggi potrebbe essere negata dal verdetto. Ma è difficoltoso placare l' esuberanza di questo imputato eccellente che deborda via Internet, sorprendendo il procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia, convinto che «non dovrebbe essere possibile», ma che forse occorrono prescrizioni esplicite per una materia nuova.

     

    FALCONE E BORSELLINO FALCONE E BORSELLINO

    E, incurante, l' imputato irrompe sui social piazzando video e foto di un centinaio di simpatizzanti che lo incoraggiano a non mollare e cita Martin Luther King: «Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno». C' è anche la foto dei genitori caricata lunedì con didascalia: «Mamma e papà mi hanno detto di stare sereno». E le foto in chiesa, lui di spalle, la Madonna in primo piano: «Maria Santissima Annunziata proteggici Tu».

     

    nello musumeci nello musumeci

    Ma è sua madre che lo accarezza: «Mi ha visto sciupato e mi ha sbucciato le castagne». Diverso il tono di domenica mattina con gli avversari che cercavano di fare votare altri: «A calci in c... i lacchè davanti ai seggi! Abbiamo fatto intervenire la polizia». Ignaro degli sviluppi. Ancorato ad un accostamento per tanti sacrilego perché il giorno prima delle elezioni «postava» una foto di Falcone e Borsellino con una citazione di quest' ultimo: «Il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale...».

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