Caterina Belloni per La Verità
niente fischi alle donne
Da qualche tempo in Inghilterra chi ha l' abitudine di far complimenti alle donne avvenenti o fischiare al loro passaggio per strada rischia di ricevere una contestazione dalla polizia. Al di là della Manica, infatti, da due anni la misoginia, ovvero l' atteggiamento di repulsione, avversione o irrisione delle donne, è parificata a un reato d' odio nella regione del Nottinghamshire.
Merito di un programma pilota per tastare il polso del Paese, in base al quale la polizia della zona ha messo a punto un prontuario d' intervento in cui si classificano le azioni da contestare, dalla «mano morta» sull' autobus alle avances troppo insistenti fino alla violenza vera e propria.
A seguito di questo esperimento, condotto insieme alle università di Nottingham e di Nottingham Trent, però, anche l' atteggiamento dei politici sta cambiando. Tanto che a seguito di un emendamento su una legge promulgata ad ottobre ora la Law commission, incaricata di rivedere le nuove norme, sta valutando di avvalorare a livello nazionale la nuova specie giuridica individuando i reati, che pene meritano e quali atteggiamenti vanno invece derubricati come incidenti, ma possono comunque essere sanzionati con richiami o multe.
Un percorso che entusiasma le associazioni di volontariato, ma contro il quale si è schierata in questi giorni la polizia. La cosa imprevedibile, però, è che a fare polemica sono state proprio due donne che occupano posizioni di vertice nel corpo di sicurezza. La prima a intervenire è stata Sara Thornton, responsabile del National police chiefs' council (Npcc). Durante un incontro pubblico ha raffreddato gli entusiasmi per l' iniziativa.
niente fischi alle donne
A suo parere la polizia deve pensare a trovare ladri e assassini anziché concentrarsi su chi si comporta da misogino. Non che non si tratti di un problema, ha ammesso la supercommissaria, ma con il numero di agenti ancora troppo ridotto e l' aumento di omicidi e aggressioni, occorre mettere mano prima a queste emergenze e indagare su furti, rapine, aggressioni con coltello tra le gang giovanili. Anche perché il numero dei reati è aumentato in modo significativo negli ultimi anni, mentre quello degli arresti risulta diminuito, segno che le forze dell' ordine non riescono a tenere il passo.
la misoginia dilaga on line
La sua uscita ha suscitato reazioni da parte dei gruppi di volontariato che stanno lottando per far riconoscere la misoginia come un reato d' odio, ma ha trovato consenso in un' altra signora in uniforme. Si tratta di Cressida Dick, responsabile della polizia metropolitana di Londra. Poco dopo l' affermazione della collega e le reazioni indispettite del mondo del sociale, il capo di Scotland yard ha deciso di prendere posizione. «Credo che questi siano temi a cui la gente tiene molto, ma che non devono essere gestiti dalla polizia», ha detto, parlando a Radio 4. «Non è nemmeno appropriato per gli agenti occuparsi di queste problematiche». Le emergenze anche secondo lei sono altre, dai furti agli omicidi.
Anche perché certi comportamenti dettati da misoginia, come l' abuso sessuale ad esempio, sono già dei reati perseguibili. Certo, ci sono azioni che non vengono considerate tali, anche se di fatto minano la sicurezza e la serenità delle signore, come la tendenza a insistere con le avances anche quando una donna le rifiuta oppure i fischi e i complimenti indirizzati alle ragazze di passaggio.
verdone gallo cedrone
Fastidi da stigmatizzare, ma che non possono diventare, però, materia di indagine. Alla polizia, sostengono le due commissarie, spetti il compito di indagare sui reati gravi. O anche su quelli dettati da misoginia, quando hanno caratteristiche tali da determinare ferite fisiche o morali pesanti nelle vittime.
L' importante, insomma, è non costringere gli agenti a fare verbali e verifiche su comportamenti poco gradevoli, ma comunque non così pericolosi - come ad esempio gli apprezzamenti in arrivo dal ponteggio di un cantiere edile - distraendoli da compiti più essenziali per la sicurezza della comunità.
Anche perché le statistiche di giugno hanno fatto registrare un aumento del 12 per cento nelle aggressioni violente, del 14 per cento negli omicidi e del 22 per cento nei furti.