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    "LOCALI DEVENETIZZATI” - NIENTE PROSECCO NEI BAR E NEI RISTORANTI, IN CALABRIA MONTA LA PROTESTA CONTRO L’AUTONOMIA DEL VENETO: LA LOTTA CONTRO IL REGIONALISMO DIFFERENZIATO PASSA DAL VINO E DAL CIBO - “PAGHIAMO LE TASSE COME TUTTI, DUNQUE NON CI STIAMO AD ESSERE TACCIATI COME MANTENUTI DAI SETTENTRIONALI” - IL VENETO SI INFURIA: ‘I CALABRESI SE LA PRENDANO CON CHI LI AMMINISTRA’


     
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    Da www.lastampa.it

     

    locali calabria protesta contro il veneto locali calabria protesta contro il veneto

    La lotta contro il regionalismo differenziato passa anche dal cibo. O almeno è quanto pensano alcuni commercianti di Cosenza che stanno esponendo cartelli con la scritta "Ristorante selezionato #mangiasud. In questo ristorante non serviamo vini o altri prodotti del Nord" o anche "bar deVENETizzato". Banditi quindi prosecco ed altri prodotti "nordisti".

     

    Le locandine già si vedono su una decina di vetrine sono diventate virali anche sui social con migliaia di like e ricondivisioni. «Non siamo contro nessuno, solo lavoriamo e paghiamo le tasse come tutti, dunque non ci stiamo ad essere tacciati come mantenuti dai settentrionali» spiega Francesco Vivone, gestore di una macelleria aperta dal nonno nel 1954 e oggi anche griglieria. «Si tratta - aggiunge - di promuovere e di sostenere le nostre eccellenze agroalimentari. E' protezionismo ma senza essere contro qualcuno».

     

    prosecco prosecco

     

    «È ovvio - afferma Vivone - che se qualcuno entra nel mio locale e mi chiede un tagliata con rucola e grana, di certo non può essere un prodotto calabrese e comunque la trova, ma quando si tratta di consigliere e promuovere prodotti parto sempre dai nostri». «È una reazione a catena - dice ancora - si produce in Calabria, si consuma prodotto calabrese e aumentiamo l'indotto, creiamo economia e posti di lavoro». L'iniziativa avviata da Francesco assieme ad altri esercenti locali, si sta espandendo a macchia d'olio e altri esercenti anche della provincia di Cosenza stanno aderendo alla campagna.

     

    PROTESTE

    Da www.strill.it

     

    PROSECCO PROSECCO

    Al Sud iniziano a diffondersi i “bar devenetizzati”. Non si serve prosecco, vino o spumtante veneto. Una scelta che sta creando una vera e propria rete nazionale, ispirata dal giornalista e scrittore Pino Aprile, finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che i temi del regionalismo differenziato andrebbero, quantomeno, discussi in maniera differente. Anche in Calabria iniziano a sorgere i primi esempi in cui si esclude la somministrazione di bevande venete, la cosa ha generato reazioni particolarmente piccate in Veneto.

     

    Governatori come Zaia ritengono che territori ricchi, primi contribuenti dello Stato, meriterebbero margini di manovra più ampi in fatto di istruzione e sanità. L’idea che è quante più tasse possibili restino sul territorio. I ber devenetizzati ritengono, dunque, che se le tasse venete devono restare in Veneto, tanto vale non consumare i loro prodotti.

     

    Il capogruppo della Lega in Consiglio Regionale del Veneto si è detto amareggiato che un dibattito serio sia stato stato sbeffeggiato dai calabresi.”Se la prendano – tuonano – con i loro amministratori, spesso accusati di collusione con la mafia e di sperpero del denaro pubblico. Se i loro bilanci regionali o la loro economia sono in sofferenza, non è certo colpa del Veneto”.

     

    Poi lancia anche una frecciata considerato il fatto che l’export veneto ha numeri da record: “Non saranno le offese di alcuni cittadini calabresi a danneggiarci”.

    locali calabria protesta contro il veneto locali calabria protesta contro il veneto

     

    L’assessore regionale alla programmazione Caner parlando al Corriere del Veneto è stato ancora più duro: “Chi contesta l’autonomia dimostra di non aver capito le motivazioni e denota una certa invidia verso i veneti, per tutto quello che rappresentiamo e produciamo. Ma del resto quest’invidia era già emersa con la guerra al Prosecco: sembra che i pesticidi vengano usati solo in Veneto, mentre altrove ci sono prodotti molto più nocivi e nessuno ne parla”.

     

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