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    NIENTE BREXIT ALMENO FINO AL 2020 - IL GOVERNO AVVERTE LA CITY: BUROCRAZIA IN RITARDO, SI RESTA NELLA UE PER TUTTO IL 2019. E LE ELEZIONI IN FRANCIA E GERMANIA (2017) POTREBBERO CAMBIARE DRASTICAMENTE LO SCENARIO EUROPEO - FARAGE: ‘SE NON CI FANNO USCIRE DALL’UE, TORNO IN POLITICA’


     
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    Da ‘il Giornale

     

    Il Regno Unito potrebbe restare in Europa fino alla fine del 2019, quasi un anno dopo rispetto a quanto previsto per l' uscita. Lo rivela il Sunday Times citando fonti ministeriali che avrebbero avvertito, in via confidenziale, alcuni esposnenti di spicco della finanza e della City di Londra.

     

    Secondo il quotidiano britannico, la premier Theresa May potrebbe essere costretta a ritardare l' attuazione del cosiddetto articolo 50 (previsto per gennaio) a causa delle difficoltà interne all' amministrazione britannica (soprattutto per l' apparato burocratico necessario), ma anche per le imminenti elezioni in Francia e in Germania. La May, secondo le previsioni più accreditate finora, da gennaio avrebbe due anni di tempo avrebbe due anni di tempo per negoziare i termini di separazione dall' Ue.

     

    Ma, nonostante la forte pressione politica perché la leader conservatrice si attenga a questa tabella di marcia, potrebbe invece essere costretta a rinviarla perché il nuovo ministero appositamente creato per la Brexit e i dipartimenti per il commercio internazionale non saranno pronti a rispettare queste scadenze. A questo si aggiungono le elezioni presidenziali francesi, il 23 aprile e il 7 maggio 2017, e le politiche in Germania nell' autunno dello stesso anno.

     

    Nel frattempo, vista la titubanza del governo ad affrontare la Brexit, l' ex leader dell' Ukip britannico, l' euroscettico Nigel Farage, uno degli artefici del voto sulla Brexit, ha detto che tornerà a occuparsi del partito se il Regno Unito non prenderà con decisione la strada del divorzio da Bruxelles. «Se la Brexit non dovesse essere concessa - ha detto Farage - allora dovrei pensare seriamente di tornare. Ma spero di non doverlo fare».

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