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    “NIENTE NEGRI” - I CORI RAZZISTI AL PUB DEI TIFOSI DEL VERONA SULLE NOTE DI “IN THE NAVY”, CELEBRE BRANO DEI ‘VILLAGE PEOPLE’, IN UN TRIPUDIO DI BIRRE E BRACCIA ALZATE - IL 3 NOVEMBRE SCORSO IL GIUDICE SPORTIVO CHIUSE IL SETTORE "POLTRONE-EST" E DIEDE IL DASPO AL CAPO ULTRÀ LUCA CASTELLINI PER I BUU RAZZISTI A BALOTELLI – E PRIMA ANCORA I CORI NAZISTI ("SIAMO UNA SQUADRA FANTASTICA, FATTA A FORMA DI SVASTICA") – NEL ’96 QUEL FANTOCCIO IN CURVA CHE RAFFIGURAVA… - VIDEO


     
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    PAOLO BERIZZI per repubblica.it

     

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    Il coro parte sulle note di “In the Navy”, celebre brano dei Village People, anno 1978. I tifosi dell’Hellas Verona ci vanno sopra e intonano: “Niente negri… lalalalalala-la… niente negri”. Sventolio di bandiere gialloblu, braccia alzate, boccali di birra. Il locale è gremito e gli ultrà festeggiano così. Nel video, che pubblichiamo su Repubblica.it, i supporter veronesi anti-Balotelli della Curva Sud ripropongono un loro classico: la gazzarra razzista contro il “negro”.

     

    Un'abitudine che riporta la tifoseria scaligera indietro nel tempo: in ultimo, certo, all’episodio dei “buuuu” gridati all’indirizzo di Balo durante la partita Verona-Brescia del 3 novembre scorso (i cori razzisti hanno portato alla chiusura del settore “poltrone-est” su decisione del giudice sportivo e al Daspo fino al 2030 per il capo ultrà Luca Castellini).

     

    Ma, in primis, 23 anni fa, ad un’altra triste vicenda. Correva l’anno 1996 quando allo stadio Bentegodi, derby con il Chievo, in curva apparve un fantoccio con la faccia dipinta di nero e un cappio al collo: rappresentava il difensore olandese Maickel Ferrier, appena acquistato dall’Hellas, ma sgradito agli ultrà per il colore della pelle. “El negro i ve là regalà. Dasighe el stadio da netar!” (“il nero ve lo hanno regalato, dategli lo stadio da pulire”), recitava uno striscione appeso sulla balconata degli spalti; su un altro lenzuolo c’era scritto “negro go away”. Dietro il manichino, ragazzi incappucciati in bianco, stile Ku Klux Klan.

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    Erano gli anni delle Brigate Gialloblu, gruppo egemone della tifoseria dell’Hellas poi sciolto in seguito a inchieste della magistratura per discriminazione e odio razziale. Da sempre politicamente di estrema destra, gli ultrà veronesi si sono ripetuti negli anni, tra svastiche, croci celtiche, saluti romani e cori razzisti.

     

    Nel 2017, durante la festa della curva Sud, fu proprio Luca Castellini, anche coordinatore di Forza Nuova per il Nord Italia, già plurinquisito e pluridaspato, croce celtica al collo, a pronunciare queste parole dal palco: "Chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, chi ha fatto da garante ha un nome: Adolf Hitler". Grida di giubilo da parte della folla, e subito partì il coro: "Siamo una squadra fantastica, fatta a forma di svastica...che bello è… allena Rudolf Hess".

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    Due anni dopo – siamo a giugno 2019 - l'Hellas torna in serie A e i tifosi festeggiano riversandosi in strada e intonando di nuovo il coro che inneggia al nazismo e al braccio destro di Hitler. Insieme alle tifoserie di Lazio, Inter e Varese – ma oggi anche a quelle di Roma e Juventus, e altre ancora - la curva del Verona  è storicamente vicinissima all'ultradestra: Veneto Fronte Skinhead, Forza Nuova, CasaPound, Fortezza Europa. Sono i partiti e le formazioni che trovano una cassa di risonanza nell'ala più dura e turbolenta dello stadio Bentegodi. Sigle che a Verona – come raccontato da questo giornale - sono da anni coccolate dalla politica e da alcune istituzioni locali.

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