RED CARPET HOME CINEMA
Negli Stati Uniti è stato lanciato un servizio che permette a poche persone che hanno moltissimi soldi di vedere da casa, in tv, i film appena usciti nei cinema. Il servizio si chiama Red Carpet Home Cinema ed è ancora nella sua fase iniziale: ogni film costa al momento tra i mille e i tremila dollari. È quindi un servizio di lusso, che il New York Times ha definito «il Netflix per l’uno per cento», la piccola percentuale di persone più ricche al mondo.
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In realtà ogni paio d’anni salta fuori un nuovo servizio di questo tipo, e finora è sempre andata male: in genere per l’opposizione dei cinema o perché i modelli di business erano un po’ troppo campati in aria. Questa potrebbe invece essere la volta buona.
Red Carpet Home Cinema
Il New York Times paragona il servizio a un club privato. Per prima cosa, c’è una sorta di selezione all’ingresso da superare: bisogna infatti fornire diverse informazioni su di sé e avere, tra le altre cose, una carta di credito con un limite di spesa di almeno 50mila dollari. Alcuni di quei soldi servono per comprare un apposito sistema da 15mila dollari che viene installato da un tecnico e permette di ricevere i film via internet. Per ora il progetto è in una fase iniziale. È attivo solo a New York e Los Angeles e al momento i film a disposizione sono tre: Pet Sematary, Wonder Park e The Kid. Il noleggio si paga a parte e il costo è deciso dalla casa di produzione del film richiesto.
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Una volta scaricato il film, si può vedere due volte nell’arco di 36 ore, poi sparisce; il sistema prevede apposite precauzioni anti-pirateria. Il sito di Red Carpet Home Cinema spiega che per guardare i film va bene una normale tv HD comprata negli ultimi due o tre anni e che ovviamente serve una connessione internet ad alta velocità, con un indirizzo IP statico.
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Di per sé l’offerta è semplice e nemmeno così innovativa. Ma ci sono almeno tre motivi per cui Red Carpet Home Cinema potrebbe riuscire dove altri hanno fallito:
– È stata pensata da due persone che hanno già dimostrato di saperci fare e che hanno i giusti contatti a Hollywood;
– Ha il supporto di diverse grandi case di distribuzione cinematografica;
– Sembra avere molto ben chiaro in mente chi sono i suoi potenziali clienti.
Due persone che sanno il fatto loro
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Le due persone sono Fred Rosen e Dan Fellman. Hanno 75 e 76 anni, giocano spesso insieme a golf e hanno dei notevoli curriculum: Rosen ha guidato per alcuni anni la società di vendita di biglietti Ticketmaster e Fellman lavora nel cinema dagli anni Sessanta e ha fatto il produttore e il dirigente della Warner Bros.
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Per spiegare l’idea alla base di Red Carpet Home Cinema, Rosen ha parlato di cinture. Ha detto che, sebbene ogni cintura serva a un unico e semplice scopo, ce ne sono in vendita da quattro euro nei supermercati e da 2.000 euro da Gucci. «Ogni prodotto che mi viene in mente ha una sua versione di lusso», ha spiegato: «Al che mi sono detto, perché nel cinema non è così?». In effetti per vedere qualsiasi film sia voi che Jeff Bezos pagate una decina di euro (o di dollari). Qualcuno in più per guardare il film seduti più comodi, in un cinema migliore, magari il sabato sera, ma pur sempre un prezzo simile, e relativamente basso, per un’esperienza di visione non molto diversa.
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Il New York Times spiega che Rosen e Fellman vogliono invece offrire un servizio di lusso «ai miliardari delle aziende di tecnologia, ai titani di Wall Street, agli atleti più pagati, agli oligarchi russi e a tutti i super-ricchi del mondo». Peraltro si tratta in molti casi di persone che, anche volendo, probabilmente non potrebbero andare al cinema: per Cristiano Ronaldo è oggettivamente difficile pensare di poter andare al multisala il mercoledì sera come se niente fosse.
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Con, e non contro, le case di distribuzione
Red Carpet Home Cinema ha già accordi con Warner Bros., Paramount, Lionsgate, Annapurna, 20th Century Fox e Fox Searchlight. Non ha ancora accordi con altre grandi case di produzione e distribuzione (Universal, Sony Pictures e gran parte di Disney) ma è già un ottimo inizio ed è, scrive il New York Times, «frutto delle relazioni che Rosen e Fellman hanno coltivato per decenni».
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Un paio di anni fa si parlò molto di Screening Room, un simile progetto finanziato tra gli altri da Sean Parker, il creatore di Napster e uno dei primi finanziatori di Facebook. Il progetto alla fine non andò bene proprio perché contrastato dalla grande maggioranza delle case di produzione. Fellman ha detto: «Noi lasciamo che siano le case di produzione a decidere i termini dell’accordo e a loro piace, perché a Hollywood non amano chi va da loro e dice “si fa così”».
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In inglese, quando qualcuno prova a rivoluzionare un settore usando le nuove tecnologie, lo si definisce un disrupter: qualcuno che prova a sovvertire certe pratiche per rivoluzionare un intero settore. Rosen ha detto: «Sono troppo vecchio per essere un disrupter».
I chiari piani di Red Carpet Home Cinema
Età a parte, Rosen spiega che la sua vuole essere «un’offerta di nicchia». Nei suoi piani Red Carpet Home Cinema punta ad avere qualche migliaio di clienti, «di certo non più di 10mila». Fellman ha detto di aspettarsi, una volta che l’offerta dovesse andare a pieno regime, entrate annuali di 300 milioni di dollari.
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Rose ha aggiunto: «Grazie a noi le case di produzione farebbero 25-50 milioni di dollari l’anno, per loro tutto di guadagnato». Il New York Times spiega che gli americani con un reddito annuo superiore ai due milioni di euro sono 46mila, senza contare il mercato internazionale. I numeri quindi potrebbero essere un po’ più grandi.
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Ma bisogna anche tenere in mente che negli Stati Uniti alcuni super-ricchi già possono vedere i film al cinema comodamente da casa. Esiste infatti una sorta di circolo – noto come Bel-Air Circuit – attraverso il quale le case di distribuzione fanno avere ad alcuni VIP o super-ricchi i loro film che passano nei cinema, a volte qualche giorno prima che passino nei cinema.
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In più, sembra che Red Carpet Home Cinema abbia scelto il momento giusto per proporre la sua offerta. Negli ultimi due-tre anni le case di distribuzione sembrano iniziare a capire che l’approccio tradizionale (film al cinema e solo dopo qualche mese film in streaming e in tv) sta avendo problemi. Qualche anno fa era impensabile che un film “da Oscar” potesse finire in streaming legale pochi giorni dopo l’uscita nei cinema, eppure con Roma, di Netflix, è successo proprio questo. Il New York Times spiega che per ora le associazioni e catene di cinema americani non si sono schierate su Red Carpet Home Cinema, e che questo è comunque un buon segno.
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Se avete una carta di credito con un limite oltre i 50mila euro, e vi infastidiscono i fan che vi disturbano per i selfie quando andate al cinema, dobbiamo dirvi che non ci sono al momento informazioni su un possibile arrivo in Italia di Red Carpet Home Cinema. Sappiamo invece che la legge italiana, modificata qualche mese fa, prevede specifiche finestre di tempo per il passaggio di un film dalla sala alle tv, ma che valgono solo per i film italiani (e comunque variano a seconda del tempo che il film passa nei cinema e degli incassi).
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